di Marco Candida
Anche gli angeli sono animali. Infatti hanno le ali. Certo, le ali angeliche sono sui generis. Non appartengono ad animale definito. Magari ali di penne d’oca o di penne di gallina. La tradizione ci consegna immagini di ali morbide; penne piuttosto grosse e rigonfie. Bianche. Rigorosamente bianche. Candide. Invece, i demogni dell’Inferno hanno code leonine o taurine. Hanno ritorte ali pipistrellesche. Hanno infine corna. Corna di toro o corna di capro. Dita unghiute. Insomma, che l’elemento bestiale si mescoli alla sembianza umanoide nei poveri diavoli è assolutamente normale. Ovvio, l’elemento bestiale è per così dire nel suo elemento quando si mescola all’elemento umano-demonico. Ma la questione cambia allorché ci s’innalzi ai piani alti e si arrivi agli angeli. Cambia talmente che da Dionigi l’Areopagita a tutta quanta la plurimillenaria storia dell’angelologia nessuno si è mai nemmeno reso conto della bestialità alatamente esibita dagli angeli. Di questo non si parla. Non c’è traccia. Gli angeli sono esseri sommamente spirituali. Sono luce. Sono energie. Ma le alucce tradiscono una dimensione puramente animale. Proprio di quell’animalità la spiritualità rifugge come principio primo. E invece ce l’ha incollato dietro la schiena! Gli angeli sono teneri, candidi pennuti in forma umana. Uomini volanti. Uccelli di boschi celesti e settimi cieli. Vale la pena riflettere, su questo dettagliuzzo sfuggito agli storiografi dell’angelologia. Questa contraddizione. Questa strizzata d’occhio a quei bifolchi d’animali. Gli angeli sono animali. L’Iddio invece animale non è. Non ha ali. Non ha code. Non ha zampe. Al più una lunga barba bianca e le calvizie. Satana invece è cornuto, caudino, alato, dalla dentatura lupesca. Ma l’Iddio no. Antropomorfo ma non zoomorfo. Osserva i pascoli angelici spiraleggiare sotto di Lui e bearLo.
Immagini reperite in rete
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