di Margherita Merone
La chiesa viene definita il corpo di Cristo. Con il battesimo si diventa membri di questo corpo. Il concilio Vaticano II ha insegnato che tutti quelli che hanno ricevuto il battesimo, ma non sono appartenenti alla chiesa cattolica romana, sono stati salvati nel battesimo della fede, sono incorporati a Cristo, dunque, sono cristiani e fratelli. Da parte dei cristiani luterani è valido lo stesso principio verso i fratelli cristiani cattolici.
Sia i cattolici che i luterani sono uniti tra di loro nel corpo di Cristo, in quanto costituiscono le membra del suo corpo e per questo motivo, come scrive san Paolo: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato tutte le membra gioiscono con lui» (1Cor 12, 26). Se dunque un membro del corpo ha un problema di qualsiasi natura, tutte le altre sono coinvolte.
A causa di ciò, proprio perché entrambi, cattolici e luterani, appartengono allo stesso unico corpo di Cristo, i luterani sottolineano sempre che la loro chiesa non è nata con la Riforma, vivono infatti nella convinzione che le chiese luterane si sono originate nell’evento della Pentecoste e quando gli apostoli hanno annunciato il vangelo. In seguito, le chiese luterane hanno preso la loro forma definitiva mediante l’insegnamento e la guida dei riformatori. Questi, in realtà, non avevano in mente la fondazione di una nuova chiesa e secondo la loro convinzione personale non lo hanno fatto. Certamente, in qualche modo, volevano riformare la chiesa e così è stato laddove sono riusciti con la loro influenza e il loro carisma, anche se ci sono stati, in seguito, alcuni errori e atteggiamenti col tempo, molto probabilmente, fraintesi.
I cattolici e i luterani sono indubitabilmente membri dello stesso corpo di Cristo, per questo non è mai successo che non abbiano ricordato insieme i vari momenti della Riforma che, in seguito, ha portato a quella situazione per cui sono diventati due comunità separate, anche se, appunto, appartenenti sempre allo stesso corpo. Per questo forte legame esistente, sia i cattolici che i luterani tendono verso l’universalità della chiesa. Da una parte, infatti, riconoscono ciò che hanno in comune e li lega e di questo nessuno potrà mai dire il contrario, dall’altra, c’è la consapevolezza e il riconoscimento che qualcosa li divide; questo certamente è l’aspetto meno gioioso.
Ascoltando i luterani è chiara ed evidente la gratitudine verso Lutero e tutti gli altri riformatori che si sono succeduti, per tutto ciò che di buono hanno portato con il loro intervento. Per prima cosa, la fede in Cristo, nella comprensione di ciò che ha detto e fatto; quindi la grazia di Dio che ci raggiunge sempre e la fiducia nella sua promessa. Seguono, poi, la libertà, l’amore, la speranza, il contatto personale e vivo con la Scrittura, gli inni di gioia da innalzare a Cristo, il catechismo per vivere la fede ogni giorno.
È questo e altro ancora ciò che spinge i cristiani luterani alla celebrazione del 2017. In questo loro particolare momento di gioia non vogliono rimanere soli, non vivono l’evento solo per se stessi, ma cercano la condivisione con tutti gli altri cristiani. Questo è, in fondo, lo spirito che ha animato il concilio Vaticano II che ha fortemente sostenuto l’idea che i cattolici devono riconoscere e stimare i valori cristiani che sono patrimonio comune con i fratelli separati; si devono riconoscere sempre la ricchezza portata da Cristo e le opere buone e virtuose nella vita delle altre persone che rendono testimonianza a Cristo, a volte, anche a costo della propria vita.
Nella commemorazione del 2017 ci sarà spazio per condividere non solo la gioia, ma anche il dolore per i fallimenti e le colpe del passato, conflitti ormai superati. I luterani, ad esempio, non possono dimenticare quanto Lutero affermava nei riguardi degli ebrei, scagliandosi spesso contro di loro. Ci sono anche altri episodi che sono per i luterani di oggi motivo di sofferenza, come la persecuzione contro gli anabattisti da parte delle autorità luterane, e che Lutero sosteneva dal punto di vista teologico, così come altri momenti – soprattutto quando egli si trovò al centro dell’attenzione e tutti gli stavano addosso. Per questo, ora, i teologi luterani hanno un occhio critico nei riguardi di Lutero e il papa non viene più identificato come l’anticristo.
Appare chiaro che quando i cattolici e i luterani ricordano le varie controversie teologiche del periodo di Lutero, vanno considerate le circostanze di quel momento – alcuni eventi nel Cinquecento sono certamente stati tenuti poco sotto controllo. A quel tempo le questioni politiche e quelle teologiche spesso finivano per intrecciarsi e non di rado accadeva che un politico sfruttasse idee teologiche per raggiungere un proprio scopo; parimenti il contrario, che un teologo sostenesse la sua idea teologica con l’aiuto di strumenti politici.
Col passare del tempo e dopo la morte di Lutero, tra cattolici e luterani si sono create incomprensioni, pregiudizi, fraintendimenti che sono andati avanti nelle generazioni successive. Entrambi devono rivedere il proprio comportamento per condurre insieme fruttuosamente i prossimi dibattiti, evitando il ripetersi di errori passati, databili a 500 anni fa.
A partire dal battesimo si riconoscono entrambi cristiani, dunque tanto i cattolici quanto i luterani devono confrontarsi nella prospettiva del loro essere unità del corpo di Cristo e cercare ciò che può esprimere questa unità, mettendosi al servizio della comunità.
Nel dialogo si impara moltissimo e si costruisce una comunione che può fare del bene, pur con forme differenti. Va annunciato il vangelo, la fede in Cristo ed anche le tradizioni della chiesa precedenti, ma bisogna evitare che la rilettura della tradizione sia nuovamente motivo di contrasto, in modo che questo resti semplicemente un ricordo del passato. Una critica reciproca che sia costruttiva non deve mancare, così come l’incoraggiamento a proseguire nel cammino del dialogo, perché, comunque sia, nessuno può cancellare ciò che li unisce; è finito il tempo della condanna e del rimprovero reciproco. Il battesimo ci conforma tutti a Cristo Signore, che vuole l’unità, non la divisione.
Questa commemorazione permetterà a luterani e cattolici di apprezzare soprattutto le intuizioni di Lutero – insieme alla forte esperienza spirituale che ha segnato la sua vita – e di capire che entrambi devono operare nella comunità seguendo l’ascolto del vangelo di Gesù, il solo e unico mediatore, attraverso il quale Dio, nello Spirito Santo, fa dono di sé.
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