di Margherita Merone
Due giorni fa in una piccola chiesa al centro di Roma mi sono trovata senza volerlo ad ascoltare due suore che parlavano di una santa della quale non avevo mai sentito parlare, Santa Brigida. Mi sono avvicinata e le ho interrogate, la storia mi sembrava particolare e interessante.
Nel 1302 nacque in Svezia Brigida, nome che nell’etimologia gotica significa “luminosa”. Apparteneva a un alto ceto sociale, era ricca, non le mancava nulla. Si racconta che ebbe la sua prima visione quando aveva 12 anni, dopo aver ascoltato un sacerdote che spiegava la passione di Gesù. A 14 anni sposò Ulf, col quale seppe coniugare l’amore sponsale con la preghiera assidua, la contemplazione, lo studio della Scrittura, la carità, l’abnegazione. Nacquero ben otto figli, quattro femmine e quattro maschi ma solamente due rimasero in vita.
Brigida era una donna felicemente sposata, attiva, dinamica, intraprendente, coraggiosa, studiava e leggeva molto, soprattutto le opere di San Bernardo di Chiaravalle ed era appassionata di letteratura mistica. Fondò con il marito un ospedale prendendosi personalmente cura dei malati e dei poveri.
Fece con lui un pellegrinaggio a Santiago di Compostela e fu poco dopo questa esperienza che si chiuse una tappa della vita di Brigida per aprirsene subito un’altra, quella mistica. Dopo la morte del marito, gravemente ammalato, sentì che Cristo le affidava una nuova missione, cui seguirono grazie straordinarie. Da quel momento rinunciò a tutti i suoi beni conducendo, in una casa monastica, una vita di preghiera, contemplazione, penitenza, carità, umiltà. Fu in quel periodo che iniziarono le rivelazioni attraverso le quali ebbe luce su quanto avrebbe dovuto fare. La sua missione le fu chiara, doveva agire, così passò dalla contemplazione di Dio all’azione per Dio. Partì dalla Svezia con la figlia Caterina e raggiunse Roma per vari motivi: si avvicinava l’anno santo 1350 indetto da Clemente VI, voleva lottare per far tornare il papa da Avignone a Roma e sperava di ottenere l’approvazione dell’ordine religioso che aveva intenzione di fondare (Ordine del Santissimo Salvatore). Fece numerosi pellegrinaggi da nord a sud dell’Italia, fino a spingersi in Terra Santa insieme ai due figli, Burger e Caterina, e alcuni suoi amici.
Brigida era una donna indubbiamente energica, instancabile, pur soffrendo s’impegnava, amava la chiesa e lottava per essa con tutte le sue forze. Amava definirsi “sposa di Cristo” e quando descriveva l’esperienza mistica dell’unione con Lui usava toni di dolcezza infinita e al contempo di grande passione. La sua opera mistica porta il titolo “Rivelazioni”.
Morì a Roma nel 1373. Saranno i figli a riportare la salma in Svezia. Fu canonizzata meno di 20 anni dopo. Papa Giovanni Paolo II nel 1999 la proclamò compatrona d’Europa insieme a Santa Teresa Benedetta della Croce e Santa Caterina di Siena.
Leggendo la vita di questa donna non ho potuto fare a meno di ritenerla un modello da seguire. È stata un continuo dono per gli altri, ha detto sì a essere moglie, madre, membro d’azione della chiesa, non ha ceduto alla debolezza, mostrando una grande forza sia fisica che spirituale in ogni istante della sua vita. Innamorata di Cristo, non ha mai volto lo sguardo indietro, mai perso l’orientamento, diretta sicura verso il fine, nel rispetto di se stessa e degli altri.
Con la sua testimonianza sento aumentare il coraggio di lasciare aperto il cuore a Dio, al prossimo, superando ogni difficoltà, comprese le barriere dell’orgoglio, dell’egoismo, dell’indifferenza, del pregiudizio, continuando il mio cammino verso l’Amore assoluto. Tutti siamo chiamati ad essere santi e seguendo l’esempio di Santa Brigida, a diffondere e a difendere la fede come veri testimoni di Cristo.
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