Dal diario di un’olandese volante (n. 26 – Donne che odiano le donne)

di Endriu

piatti da lavareOra che vi ho raccontato un po’ le fisime delle due coinquiline che hanno influenzato di più la mia vita nell’appartamento di Via Irnerio, cioè Enza la punkabbestia (Dal diario di un’olandese volante n. 21) e Mara la Comare (Dal diario di un’olandese volante n. 24), passo alle altre due ragazze che stavano con noi. Anna Pia veniva dalle Marche, come Mara, il che ha creato un’alleanza automatica – come sono soliti fare gli italiani. C’era un problema, però: Anna Pia stava sempre col ragazzo, che viveva a due passi da noi. L’uomo di Mara, invece, stava nelle Marche, per cui era obbligata a fare la nonna pigiama in casa. Di conseguenza non poteva zitellare con Anna Pia, che spesso spariva per giorni interi da casa nostra, e l’amore tra lei e Mara finì presto. Il bello è che Anna Pia ci lasciava sempre i suoi piatti da lavare, appoggiandoli pure nel lavandino, così eravamo costretti a lavarglieli. Mara si arrabbiò assai. Forse era una forma di auto-giustizia, uno sconto morale per il fatto di pagare le bollette senza essere in casa, fisicamente, a consumare luce, acqua e gas. Eppure non era giusto, anche perché se quella stanza non serve, si dovrebbe lasciare a una persona che ne ha veramente bisogno. 

rimanere incintaA un certo punto Anna Pia rimase incinta, e decise di sposarsi con il suo uomo. Oddio, decise. Dai pettegolezzi delle altre mi sembrò che fosse una mossa piuttosto obbligata, visto lo scandalo che avrebbe creato la sua gravidanza giù nelle Marche: a quanto pare, Anna Pia veniva da una famiglia tradizionalista e cattolica. Quindi lasciò la casa, finalmente, ma non in pace: Mara e Loredana, l’ultima coinquilina (marchigiana pure lei) di Via Irnerio, si sono offese perché Anna Pia non gliel’aveva detto, di essere incinta. Non era solo una cosa di donne, o di amicizia – c’era anche il fatto territoriale che secondo me ha inciso sulla loro indignazione. Mi ricordo una sera in cui le due zitelle – anche Loredana aveva una relazione a distanza, quindi nonna pigiama pure lei – hanno visto Anna Pia già in Via Irnerio, per caso, e si sono incazzate come delle iene. All’epoca si era già trasferita dal futuro marito. Credo che le avessero mandato un messaggio e lei non avesse risposto. Quando l’hanno vista sotto casa senza che si fosse fermata da noi, beh, c’è stato il putiferio! ‘Anna sei bassa e non solo fisicamente!’, le scrisse Mara in un altro messaggio. Effettivamente Anna Pia era un po’ bassottina. Che storie, però. 

bagno occupatoLoredana, al contrario, era alta, bionda e con gli occhi azzurri. Non so se era la più ‘anziana’ in casa, ma aveva il classico complesso di chi è arrivata prima e dunque ha più diritti delle altre. Tipo il bagno. Ne avevamo uno solo, ed eravamo in cinque (quattro, meno Anna Pia). Ora questo non era un grosso problema per me che nel bagno non ho mai passato più di mezzora in un colpo, almeno fino a quando non mi sono appassionata al trucco. Enza era peggio, essendo egocentrica e narcisista: aveva sempre i capelli da stirare o da arricciare, oppure il trucco da fare, prima del solito aperitivo con gli amici. Mara, invece, aveva i suoi orari notturni che le cambiavano tutti i ritmi, quindi non ci beccavamo quasi mai. Anna Pia, appunto, non esisteva. Ma Loredana c’era, eccome. Studiava farmacia e aveva dei corsi obbligatori. Questo – secondo lei – le dava tutti i diritti al bagno, quando e quanto le serviva. Così se dovevo solo lavarmi i denti, lei pretendeva che la facessi passare davanti, come se io non avessi niente da fare! In cucina aveva altre regole cretine: conservo ancora un post-it che aveva appiccicata una volta sul muro della cucina, perché QUALCUNO non aveva asciugato abbastanza bene una pentola. Poveretta! 

Alla fine anche Loredana se n’è andata, dopo la laurea. La stanza sua e di Anna Pia si sono svuotate, il che ha provocato un giro di spostamenti interni e continui arrivi di ragazze vecchie e nuove, con tanto di odio e drammi. Ma questo ve lo lascio per la prossima volta.

editing by Beatrice Nefertiti

 

 

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