Sono in balcone ad annaffiare le piante quando vedo una bimba di 10 anni , seduta sul marciapiede, che ha in mano un libro: Piccole donne di L.M. Alcott. E’ esilarante, quasi in modo drammatico, ma pur sempre esilarante. Ho trent’anni più di lei e trenta ne aveva più di me la zia che per la prima comunione arrivò con il medesimo libro con copertina telata e ricami in oro. L’iniziazione.
Quante generazioni di piccole donne! Un libro per signorine che non doveva mancare in nessuna biblioteca familiare. Era la risposta femminile alla Capanna dello Zio Tom.
Sono piccole donne, Meg, Jo, Beth e Amy, le sorelline March che devono affrontare la vita senza troppe paure. Il padre che parte per la guerra, le economie di casa, le malattie, le partenze e i ritorni, la speranza e la morte. Ma le sorelle March vanno sempre avanti, insieme, legate da un affetto speciale, fatto anche di piccole incomprensioni. Meg lavora come istitutrice, Jo scrive i suoi romanzi, Beth suona il pianoforte e Amy, la più piccola, il diavoletto di casa. Per fortuna c’è la mamma, e anche tanti amici. In tante famiglie ci sono le Meg, le Beth, ma poche Jo. La Alcott lo sa, è stata costretta a saperlo.
Aveva scritto molti racconti precedentemente, dove la tragedia familiare era ben diversa. La condizione della donna dell’800, la condizione di donna da secoli. Crudeltà, ironia, gioia, dolore, sono veri. Niente falsi buonismi… solo donne arrabbiate, festose, che tirano calci e proiettano carezze senza miele scadente.
Tanti racconti,dunque, dove una Jo è sempre protagonista. Combattiva, energica, vincente… e perdente: una donna come tante. Una casa editrice dopo duecento anni decide di raccoglierli in un libro, Piccole donne uccidono: una folgorazione per me! Sono stata una bimba di dieci anni ed ora una aspirante scrittrice. Lo leggo mentre giro il sugo e mi accorgo che quella scrittura non poteva e non doveva appartenere a un club di piacere esclusivo. No, non si poteva, ed anche oggi meschinamente le scrittrici si scontrano contro le Meg , le Beth e le Amy di tutto il mondo con tanta fatica per combattere l’anonimato.
Stiro, piego i panni, e mi dico: quanta fatica la Alcott.
Appuntava la sua Jo mentre faceva il bucato? Forse sì, ma la sua Jo era sfortunata. Le aveva dato rilevanza, spessore, ma Liz Taylor era troppo bella con la mollettina al naso. Voleva non dare sesso ai suoi racconti.
Il lettore doveva e deve essere neutro, asessuato.
Scrisse Piccoli uomini. Non fu vincente. Nelle biblioteche non c’è spazio per piccoli uomini. Tentò la vendetta con Piccole donne crescono. Ma non andò. No.
Smetto di lavare i piatti e penso: chissà forse se Saffo fosse stata vicina di casa delle sorelle March, Jo non avrebbe scritto sdraiata sul tappeto, con quel vestito ingombrante. Avrebbe avuto un bello scrittoio, una lampada ad olio che rifletteva sulla finestra immagini confuse, creando la giusta atmosfera, mentre il Professore era intento a fare i muffy. (Allora sì, sarebbe stato adeguato anche Rossano Brazzi).
Le Jo scrivono sottraendosi furtivamente ai ragù, ai bucati, raccontano e si raccontano, evitando le maschere dei comici dell’arte, inutili e ingombranti. Scrivono per tutti, ma non raggiungono mai Lo Scrivere. E’ buffo ma lo dice anche la lingua, la parola Scrivere è preceduto da un articolo maschile: LO
Dopo duecento anni Piccole donne uccidono resta sconosciuto a molti, come la miriade di scrittrici che hanno assassinato Meg, Amy e Beth, mentre la capanna dello zio Tom, sempre più solida, continua ad affollarsi di Jhonny e bambine deliziose che si rincorrono e piangono. Che dire? Speriamo che crolli!
Dedicato a Louise May Alcott
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anche stirare e partorire sono preceduti da un articolo maschile, e allora? piccole donne è per chi ha il coraggio di leggerlo, bambina o bambino che sia.