Dio scelse di essere Giuda!

Il bacio di Giuda - Caravaggio

Attenzionein quest’articolo viene ribaltata la verità tra Dio e Gesù. Essendo un tema delicato, se ne sconsiglia vivamente la lettura a coloro che, per una ragione o per l’altra, non ammettono alcun tipo di riflessione sul dogma e sulla fede. Quello che leggerai qui non è una cosa semplice da accettare, da ammettere e forse, nel corso della lettura, andando avanti con le parole, le frasi, molte delle tue credenze si sfalderanno oppure saranno, al contrario, fortificate. Sappi che in nessun modo è mia intenzione offendere la tua intelligenza, la tua morale o la tua religione. Tutto questo è solo il frutto di un’analisi, di un punto di vista e forse di un’aberrazione intellettuale. Buona lettura.

Siamo tutti al corrente del fatto che Giuda abbia tradito Gesù, ma riflettendo un po’, sovviene una domanda: era proprio necessario che Giuda tradisse? Ovvero era necessario che ci fosse qualcuno che identificasse Gesù? Insomma, era proprio fondamentale che ci fosse qualcuno a identificare un maestro che quotidianamente predicava nella Sinagoga e che faceva miracoli dinanzi a migliaia di persone?

Prenditi qualche secondo prima di proseguire. Prova a dare una risposta alla domanda, quindi proseguiamo.

Probabilmente la tua risposta è che non era necessario il tradimento di un apostolo, ma diamo per scontato che non si tratti di un errore delle Sacre Scritture, sarebbe intollerabile e lo sarebbe ancora di più credere che sia stato un fatto casuale! Sarebbe come ammettere che il sacrificio di Gesù sia stato l’evento generato da un “lancio di dadi” o del destino. Perfino Einstein disse che “Dio non gioca a dadi”; non ci resta che cercare di capire se possiamo azzardare un’ipotesi alternativa.

A questo punto ci viene da affermare che il tradimento di Giuda non fu casuale, anzi fu cosa prestabilita e che ebbe il suo luogo misterioso nell’economia della redenzione.

In altre parole, il tradimento fu deciso da Dio: era necessario. Perché? Proviamo a dare una risposta soddisfacente.

Incarnandosi il Verbo passò dall’Eternità alla storia e dalla felicità senza limiti, alla mutazione e alla morte. Per rispondere a tanto sacrificio, era necessario che un uomo, in rappresentanza di tutti gli uomini, facesse un sacrificio analogo.

Quest’uomo potrebbe essere stato proprio Giuda e spiego perché.

Giuda, unico tra gli apostoli, intuì la segreta divinità e il terribile proposito di Gesù. Il Verbo si era abbassato alla condizione mortale; Giuda, discepolo del Verbo, poteva abbassarsi alla condizione di delatore (l’infamia peggiore tra tutte le infamie).

L’ordine inferiore è uno specchio dell’ordine superiore, le forme della terra corrispondono alle forme del cielo, cosicché Giuda rispecchiava, in qualche modo, Gesù stesso. Di qui i trenta denari e il bacio, di qui la morte volontaria per meritare ancora di più la Riprovazione, così si spiega l’enigma di Giuda, il traditore per scelta.

Prima di chiudere questa pagina e pensare di non leggermi più, t’invito a prenderti un’altra pausa.
Rileggi, riflettiamo insieme.

Dio disponeva di considerevoli risorse offerte dall’Onnipotenza, non aveva bisogno di un uomo per redimere tutti gli altri uomini. Da quest’analisi possiamo addirittura proporre un movente che ricade nell’ascetismo iperbolico:

l’asceta, per la maggior gloria di Dio, avvilisce e mortifica la carne, Giuda fece la stessa cosa con lo spirito: rinunciò all’onore, rinunciò al bene, rinunciò alla pace, rinunciò, di conseguenza, al Regno dei Cieli.

Un po’ come coloro che, meno eroicamente, rinunciarono al piacere terreno.

Giuda premeditò con lucidità terribile le sue colpe. Nella sua esagerazione ascetica, scelse quelle colpe prive di qualsiasi virtù, agì con gigantesca umiltà, si stimò indegno d’essere buono. Giuda cercò l’Inferno, perché la felicità del Signore gli bastava, pensò che la felicità, come il bene, sia un attributo divino cui non debbano usurparne gli uomini.

Giuda che rinuncia a tutto per il suo Signore. E ora attenzione, c’è dell’altro, ma, se vuoi, puoi anche fermarti qui. In fin dei conti è già tanto questa rivalutazione di Giuda, non credi?

Curiosità o coraggio, che ti spinge a leggere? Allora svelo qualcosa di ancora più spiazzante: possiamo azzardare un’ipotesi da brivido, mostruosa eppure così semplice, freddamente logica.

Dio s’abbassò alla condizione di uomo per la redenzione del genere umano; ci è permesso di pensare che il suo sacrificio fu perfetto, non invalidato o attenuato da omissioni, ma limitare ciò che soffrì all’agonia di un solo pomeriggio sulla croce, sembra quasi una bestemmia.

Affermare che Dio fu un uomo incapace di peccato, implica contraddizione: gli attributi di impeccabilità e disumanità sono incompatibili. Insomma, il Redentore poté sentire, in quanto uomo, il freddo, la fatica, il turbamento, la fame e la sete, pertanto è anche lecito ammettere che poté peccare e perdersi.

Il famoso passo “salirà alla radice da terra arida; non v’è in lui forma né bellezza alcuna. Disprezzato come l’ultimo tra gli uomini, uomo di dolori, esperto in afflizioni” (Isaia LIII, 2-3) è per molti una profezia del Crocefisso nell’ultima ora della sua morte, ma è proprio così?

Ripensiamoci sulla base di quanto detto fino a ora; il passo c’induce a pensare che la profezia d’Isaia non si limita a un giorno, a un solo pomeriggio d’agonia, ma va oltre, si propaga nel tempo, nell’atroce avvenire dell’Eternità.

Di seguito, la mostruosa conclusione e ti prego di perdonare la mia audacia, il mio pensare laterale, estremo nella sua logica.

Ecco una verità alternativa a tutto ciò che sappiamo: Dio si fece interamente uomo, uomo fino all’infamia, uomo fino alla dannazione e all’abisso. Per salvarci avrebbe potuto scegliere uno qualunque dei destini che sottendono la complessa rete della storia, avrebbe potuto scegliere d’essere Alessandro o Pitagora, Rurik o Gesù, invece scelse un destino infimo, Dio scelse di essere Giuda.

Massimo Petrucci
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4 Replies to “Dio scelse di essere Giuda!”

  1. Ciao Massimo.non ho un orientamento religioso;sono convintamente agnostica pur essendo cresciuta in un ambiente di fede cattolica.Con il diventare adulta e con gli studi,ho incominciato a pormi delle domande alle quali ancora oggi non so dare risposta.A volte invidio coloro che sono certi della loro verità e che non si fanno attraversare dal dubbio..Comunque la tua tesi è affascinante e per molti versi condivisibile.Non posso dirti altro,perchè non ne ho una mia. Mi piace molto il tuo modo di argomentare,sono veramente contenta di poterti leggere..Ti mando un saluto affettuoso!Brigida

    1. Ciao Brigida,
      con gli anni ho imparato a diffidare di coloro che hanno “la verità”, questi dispensatori di certezze universali di solito sono alla base di guerre e stragi. Il dubbio spinge alla riflessione, all’approfondimento e, di conseguenza, alla crescita. L’unica cosa a cui bisogna fare attenzione è che il dubbio non c’immobilizzi.

      Ti ringrazio per i tuoi complimenti e spero di leggere ancora altri tuoi commenti.

      A presto,
      Massimo

  2. C’è un’altra teoria, che sicuramente conoscerai e sarebbe che Gesù chiese a Giuda di tradirlo, perchè si adempisse il sommo sacrificio. Gesù rivelò a Giuda i segreti dello Spirito e a nessun altro e chiese a Giuda di sacrificarsi per lui. Mettiamoci nei panni di Giuda: passare alla storia come l’infame, il traditore, quando invece Giuda era l’Apostolo prediletto del Maestro.

    1. Ciao Amelia,
      grazie per il tuo commento.

      Conosco questa “versione dei fatti”, tutto sommato sposta di poco il concetto base per il quale Giuda non è un traditore, anzi è (potrebbe) essere addirittura la Divinità.

      Però questa versione ha molti limiti, alcuni dei quali presentati nel mio articolo. Ad esempio: era necessario chiedere a Giuda chi fosse Gesù? Possibile che non lo avessero mai visto? O che avessero ancora dubbi sulla sua identità?

      Perché poi una divinità ha avuto necessità di un semplice uomo?

      Infine, se così fosse, il tradimento di Giuda è solo una facciata per noi uomini,l’apostolo, a questo punto, non è stato di certo condannato dalla Divinità.

      E’ chiaro che la verità ha a che fare con la fede e la fede è un fatto personale e non dimostrabile.
      Noi qui ci “divertiamo” solo ad immaginare improbabile scenari alternativi.

      Grazie ancora.

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