In questi giorni ho letto su un quotidiano la spiegazione che un comune cittadino, come me e voi, dà della crisi economica che ci sta devastando la vita. Eccone un pezzetto:
Cronistoria di una crisi preannunciata
Caro Direttore, breve cronistoria di come siamo arrivati fin qui secondo un comune cittadino.
Un gruppo di speculatori internazionali si inventa l‘economia virtuale, basata su calcoli speculativi slegati dall’economia reale. Varie banche propongono ai propri clienti di acquistare valori mobiliari collegati a mutui e prestiti concessi in modo facile. Coloro che hanno acceso mutui e prestiti, a un certo punto, non pagano più le rate, impossibilitati da un carico di debiti dovuti a uno stile di vita superiore alle proprie possibilità. Le banche non fanno nulla per limitare un insensato accesso al credito. Nel frattempo i governi, centrali e locali, fanno essi stessi ricorso a titoli derivati. Alcuni di questi ne pagano le conseguenze. Ad un certo punto (nel 2008) i mancati pagamenti di mutui e prestiti divengono tali che gli investitori non vedono rientrare i propri guadagni da capitale.
Si innesca un meccanismo perverso per cui gli investimenti si riducono drasticamente, alcune banche d‘affari falliscono, parecchie aziende emissarie di titoli spazzatura vengono travolte dai debiti. Le banche corrono ai ripari, trattenendo liquidità per coprire i debiti futuri dovuti a incagli e sofferenze. Le aziende non hanno più accesso al credito, pertanto non possono né investire, né pagare i fornitori. Non riuscendo a soddisfare le commesse, la produttività si riduce, per alcuni si estingue. Molti lavoratori vengono licenziati, non essendo più necessari ai fini produttivi. Di nuove assunzioni non si parla nemmeno. A tutto ciò si unisce: l‘ignavia dello Stato, che potrebbe fronteggiare la situazione con l’avvio di lavori pubblici, ma è esso stesso un cattivo pagatore, giacché le aziende attendono i pagamenti dallo Stato anche 300 giorni; una classe industriale che vive di rendita di posizione; una classe politica intenta a curare il proprio orticello.
Questo signore è fin troppo buono, perché non aggiunge i danni mostruosi causati dalla corruzione e dalla massiccia evasione fiscale che rendono qualsiasi manovra economica un patetico tentativo di tappare il buco della diga con il dito, una pezza propagandistica per depredare sempre le stesse tasche, ormai vuote, e non andare mai a pescare dove sono veramente i soldi. Però, leggendo questa semplice e chiara spiegazione, mi è venuto in mente anche Nanni Moretti quando diceva “Le parole sono importanti”. Poiché, oltre a derubare sempre i più poveri, ci prendono anche in giro con un lessico da spocchiosi – da sborini del cazzo, come diciamo noi in Romagna – credo di fare una cosa utile tentando di stilare un vocabolario minimo per non bocconiani.
Default
Bancarotta, fallimento. Non è bello quando uno Stato va in default, perché non ha più i soldi per pagare stipendi, pensioni e servizi pubblici. Così, per evitare il default, i tecnici hanno saggiamente studiato di tagliare gli stipendi, le pensioni e i servizi pubblici: almeno rimangono quei dodici miliardi di euro per comprare gli F-35.
Economisti
Un insieme di braccia rubate all’agricoltura che da mattina a sera ci spiegano come uscire dalla crisi. Pare che sia facilissimo: ridurre la spesa per i servizi sociali (loro lo chiamano “tagliare gli sprechi”), abbassare gli stipendi di operai e impiegati di basso livello (“ridurre il peso della fiscalità sulle imprese”), ridurre le pensioni (“adeguare l’età pensionabile all’allungamento della vita media”). Costoro sono professori universitari, consulenti aziendali o simili, che svolgono professioni di tutta tranquillità, poco impegnative e ben remunerate, in cui guadagnano in un mese quanto un operaio guadagna in un anno. Non sanno che cosa significhi lottare per arrivare a fine mese, andare in un ospedale pubblico, arrivare a casa la sera fisicamente distrutti dopo una giornata di lavoro in piedi. I loro figli vanno alla scuola privata. Distruggere le pensioni, la sanità pubblica, la scuola pubblica, per loro è una cosa del massimo disinteresse. Non me ne vogliano i politically correct a ogni costo, ma noi in Romagna riassumiamo questa scuola di pensiero con poche, semplici parole, concise e compendiose: “È facile fare il finocchio col culo degli altri”.
Firewall
Barriera invalicabile che protegge gli interessi degli speculatori dalle insane pretese dei cittadini comuni. E che si fottano, come ha detto l’ineffabile deputata spagnola del partito popolare, Andrea Fabra. Se non altro, apprezziamo l’onestà: tutti al governo lo pensano ma nessuno ha il coraggio di dirlo.
Fiscal compact
Uno di quei termini che in inglese si chiamano “false friends”, non significano quello che sembrano. Non è un patto per far pagare le tasse a tutti (e che, scherziamo?) ma un nodo scorsoio che in automatico ogni anno taglia la spesa sociale finché il bilancio dello Stato non va in pareggio. In questo modo in Italia si raggiungerà il secondo miracolo economico: pareggiare il bilancio e far fuori tutti gli italiani inutili, i vecchi, i malati, i poveri… Germania batte Italia uno a zero, arriviamo allo stesso risultato senza la fatica di costruire i campi di sterminio.
Flessibilità
Moderno mercato del lavoro in cui la precarietà è sconfitta alla radice del termine, perché tutti i lavoratori sono precari e nessuno è trattato meglio degli altri. Questa tecnica permette di risolvere un dilemma apparentemente insolubile: come dare posto ai giovani senza mandare in pensione i vecchi. Facile: come compiono cinquant’anni li si licenzia. Come campano? E che cavolo ce ne frega, noi siamo tecnici, mica la Caritas.
Governo tecnico
Consiglio di amministrazione nominato dalle principali banche e multinazionali che vogliono farla finita con quella grottesca e antiquata commedia chiamata “democrazia”. Basta pensare che l’avevano inventata in Grecia… Come potrà essere roba ancora buona?
Moral suasion
Quando Napo l’Orso capo deve dire al PD di non disturbare i manovratori. Perché, ce n’era ancora bisogno?
Patto fra generazioni
Gli anziani non vanno più in pensione, per non gravare sulle spalle dei giovani, i quali però non vanno più a lavorare perché i posti sono occupati dagli anziani. Per rimediare a questo circolo vizioso, alla Bocconi hanno studiato la flessibilità (vedi definizione).
PD
Una volta si chiamava DC, poi hanno fatto fare un giro alle lettere. Per prendere aria.
Scuola di Chicago
La teoria economica che va per la maggiore. Scaricare gran parte delle tasse sui ceti medi e medio bassi, mentre chi guadagna di più deve pagare meno tasse. Questo perché, pagando meno tasse e bassi salari – sostengono questi signori – si assumono più dipendenti e quindi si abbassa la disoccupazione. L’esempio classico lo abbiamo avuto nell’estate del 2011, quando il miliardario Warren Buffet, intervistato alla TV, dichiarò candidamente che lui pagava il 17% del suo reddito in tasse, mentre la sua segretaria pagava il 41%. Curioso che la teoria economica più di moda nel mondo, tradotta in pratica, abbia voluto dire semplicemente licenziare migliaia e migliaia di dipendenti pubblici, tagliare i servizi sociali e tassare i beni aumentando l’IVA. C’era bisogno di farne una teoria economica? Bastava seguire la buonanima di Maria Antonietta. “Il popolo non ha pane? Dategli le brioches”.
Spending review
Esemplare di manovra estiva in cui si tagliano 18.000 posti letto negli ospedali ma si comprano cento aerei da guerra, anche se quel vecchio pezzo di carta straccia chiamato “Costituzione” dice che “l’Italia ripudia la guerra”. E noi mica la facciamo, la guerra. Compriamo solo gli aerei. Poi stanno lì, non si sa mai che ci venga voglia di invadere San Marino.
Spread
Mostro multiforme che viene abilmente evocato ogni volta che bisogna convincere gli italiani a prenderlo nel posto un altro po’. Pare che sia il nome di una marca tedesca di vaselina.
Troika
Creatura mitologica a tre teste in confronto alla quale Cerbero era un tenero cucciolo. Cala dal Nord Europa e come un avvoltoio piomba sui paesi in difficoltà e chiede più sacrifici del Minotauro. Non a caso in Grecia si sta formando il movimento “Torna a casa, Minosse”.
Concludo ringraziando il cielo di non avere figli, così non corro il rischio di sentirmi dire “Mamma mamma voglio fare la Bocconi”. Purtroppo, per aver ammazzato un figlio idiota a colpi di machete, non danno un premio, ma l’ergastolo.
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