di Margherita Merone
La Risurrezione di Cristo è l’evento culmine della fede cristiana, unico e irripetibile. Fin dall’inizio è stato il centro della predicazione, la sostanza del cristianesimo e sarà così fino alla fine della storia. Si suole definire la Risurrezione un evento metastorico con valenza storica: nessuno vi ha assistito direttamente, non ci sono testimoni oculari dell’avvenimento, non è descritto da nessuno dei quattro evangelisti, né possiamo minimamente immaginare come sia accaduta, tuttavia è un avvenimento storico, accaduto realmente nella storia con testimonianze attestate storicamente. L’evento trascende la storia stessa, non può che essere un mistero della fede che va creduto per fede.
Ciò che attesta la Risurrezione sono due segni, il sepolcro vuoto e le apparizioni di Cristo Risorto. Per quanto riguarda il sepolcro vuoto c’è da dire che non possiamo determinarlo come prova diretta in quanto il corpo potrebbe essere stato portato via, ma la scoperta della sua mancanza ci porta nella direzione di un riconoscimento di altra natura, l’evento della Risurrezione, che non poteva essere frutto dell’opera umana; qualcosa di troppo grande a comprendersi doveva essere accaduta. Le apparizioni del Risorto sono documentate sia nei Vangeli, che in Atti e nelle Lettere Apostoliche. Si parla di più apparizioni, non solo subito alle donne che ne diedero l’annuncio, ma agli Apostoli nel Cenacolo, ai discepoli diretti a Emmaus, a Tommaso, sulle acque del lago, a più di cinquecento fratelli in una sola volta e ultimo fra tutti, a Paolo. È Cristo stesso che prende l’iniziativa, che permette che si veda il suo corpo risorto che è quello che era stato crocifisso, mostrando i segni della passione sulla Croce. Fa capire che da quel momento la sua condizione è cambiata, è totalmente nuova, ha un’altra dimensione, non è più “secondo la carne” ma “secondo lo Spirito”. Affida agli Apostoli e ai discepoli la missione di annunciare la sua morte e Risurrezione, quello che viene chiamato kerigma. La più antica testimonianza della Risurrezione ci è data da Paolo: “A voi infatti ho trasmesso anzitutto quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto” (1Cor 15, 3-8). Non solo la sua Risurrezione, anche il suo Vangelo deve essere predicato ad ogni creatura, e Gesù dice “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19).
Una grande prova che conferma la storicità della Risurrezione è l’apparizione prima di tutto alle donne che al tempo, nel loro contesto ebreo, non erano tenute affatto in considerazione; era difficile fidarsi della testimonianza di una donna, sia nell’ambito sociale che giuridico ma ciò trova invece fiducia da parte degli evangelisti che lo scrivono senza problemi.
La Risurrezione è un qualcosa di profondamente diverso che un semplice ritorno alla vita terrena, il corpo risorto di Cristo passa dalla morte ad una vita che sta oltre lo spazio e il tempo. Con la risurrezione l’Agnello di Dio non è più legato a leggi fisiche, può attraversare le porte, può apparire quando vuole, partecipa della vita divina col suo corpo glorioso, pieno della potenza dello Spirito Santo. È la prova che Cristo è il Figlio di Dio: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’Uomo allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso ma parlo come il Padre mi ha insegnato” (Gv 8,28). È la pienezza e sintesi del progetto divino, è opera della Trinità, del Padre che risorge il Figlio manifestando tutta la sua potenza, del Figlio che torna in vita dopo aver compiuto la missione affidatagli dal Padre, dello Spirito la cui azione vivifica e glorifica il corpo di Cristo risorto. La Risurrezione è un evento universale che travolge tutta la storia e l’esistenza di tutti gli esseri umani, mettendoci di fronte ad una scelta che ha a che fare col senso che intendiamo dare al dono della vita ricevuto.
Credere che Cristo è risorto è il fondamento della fede cristiana, altrimenti, come ha sottolineato San Paolo: “Se Cristo non è risorto, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede” (1Cor 15,14) ma non c’è motivo di dubitare perché l’angelo ha detto alle donne di non aver paura: “So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto!” (Mt 28,5.6).
Nella Croce si rivela il massimo dell’Amore, l’espressione ineffabile nel dono di sé all’altro da sé, nella Risurrezione si rivela la potenza suprema di Dio.
In copertina: Roberto Alabiso, Resurrezione di Cristo
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