Gesù e la religione islamica

 

di Margherita Merone

 

 

Generalmente si dedica grande spazio alla figura di Gesù visto dagli ebrei, ma poche volte ci si interroga su come viene considerato nell’Islam. Voglio contestualizzare la problematica cercando di capire se possa esserci veramente un dialogo tra il Cristianesimo e l’Islam. Specialmente negli ultimi anni, dopo il Concilio Vaticano II, la chiesa ha cercato punti in comune tra le due religioni, sapendo bene e non si può negare, che ci sono tra loro grandi differenze. La chiesa cattolica, così come leggiamo nel documento conciliare Nostra Aetate (“Nel nostro tempo” tratta i rapporti tra la chiesa cattolica e le religioni non cristiane) rispetta e vede con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Si dice ancora che essi cercano di sottomettersi con cuore devoto ai decreti di Dio, così come si sottomise Abramo, a cui anche la fede islamica si riferisce. Nella Lumen Gentium (“Luce delle genti”, costituzione dogmatica sulla chiesa) si accenna ai musulmani che adorano un Dio unico e misericordioso.

La religione islamica è dunque monoteista. Si deve il suo ingresso, nella città della Mecca, a Maometto, considerato l’ultimo profeta mandato da Dio per riaffermare la Rivelazione. Questa religione vive fortemente la trascendenza di Dio e si basa sulla fede di Abramo che unisce gli ebrei, i cristiani, i musulmani e diventa in questo modo riferimento di vera fede e di obbedienza totale a tutti i decreti di Dio. Punto in comune allora è l’essere disponibili e aperti a qualunque sia la volontà di Dio, che è suprema e va seguita sempre e la preghiera costante quale atteggiamento di creatura davanti al Creatore, all’Assoluto.

Due sono i punti specifici che fondano la differenza della religione cristiana con l’Islam: il tipo di unicità di Dio e il fatto che Gesù, quale vero e unico mediatore, fa parte di questa unità. Il Dio cristiano è Uno e Trino, unità sostanziale di Dio in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. L’identità dei cristiani si fonda sulla Rivelazione storica, Dio si è rivelato in Gesù Cristo ed è proprio questo il punto discriminante, quello che assolutamente non viene accettato dai musulmani. Maometto predicò il Corano alla Mecca poi a Medina, da allora tutti quelli che seguono la religione islamica considerano Gesù figlio di Maria, un grande profeta ma niente di più, e che Gesù sia Dio non è pensabile, un Dio uni-trino non si può accettare.

Come è visto Gesù nei testi del Corano? Nei 114 capitoli del Corano, detti Sure, si parla di Gesù in 15 capitoli, per un totale di 93 versetti, 57 dei quali si riferiscono alla predicazione alla Mecca e i 36 rimanenti al periodo di predicazione a Medina. È soprattutto a Medina che è forte l’insegnamento del Corano su Gesù, si accentua quanto c’è di diverso tra la fede cristiana e quella musulmana. Si parla di Gesù, appunto, solo come un grande profeta, nato da MariaGesù e i discepoli Vergine, e questo è possibile grazie alla potenza di Dio. Gesù, un profeta, un uomo sottomesso come fu Abramo, non è Dio, quella che viene negata è l’Incarnazione.

Per i cristiani tutta la vita di Gesù, ciò che dice, come si comporta, tutto quello che compie sono segni della sua divinità, così come la sua nascita da una Vergine, i miracoli e potrei continuare, ma il punto è che per il Corano questi sono solamente segni della potenza di Dio e nient’altro. I miracoli possono essere anche plausibili, guardando però a Gesù come ad un uomo totalmente sottomesso (un muslim) a Dio, islam infatti si può tradurre con “sottomissione”, “consegna totale di se stessi”. Anche la morte di Gesù è vista come inaccettabile perché Allah non lascerebbe mai morire un profeta in croce, in modo così ignominioso.

Riguardo alla controversia su Gesù, in un capitolo del Corano si legge che non c’è divinità se non Allah che è saggio, potente e va adorato. Non ci si deve considerare gli uni gli altri al di fuori di Allah; anche Abramo non era ebreo né cristiano, era sottomesso ad Allah.

Per maggiore completezza elenco anche i cinque doveri che ogni credente musulmano deve fermamente osservare: pregare cinque volte al giorno, dare soldi ai poveri, testimoniare la fede, digiunare nel mese di ramadan dal sorgere del sole al tramonto e fare un pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita.

Dopo una rapida visione d’insieme, se guardo al volto di Gesù così come risalta nei testi del Corano mi rendo conto che è descritto in modo veramente riduttivo rispetto a come viene confessato da sempre dai cristiani. Certamente la sua figura è stimata e il suo insegnamento è visto con rispetto, ma rimane una lettura, un’interpretazione nell’ottica religiosa e profetica. Si potrebbe pensare ad una considerazione maggiore, tuttavia il punto fondamentale è il non riconoscimento come Redentore, come “il Figlio di Dio”: per l’Islam, Egli non si è incarnato, non è consustanziale, ossia non è della stessa sostanza del Padre, dunque la Trinità non esiste. Gesù viene chiamato l’Unto ma non è il Messia atteso, è un profeta che ha ricevuto un’unzione, è solo un uomo, non c’è in lui traccia di divinità.

Il pensiero musulmano non comprende che per il cristianesimo è proprio la sovrabbondanza, l’eccedenza dell’amore di Dio ad incarnarsi, a manifestarsi come storia di amore. Gesù Cristo è il vero mediatore, è totalmente dalla parte di Dio e totalmente dalla parte dell’uomo; Egli, l’unico generato, appartiene alla Trinità dell’Unico Dio.

Quello che penso io? Non sono certamente le differenze tra le varie religioni a cambiare quello che siamo tutti, in tutto il mondo: persone umane.

 

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