di Antonella Caruso
Diciamocelo sinceramente, quando inizia un amore siamo tutti pronti a dire frasi (stupide) del tipo “muoio per te” con il desiderio che il per sempre si protragga anche nell’Aldilà. Nessuno, o quasi, però all’alba di una nuova relazione, immagina di trovarsi a dover scegliere la collocazione delle “povere ossa” nella cripta di famiglia… la sua!
Così, mentre le donne si aspettano la fatidica proposta “mi vuoi sposare?” arriva la doccia fredda.
Dopo un “giro turistico” nel cimitero monumentale di qualsivoglia città in compagnia di una suocera modello Liz Taylor (dopo l’ottavo matrimonio e non in Cleopatra s’intende!) che fa da Cicerone tra le cripte delle note famiglie del posto (“Qui giacciono le spoglie nobili del titolato Conte de quattro palle quadrate… gran signore!” Se se… come no… un gran possidente e nullafacente baciato dal divin culo!) arriva l’ideona!
“Figliola, vuoi bene a mio figlio?”
Ecco che inizia con il solito discorso “non perché è mio figlio!” mentre tu vorresti dirgli “Ovvio babbiona se no venivo al cimitero con te a commemorare la memoria di gente che neanche conoscevo?”
“Ma certo signora cara!”
“Bene, bene… questo volevo sentire! Capisci bene che non perché è mio figlio ma…”
“… sì sì suo figlio è un bravo ragazzo che ha sofferto molto e si è fatto da solo… con l’aiuto di una graaaande madre!”
“Brava… mi hai tolto le parole di bocca”
Evvai con il festival dell’ovvio!!!
“Ma torniamo a noi… dove vorresti essere sistemata?”
Gli occhi si spalancano e i pensieri si fanno strada. Una bella villa con piscina può proprio fare al caso mio! Che dolce questa suocera, vuole comprare casa, un nido d’amore da condividere con il suo giovane virgulto. Che bello sentirsi in famiglia!
“…in basso a destra accanto allo zio oppure in alto a sinistra accanto al nonno? Sai perché i due loculi centrali sono per me e mio figlio!”
…non perché è suo figlio! Ma questa non lo molla manco da morto?
E lo dice pure con aria compiaciuta, come se chiedesse di scegliere le piastrelle del bagno.
Dopo il tracollo emotivo il pensiero va a Raniero Cotti Borroni, il maniacale medico di “Viaggi di Nozze” interpretato da Carlo Verdone, e soprattutto alla povera Fosca (Veronica Pivetti) che chiaramente, scelto il loculo ha poco da fare se non suicidarsi.
Come darle torto?
Vorresti dirne di ogni, tutte le parolacce in ordine alfabetico. Potresti impararne di nuove in lingue nuove, inventarne altre o semplicemente girare il tacco 12 che sei stata costretta ad indossare per compiacere lor signori de quattro palle triangolari per non sembrare troppo proletaria e sfracassarglielo sul naso nuovo, ma non puoi così sorridi. Annuisci e glissi. Ma è lì che capisci tutto.
Non vuoi più la proposta di matrimonio… no no! Vuoi il tuo bel paio di scarpe da ginnastica e correre via modello Usain Bolt, dribblare le varie cripte dorate (“Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io!”) e gridare: ma sei scema?
T’immagini l’Eternità in basso a destra accanto allo zio o in alto a sinistra accanto al nonno con gli occhi viperigni di Madame Bovary a controllare?
Oh Gesù…
Piuttosto preferirei essere cremata insieme alle mie proletarissime scarpe da ginnastica, gettata in mare e diventare cibo per pesci. Ma visto che sono “turpe malcreato” potrei lasciare un ricordino: una copia de “’A Livella” di Totò.
Perché “‘A verità, Marché, mme so’ scucciato ‘e te senti; e si perdo ‘a pacienza, mme scordo ca so’ muorto e so mazzate!…”.
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