di Margherita Merone
Era il 10 agosto 2013. Mi trovavo a Nazaret, faceva caldo, mi sentivo debole ma ero troppo emozionata, la curiosità era grande, l’interesse era all’apice. Passeggiavo insieme al gruppo, seguivo, ascoltavo la guida, quando potevo fermavo qualcuno del luogo e gli chiedevo se avessero altre notizie su Maria rispetto a quanto si legge nei vangeli.
In terra d’Israele nacque una bambina alla quale fu dato il nome di Maria. Nessuno poteva sospettare che la piccola Maria – il cui significato del nome non si può spiegare con certezza ma nel linguaggio popolare sta per “signora” o “principessa” – fosse destinata a diventare la madre del Redentore. Pensare di trovare nel Vangelo notizie su di lei e sui suoi genitori si rischia la delusione, tant’è vero che non viene tramandato né il nome della madre né quello del padre, che sappiamo invece dai vangeli apocrifi essere Gioacchino e Anna. È noto dal Vangelo che vivevano a Nazaret, città che si trova in una vallata tra le colline della Galilea.
Il primo avvenimento conosciuto nella vita della fanciulla di Nazaret si trova nel Vangelo di Luca (L’Annunciazione 1,26-38). Ricaviamo dallo scritto tre aspetti della vita di Maria negli anni che precedono l’Annunciazione. La prima cosa evidente è che l’angelo le si rivolge così: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” e questo potrebbe far pensare a un rapporto profondo con Dio. A seguire, è sempre l’angelo Gabriele a spiegarle che il figlio sarà il Messia: “gli darai nome Gesù”, “sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo”, “avrà il trono di Davide e regnerà in eterno”, “il suo regno non avrà fine”, espressioni che probabilmente la giovane, nonostante figlia del suo tempo e del suo popolo, non poteva comprendere pienamente, pur riflettendo sull’intera portata dell’annuncio. Per concludere, l’evangelista è chiaro nel rivelare che Maria era fidanzata con un uomo di nome Giuseppe, della casa di Davide e che era vergine.
È dall’Annunciazione che possiamo tentare di intuire qualcosa sulla vita di Maria, andando a ritroso negli anni, prima di quel momento cruciale.
La ragazza di Nazaret, da quanto è affermato dall’angelo, era agli occhi di Dio piena di grazia, soggetto da sempre di un amore da parte sua, fin dal principio della sua esistenza. Naturalmente cresceva come ogni altra bambina, giocava con i compagni, rideva, piangeva ma era speciale. Era spensierata, ignara, faceva il bene, era di esempio per gli altri. Intelligente, immacolata, pura, semplice, totalmente rivolta a Dio. Tante volte si sarà sentita sola “custodendo tutte le cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19), Lei, la creatura più nobile e perfetta agli occhi di Dio. Sicuramente era umile e bella, una bellezza che trascende i canoni umani. Maria, considerando le usanze del tempo doveva avere tra i 13 e i 15 anni quando si fidanzò con Giuseppe. Era silenziosa, tranquilla, riservata, poi, un giorno, fu turbata dal colpo di scena previsto nella “sceneggiatura”.
La fanciulla di Nazaret ascoltò la rivelazione, il messaggio che raggiunse il climax con l’annuncio della maternità a opera dello Spirito Santo: era lei la madre del Messia che avrebbe avuto per nome Gesù. Rifletteva, si poneva domande, aveva compreso che le era stato affidato un compito speciale; si attendeva la sua disponibilità nella libertà, non era costretta da nessuno. Quello che le veniva chiesto era un totale abbandonarsi a Dio. Disse sì, acconsentì, senza paura né ripensamento, nella fede e nell’obbedienza affinché avvenisse ciò che le era stato detto. Con questa adesione completa Maria divenne luogo della presenza di Dio.
Andò poi a trovare sua cugina Elisabetta per assisterla negli ultimi mesi di gravidanza e fu lei a percepire immediatamente che Maria era benedetta fra tutte le donne e benedetto era il frutto del suo grembo, tanto che suo figlio stesso sussultò per la gioia (Lc 1,44). Fu Giovanni Battista, il figlio di Elisabetta, a riconoscere che il figlio partorito dalla fanciulla di Nazaret, Gesù, è il più grande, è l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29).
A Nazaret mi sono chiesta: quale amore tanto grande è uscito dal cuore di Maria per dire “e sia?”. Dopo un attimo di commozione mi sono data una risposta: l’amore che procede dalla fede.
Margherita Merone è nata e vive a Roma. Laureata in Lingue, sta per conseguire il Baccalaureato in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. Attualmente frequenta anche le lezioni di licenza in Cristologia.
in alto: Raffaella Cardinale, Luce nel mondo, olio su tela
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