di Margherita Merone
Gesù ha parlato molto della preghiera, quasi in ogni pagina del Vangelo. Ha dimostrato che Dio ogniqualvolta qualcuno ricorra a Lui con fede per qualsiasi cosa, ha sempre risposto, spesso anche con un miracolo, senza escludere nessuno, neanche i pagani. Tante pagine del Vangelo sono testimonianza dell’efficacia della preghiera fatta con fede. Il Padre ci ascolta sempre. Gesù dice: “Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” (Mt 7,9-11).
È importante sapere bene cosa dire quando preghiamo, non hanno senso fiumi di parole. Gesù stesso condannava il verbalismo vuoto dei pagani che pensavano di essere ascoltati a forza di parole, tantomeno ha senso farlo mettendosi in mostra come gli ipocriti tanto per essere notati e apprezzati; al contrario, si può pregare chiusi nella propria stanza, in riva al mare, in montagna, mentre si passeggia, tenendo per mano il proprio figlio, mentre si guardano le vetrine, correndo, con gli amici, in chiesa, davanti alla Croce.
Gesù sembra non avere mezze misure, ci chiede di pregare insistentemente, senza stancarci e con fede perché: “tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete” (Mt 21,22). La fede è la chiave della preghiera e così l’umiltà, la pazienza, l’abbandono fiducioso, il saper attendere una risposta che alcune volte non arriva subito. Non dobbiamo scoraggiarci ma insistere perché siamo noi ad avere bisogno di Dio.
Gesù passava ore a pregare, sceglieva il luogo, il momento giusto, lasciava qualsiasi impegno e vi si abbandonava. È commovente quando prega il Padre al Getsemani e sulla croce muore pregando: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46).
La preghiera è un atto d’amore verso Dio che ci ama. Pregare è amare. Non ci vogliono anni di studio per capirlo, ma è sempre così, più le cose sono semplici meno le comprendiamo. Ogni giorno tutti dobbiamo affrontare pensieri, problemi, difficoltà, imprevisti, ecco che pregare è una medicina che agisce prontamente e riporta la serenità. Certamente non si deve pregare per sfuggire ai problemi, semmai affidarli a Qualcuno che può aiutarci a risolverli e che molte volte lo fa prima ancora che glielo chiediamo. Alla fine non rimane che ringraziare.
Gesù ci ha insegnato a pregare il “Padre nostro”, una preghiera completa, semplice, per tutti: Dio sa sempre quello di cui abbiamo bisogno. Un tempo mi chiedevo quale fosse il modo migliore per pregare, poi leggendo il Vangelo l’ho capito dal comportamento di Gesù. È semplice, ci si rivolge a Dio come a un padre manifestandogli quello di cui si ha bisogno, che si desidera, si sogna, che è giusto per ognuno per essere felice, per vivere nella pienezza. Sant’Agostino diceva: “Chi impara a pregare, impara a vivere”.
Prego quando sono triste e quando sono felice, non c’è differenza, così facendo mi sento di vivere accanto a Dio, lo coinvolgo nell’intreccio della mia esistenza, gli affido tutto quello che mi rende inquieta, lo coinvolgo nei momenti di gioia grande, nei momenti di debolezza e in quelli in cui cado o quando al contrario mi esalto, perché è il fondamento della mia vita. Non ho mai dubbi che mi stia lontano, ho coscienza della sua presenza e del suo amore infinito, al punto che quando mi metto a pregare passeggiando in riva al mare, sento il profumo di Dio.
(a destra, Riccardo Corti, Preghiera al tramonto, olio su tavola cm 33 x 33)
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Dio si coinvolge e ci sconvolge..
Nella preghiera Dio si coinvolge e ci sconvolge, se chiediamo poco otteniamo poco..