Svegliarsi è un problema, alzarsi è un shock.
Questo è il jingle verità di una vecchia pubblicità che neanche ricordo che cosa pubblicizzasse. Ricordo solo che ero giovane, diciamo proprio una bambina, e che malgrado l’argento vivo addosso il solo sentire quella canzoncina mi irritava.
Oggi come allora faccio fatica ad accogliere con rassegnazione l’idea di svegliarmi prima e di alzarmi poi, soprattutto quando non ho ancora dormito per almeno nove ore piene.
Parola d’ordine po…l…tri…re…
E invece no!
Quella dannatissima sveglia sa come disturbare il can che dorme, perché quando non dormi con il suo dannatissimo tic e tac contribuisce all’insonnia, ma quando dormi steso sul letto a mo’ di pelle di leopardo (ah!!!!goduria!!!) arriva il suo trillo malefico.
Driiiiiiinnnnnn!
Driiiiiiiinnnnnn!
Driiiiii…
Chiudi quella fottuta bocca sveglia di merda!
Ma lei non ti calcola così stendi la mano, tasti il comodino e non becchi l’oggetto di tortura bensì il bicchiere d’acqua… pieno… che cade.
Patapunfete!
E che cazzo, no!!!
Urli e ne hai tutte le ragioni.
La sveglia insiste fino a spaccarti i timpani e i nervi, i vetri sono sul pavimento.
Iniziamo bene!
E avresti pure bisogno di un’aspirina, ma non puoi perché il bicchiere si è rotto e l’acqua ti sta anche rovinando il parquet.
Così capisci che è tempo di aprire gli occhi, uno alla volta per evitare ulteriori traumi, scendi il primo piede quello con il calzino (l’altro calzino dove cazzarola è finito???) cercando di evitare il laghetto che sta affogando le orrende ciabatte di Peppa Pig regalo del piccolo di casa.
Parentesi: amore di zia, ma non era meglio Holly e Benjie?
Una volta fuori dal letto afferri la sveglia. Vorresti scaraventarla al muro, ma opti per la soluzione più semplice e ovvia. La spegni soltanto con un click.
Silenzio.
Ah! Finalmente!
Ma non è finita. Raccogli i cocci e l’acqua sul parquet. Poi ti dirigi verso il bagno, sempre senza un calzino e con i capelli a cespuglio. Ah, se mi vedesse Johnny Deep!
Nel frattempo ti prepari alla prova più dura. Training autogeno.
Respirare… inspirare
Inspirare… respirare…
Ti dici sussurrando: al tre affronto il mostro.
Lo specchio.
Conti. Uno… due… due e mezzo… due e tre quarti… tr…
AHHHHHHHHHHHHH!!!!!
Non ce la posso fare!!! Datemi una martellata! Ti guardi, ti giri a destra, poi a sinistra pensando che cambiando il profilo ciò che vedi migliori. E no! Non migliora affatto.
Da dove sono uscite quelle fottutissime rughe? Sarà mica stata la tequila bum bum di ieri sera?
Balbetti mentre ti vedi in menopausa precoce e pensi che devi pure andare a lavorare.
Poi reagisci e infierisci togliendoti il calzino superstite: lo sapevo! Quella sveglia non dovevo comprarla, perché se non la compravo non suonava. Se non suonava non mi svegliavo. Se non mi svegliavo non mi alzavo e se non mi alzavo col cazzo che vedevo quelle rughe!
Non c’è che dire, se il buon tempo si vede dal mattino sta proprio diluviando…
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