di Margherita Merone
Scrive Sant’Agostino nel De Vera Religione: «In interiore homine habitat veritas», nell’interiorità dell’uomo abita la verità. Ma di quale verità parla? L’affermazione non è di poco conto, è la ricerca interiore il cammino giusto per protendersi verso la verità. Agostino l’affronta rimanendo in ascolto per capire cosa accade, cosa sente, cosa vive, chi incontra – vuole conoscere – Dio.
È un viaggio esistenziale, non c’è niente da prenotare, non si va fuori, si entra in noi stessi, si va nel profondo, si arriva all’anima e inizia la ricerca, non di cose materiali, si procede a cercare la verità dentro la propria anima, punto focale in cui si incontrano e si intrecciano immanenza e trascendenza. Certamente il desiderio di conoscere non è proteso verso un altro che è come noi, finito e altrettanto desideroso di conoscere la verità, di raggiungere il nostro stesso fine, ma verso il mistero incomprensibile, verso l’Altro.
Così la verità che si vuole incontrare è la Verità, è l’Altro, è Dio. Dio che dimora nell’anima: questo è un grande enigma ma non può che essere così trattandosi del mistero inesauribile che è Dio, che trascende l’uomo, lo supera, va oltre, per quanto sia creato a sua immagine. Si sa che aprirsi all’incontro con Dio è come naufragare nell’oceano, ritrovarsi soli su un’isola sconosciuta, in un terreno straniero che non si conosce. All’inizio siamo persi, non sappiamo cosa fare né come comportarci, siamo spaventati, possiamo trovare tante sorprese e non è detto che siano piacevoli; a volte abbiamo paura ma alla fine vince la curiosità, il desiderio di conoscere e iniziamo a perlustrare, girando ovunque per cercare qualcosa; e alla fine si scopre che qualcuno c’è, un tu.
Si cerca il dialogo, la preghiera si fa più forte, più potente, è una preghiera interiore, c’è un io che chiama e un tu che risponde: c’è vita dentro l’anima, non possiamo far finta di nulla, lo sappiamo, lo sentiamo, se vogliamo evitiamo di crederlo; peggio è quando non percepiamo nulla, non comprendiamo cosa accade dentro di noi. Affermava Edith Stein che «è veramente strano, è una situazione patologica che una persona non conosca la propria casa». Nei grandi mistici, la visione della verità avviene nel profondo dell’anima.
Ma si deve andare oltre, la ricerca continua. Partendo da questo riferimento, ricordandoci la domanda di Pilato rivolta a Gesù durante il processo: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,38), possiamo rispondere affermando con certezza, chi è la Verità, il Verbo di Dio incarnato.
Sapendo che Gesù è la verità diventa legittima la domanda su cosa sia la verità, per giungere ad una risposta che sia definitiva. Intanto è da prendere subito in considerazione ciò che Gesù stesso ha detto chiaramente di sé: «Io sono la via, la verità, la vita» (Gv 14,6) e con questa frase non c’è dubbio, è Lui la verità.
È con l’Incarnazione che si manifesta la verità: Dio si rivela inviando il Figlio, mostrandoci il volto trinitario di Dio. E considerando che Dio, nel senso dell’unità, della sua essenza è la verità, possiamo affermare che Gesù Cristo è la verità. Egli è l’autorivelazione di Dio, il Figlio Unigenito che ha rivelato il Padre, pertanto la verità viene manifestata nella sua pienezza nell’evento storico unico e irripetibile, nella kenosi del Verbo che spogliandosi della divinità si è assimilato agli uomini.
La verità in quanto attributo dell’unità di Dio non può essere compresa pienamente ma qualcosa si può dire dal momento che Dio si è progressivamente rivelato nella storia a partire dalla creazione, senza mai allontanarsi dall’uomo, dicendo sempre qualcosa di sé fino al momento della rivelazione, con l’invio del Figlio, rivelatore del Padre.
In questo momento con tutto quello che accade stiamo perdendo di vista la verità, non la intendiamo più come qualcosa che ci precede, ci supera, che eccede, che è trascendente ma è scesa sulla terra e si è fatta carne – automanifestazione di Dio all’uomo, manifestazione della sua misericordia, del suo amore incommensurabile – per rendere l’uomo capace della vita divina, capace di raggiungere il fine che ha fin dalla creazione: la Verità, Dio.
La notte di Natale, nella messa di mezzanotte, una canzoncina che si intona per festeggiare la nascita di Gesù Bambino mi emoziona da quando ero piccola, spingendomi sempre alla stessa riflessione, rimandandomi alla tenerezza di quel lontano momento in cui il Re del cielo è sceso dalle stelle per venire in una grotta al freddo e al gelo, quel Re che è il Figlio dell’Altissimo, che alla domanda di Pilato «Tu sei re?», gli rispose: «Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv 18,37).
Come faccio spesso, ma particolarmente in quella notte, voglio rientrare in me stessa, tuffarmi nell’anima, per dialogare con quel Tu che mi ama, la Verità che è Persona divina, è Gesù Cristo.
(in copertina, Volturno Morani, Via, Verità, Vita)
- Le apparizioni di Gesù risorto - 20 Febbraio 2017
- Un vizio capitale: l’invidia - 6 Febbraio 2017
- La melodia dell’amore - 30 Gennaio 2017