di Margherita Merone
“Finalmente la scuola è finita!”, questo è il grido di gioia di tanti studenti. C’è chi ancora deve fare gli esami, sia a scuola che all’università, ma una volta terminati sarà tempo di vacanza, di riposo, occasione per ricaricarsi in attesa di riprendere gli studi. I genitori magari non sono in ferie, tantissimi ancora lavorano, dunque, sono poco presenti in casa. E allora i giovani ormai liberi da qualsiasi impegno che possono fare durante l’estate? Gli educatori ritengono che il periodo delle vacanze sia quello più rischioso per i ragazzi, in quanto più facilmente accade che siano presi da apatia, da svogliatezza, si impegnino poco nelle varie attività, diventino vittime dei videogiochi, preda dei social, si lascino trascinare dagli amici a fare qualcosa che da principio sono convinti sia un bene, ma che con il tempo – e a volte troppo tardi – si rivela un male, un danno che può portare a spiacevoli conseguenze.
Quello che tutti i giovani sognano è chiaro, dalle interviste si scopre che hanno desideri comuni: la stabilità, la sicurezza economica, la pienezza di vita, l’amore e la pace. Sperano che la società, per come si rivela nell’oggi, non gli sbatta la porta in faccia, che piuttosto sia garante di varie opportunità, si mostri affidabile e coerente, non resti ferma a osservare gli sguardi spenti di chi dopo l’università non trova lavoro; che sia aperta, propositiva, dinamica e all’altezza dei tempi che cambiano. I giovani che credono sperano nella Chiesa, una Chiesa capace di aiutarli a comprendere la loro vocazione, una guida nel cammino di fede, che sia vera testimonianza di ciò che Dio ha voluto. Si impegnano per ridare vita all’idea della comunità come qualcosa che sia costantemente in relazione e soprattutto, come un tempo, fonte di saggezza e testimonianza per la stessa gioventù che deve scegliere non solo il giusto indirizzo di studi o la professione futura, ma deve scoprire la sessualità, le scelte da compiere, deve orientare la propria spiritualità e, inoltre, capire in chi/cosa vuole credere.
Il momento delle vacanze deve essere allora carico di significato, di emozioni, di crescita, tempo per essere produttivi e creativi. Il santo che si è sempre occupato dei ragazzi, mi riferisco a san Giovanni Bosco, affermava che l’estate è il tempo dell’anno in cui i giovani vanno tenuti maggiormente sotto controllo perché sono meno impegnati, hanno poche attività a cui dedicarsi rispetto ad altri periodi e questo ozio li porta più facilmente alla devianza. Osservava, inoltre, che la maggior parte dei giovani nel periodo estivo presentava una maggiore insofferenza nel seguire e rispettare le norme etiche e comportamentali; per questo li teneva sempre occupati, dava loro responsabilità in vari ambiti e faceva in modo che fossero sempre gioiosi e in comunione tra loro.
Come dovrebbe essere allora l’estate dei giovani? Prendendo spunto dall’esperienza del santo, sono le parrocchie, in particolare, a offrire proposte di vacanze diverse, alternative, in cui i ragazzi possono ricaricarsi facendo cose utili che li impegni e li responsabilizzi. Possono seguire i bambini nei centri estivi, educarli, insegnare loro qualsiasi cosa; fare gli animatori in attività rivolte ai più piccoli leggendo per es. delle storie che catturino la loro attenzione. Operando in questo modo diventa più semplice per i giovani ascoltare gli altri, la Parola del vangelo, fare delle nuove amicizie, scambiare idee e confrontarsi sulle questioni della vita. Quelli che amano camminare possono affrontare pellegrinaggi a piedi, per scoprire la fede o per condividerla, per sapere cosa ha portato i santi a condurre un certo tipo di vita, o per cogliere il mistero delle apparizioni mariane. Tanti sono i ragazzi che fanno volontariato: c’è chi va nelle missioni all’estero e chi preferisce rimanere più vicino, mettendosi al servizio dei disabili e delle persone anziane. Tutte queste esperienze rinforzano e maturano.
Molti giovani si prendono cura degli animali che trovano abbandonati per la strada o nei cassonetti dell’immondizia e di quelli che sono stati maltrattati da persone che di umano rivelano ben poco. Salvare cani e gatti diventa per i giovani un servizio che apre la mente, permette loro di essere responsabili e di imparare a valutare le persone dagli atti. Considerando quello che accade, è evidente che non tutti hanno il cuore capace di piangere per la morte di un animale, o di soffrire quando sta male.
Chi non è più giovane ricorda bene quanto fosse importante – un tempo – scoprire il senso della vita. Nella contemporaneità è evidente che si è persa quella tensione verso la trascendenza; i giovani hanno poca fiducia nelle varie religioni tradizionali e si spingono alla ricerca di altro. Tuttavia, non hanno perso l’apertura alla spiritualità.
I giovani non passeranno l’estate sempre impegnati, ci saranno momenti in cui staranno serenamente sdraiati sotto al sole, leggeranno sotto l’ombrellone, canteranno a squarciagola intorno a un falò di notte sulla spiaggia con gli amici o passeggeranno per i sentieri di montagna. Si riderà e si scherzerà, alcuni si innamoreranno, altri preferiranno stare da soli, c’è chi sceglierà di oziare tutto il giorno, ma ci sarà anche chi non rinuncerà a donare un po’ del proprio tempo per gli altri, senza pretendere nulla in cambio. Ogni cosa donata, anche la più piccola, darà loro pienezza.
Dio può parlare al cuore di un giovane proprio d’estate, nell’incontro con gli altri, nelle esperienze vissute ogni giorno, nella condivisione dei valori, a dispetto di chi è convinto che è il periodo in cui le grandi questioni della vita vanno messe da parte. Ci sono, infatti, numerosi falsi miti da sfatare. Si parla tanto dei “Millennials” o “Generazione y” – coloro che sono nati tra il 1980 e il 2000 – considerati spesso come bambinoni spauriti e incapaci di prendere decisioni da soli, ma che al contrario sono capaci di vivere senza essere sostenuti dalla famiglia; questi giovani non sono affatto in attrito tra loro, hanno una grande dimestichezza con la tecnologia, studiano e raggiungono grandi risultati in campo professionale. La maggioranza sa vivere nella gioia dello stare insieme, accetta di mettersi al servizio degli altri, facendo le stesse cose che sono fondamentali nella vita di ogni giovane in qualsiasi parte del mondo.
L’estate dei giovani deve essere certamente spensierata e allegra, proprio perché la giovinezza ha questa prerogativa, ma va vissuta anche all’insegna dell’impegno sociale, per una crescita individuale, per migliorare la qualità della vita, per una società migliore. Così i frutti raccolti in estate serviranno per tutto l’anno.
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