di Cinzia Randazzo
In un mondo sempre più globalizzato e multietnico come è possibile intessere relazioni improntate all’ascolto, alla condivisione e alla collaborazione reciproca?
Maria Vingiani, fondatrice del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche, un’associazione di laici impegnati da decenni nell’ecumenismo) sostiene che per poter instaurare un vero e proprio dialogo ecumenico è opportuno innanzitutto essere competenti.
La competenza è una delle condizioni basilari per l’instaurarsi del dialogo con le chiese europee e con le comunità di fede, a partire da quello ebraico-cristiano. Per realizzarlo la fondatrice si è avvalsa della collaborazione di eminenti personalità del mondo ebraico-ortodosso, anglicano, evangelico, agnostico, protestante, pentecostale, induista, e sopratutto islamico.
La formazione di base per i nuovi adepti era tenuta a La Mendola, dove la Vingiani chiamava i prestigiosi relatori delle più grandi religioni dell’umanità e delle diverse confessioni, allo scopo di coinvolgere i nuovi arrivati fornendo loro un’adeguata formazione di base, grazie alle relazioni, approfondimenti, interventi, e prese di posizione di questi illustri competenti. Fra questi ricordiamo in particolare: Amos Luzzatto, Germano Pattaro, Luigi Sartori, Renzo Bertalot, Mario Sbaffi, Valdo Vinay, Daniele Garrone, Paolo Ricca, Martin Cunz, Helmut Gollwitzer, Elia Kopciowski, Khaled Fuad Allam. Tutti questi relatori, tramite il loro pensiero etico e religioso, contribuiscono ad allargare non solo gli orizzonti culturali di coloro che fanno parte del SAE per una necessaria formazione di base, ma anche favorire l’incontro tra le diverse confessioni religiose.
Il dialogo è un’altra delle condizioni basilari per l’instaurarsi del dialogo ecumenico. Infatti il SAE si prefigge di instaurare tra le comunità nel nostro Paese un vero e fecondo dialogo, a condizione che esso sia improntato alla fraternità ecumenica, alla preghiera, allo studio, alla condivisione, all’incontro, alla conoscenza reciproca e alla convivialità ecumenica.
Il rispetto è un’altra condizione perché possa realizzarsi l’ecumenismo. Ogni chiesa e ogni comunità di fede ha un proprio credo e una propria tradizione, per cui ognuna si contraddistingue dalle altre. Ma per abbattere le frontiere e le distanze tra questi diversi credi, con l’intento di cercare il cuore del problema per vedere quanto di diverso e quanto di identico vi è tra entrambe, il SAE si impegna a rispettare le varie posizioni che caratterizzano il tessuto tradizionale di ogni chiesa e di ogni confessione religiosa.
Queste sono, dopo la competenza, le ulteriori condizioni senza le quali non è possibile aprire forme di dialogo comune. Solo a partire da un clima di fraternità e via dicendo, quanti hanno la volontà di instaurare in ambito ecumenico un fertile dialogo possono trovare il terreno adatto per viverlo, collaborando insieme nella vita quotidiana. Questa forma di cooperazione dialogica a livello ecumenico si nutre della preghiera perché, ascoltando insieme la Parola di Dio, lo Spirito ci illumina e ci sostiene per essere promotori di pace, proprio attraverso il dialogo, in quanto figli di Dio.
Partendo dal fatto che l’umanità è debole, perché fortemente invischiata nei propri tornaconti, piani e progetti meschini e terreni, Maria Vingiani ha saputo dare al movimento quella forza di riconciliazione sia a livello personale che ecclesiale tra i cristiani, rinnovandolo proprio dal suo interno.
A livello personale i cristiani si impegnano ad andare gli uni incontro agli altri, bandendo ogni forma di pregiudizio tramite la disponibilità alla penitenza e alla conversione del cuore. Il mutamento del cuore offre loro la possibilità di aprirsi e di imparare ad accogliere i doni gli uni degli altri.
A livello ecclesiale ogni chiesa in realtà non vive l’incontro con le altre chiese, perché sembra che ciascuna operi in sostanziale isolamento rispetto alle altre, come se fosse l’unica chiesa sul territorio nazionale. Occorre pertanto superare l’autosufficienza, in modo che ogni chiesa divenga compartecipe delle altre, entrando in comunione con esse.
Il movimento ecumenico fondato dalla Vingiani tende verso l’unità di tutte le chiese, anteponendo la forza dell’unione alle formule dogmatiche che caratterizzano la fede di ciascuna confessione. Perché tutte le chiese possano riconoscersi unite, è opportuno che i fedeli laici di ogni confessione religiosa si impegnino ad avvicinarsi al vangelo, per ritrovare in ciò che è diverso dalla propria istituzione ciò che sta alla base delle altre confessioni.
- Le apparizioni di Gesù risorto - 20 Febbraio 2017
- Un vizio capitale: l’invidia - 6 Febbraio 2017
- La melodia dell’amore - 30 Gennaio 2017