Miracoli di Gesù

 

di Margherita Merone

 

 Creazione (dettaglio)

 

L’autorità straordinaria di Gesù non emerge solamente nella dottrina e nell’insegnamento ma anche nella potenza taumaturgica dei gesti che compie. Si legge: “Gesù di Nazaret, uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni che Dio stesso fece tra voi per opera sua” (At 2,22), mostrando come i gesti operati da Gesù sono il suggello della sua autorità e la manifestazione della presenza in Lui dell’azione di Dio.

I miracoli sono il compimento delle Scritture attraverso le quali Dio era presentato come Colui che per amore del suo popolo compiva numerosi prodigi e segni. Gesù va oltre le figure che si stagliano nell’Antico Testamento, primo fra tutti Mosè, scelto come guida del popolo eletto d’Israele, considerato un profeta difficilmente raggiungibile per i prodigi che era in grado di compiere, ad esempio nella fuga dall’Egitto facendosi spazio tra le acque del Mar Rosso o quando sfamava il popolo con la manna che discendeva dal cielo. Nell’AT non si parla propriamente di miracoli quanto piuttosto di gesta di Dio, attraverso Mosè o altri profeti, come Elia ed Eliseo. Gesù è superiore, fonda una realtà nuova, la sua è exousia, vera e totale autorità divina, Egli è il profeta escatologico atteso, quello dei tempi ultimi, tanto che Giovanni Battista dice: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?” (Mt 11,3) e Gesù gli manda a dire che molti erano liberati da qualsiasi forma di possessione e altri, afflitti da varie malattie, guarivano: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt 11,5).

Il Messia escatologico che viene è l’inviato di Dio: il Regno di Dio è arrivato. I miracoli di Gesù non sono la prova della venuta del Regno ma il modo particolare con cui il Regno è finalmente giunto. Dice Gesù: “Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il Regno di Dio” (Lc 11,20). Ma Gesù non compie solo esorcismi, guarisce anche le infermità fisiche, nulla gli è impossibile, è la persona nella quale il Regno si identifica.

I miracoli di esorcismo sono quelli più studiati non solo per la ricerca del livello di storicità quanto per la valutazione del rapporto tra le malattie della sfera psichica e la possessione diabolica. Per ciò che riguarda la storicità non viene messo in dubbio nulla di quanto è raccontato nei Vangeli, né nell’ambiente di Gesù né nel giudaismo coevo. Nell’ambiente giudaico era diffusa la credenza del potere dei demoni così come nell’ambiente greco e orientale, con la differenza che in Israele i demoni e gli spiriti rimanevano sotto il dominio di Dio. Gesù trionfa su qualsiasi potenza maligna, le tenebre devono retrocedere e lasciare il posto alla luce.

Se è vero che i miracoli sono segni soteriologici, legati alla salvezza dell’uomo ed escatologici dell’azione di Dio in mezzo agli uomini, è anche vero che devono accompagnarsi alla fede, perché come si evince scorrendo le pagine dei Vangeli, i gesti vari di guarigione non sempre hanno prodotto la fede, anzi spesso si negava l’evidenza, il miracolo non serviva a far trasparire la vera identità di Gesù, quella rivelata con la risurrezione, ma al contrario qualcuno lo considerava un “superuomo” o uno stregone, un indemoniato, un impostore come tanti, spesso confuso con i criminali. Ma in tutta questa disamina c’è un punto sostanziale che va tenuto in considerazione, infatti mentre l’esorcista giudeo esercitava la pratica esorcistica “in nome di un altro”, Gesù agisce nel proprio nome, di persona, investito della potenza divina.

Ci sono miracoli anche nei confronti della natura, riportando ogni cosa all’ordine e all’armonia. Tra questi, come esempi di superiorità sulle forze dellaGesù cammina sulle acque natura, la tempesta sedata, Gesù che cammina sulle acque del lago o la moltiplicazione dei pani, miracolo presente nei quattro vangeli che, secondo il criterio della molteplice attestazione, è indice di storicità. Nel miracolo sul lago è proprio da ciò che risponde Gesù ai discepoli che si manifesta la sua divina identità: “Sono io, non abbiate paura!” (Mc 7,50). Le sue parole rimandano al nome di Dio rivelato a Mosè “Io sono” (ego eimi), poiché Gesù non era il profeta o il Messia come la gente poteva pensare ma in Lui era presente Dio stesso.

La sua storia continua nella realtà quotidiana di infedeltà, rifiuti, tradimenti, violenza, vendette, ma da quel tempo lontano, quando camminava per le strade della Galilea e della Giudea, ancora oggi Gesù il Cristo non ha mai smesso di compiere miracoli, bisogna solamente chiederglieli con la fede che non conosce dubbio ed io… ne so qualcosa!

Quello che Dio vuole lo compie!

 

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