di Margherita Merone
Qualche giorno fa sono stata al mare, faceva freddo, credevo piovesse; ero presa come sempre da mille pensieri, non mi davano tregua, mentre ammiravo estasiata il paesaggio intorno a me. Fulgidi colori sul cielo e sul mare mi riempivano gli occhi, quasi smisi di pensare. Un sole pallido iniziava ad adagiarsi sulle onde lontane pronto a sparire per il giusto riposo. L’odore della salsedine era intenso, volevo togliermi le scarpe da ginnastica per correre fino a non poterne più e riposarmi distesa sulla copertina rossa che mi ero portata, godendomi il più possibile quegli attimi meravigliosi. Sorridevo, la gioia nel cuore mi porta a questo. Mi divertiva sentire il chiasso dei bambini che giocavano a pallone a pochi metri da me e soprattutto le urla delle loro mamme che non vedevano l’ora di andarsene. Avevo poggiato sulla copertina rossa il Vangelo, la mia intenzione era quella di leggerne qualche passo, lo sanno tutti i miei amici che Cristo è il fondamento della mia vita, ma fino a quel momento non avevo intravisto neanche un rigo. Di lì a poco si è alzato un venticello delicato, non dava fastidio, si poteva ancora rimanere. Il Vangelo iniziò a sfogliarsi seguendo la direzione del vento, poi smise e sembrò fermarsi proprio su quella pagina.
Lo presi e lessi la prima riga su cui si posarono gli occhi, “siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36). Lo posai, non mi misi a riflettere, preferivo guardare il mare che sembrava aver cambiato colore, era un blu intenso come il cielo di notte illuminato dalla luna. Il vento tornò, le pagine andavano avanti e indietro ma non aspettai, lo ripresi in mano e lessi nuovamente, era sempre il vangelo di Luca, le parabole della misericordia. Cos’è la misericordia? L’amore e il perdono incondizionato di Dio.
Lessi d’un colpo la parabola del Figliol prodigo o del Padre misericordioso (Lc 15,11). Questi aveva due figli, il più giovane un giorno decise di lasciare la casa del padre per andarsene in un paese lontano, forse sperava di essere più felice. Prese la sua parte di eredità che sperperò in poco tempo fino a trovarsi ben presto povero e solo. Disperato decise di tornare dal padre e di farsi perdonare, sapeva di avere sbagliato ma si era pentito. Sebbene fosse ancora lontano dalla vista, il padre si era già accorto di lui e gli corse subito incontro, lo abbracciò forte, era felice del suo ritorno, ogni giorno lo attendeva davanti all’uscio. Non permise al figlio di dire più di tanto, lo fece entrare, ordinò ai servi di portargli l’abito più bello e di ammazzare il vitello più grasso per fare una grande festa, perché quel figlio “era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. Ecco cos’è la misericordia.
La rilessi, mi salì dal cuore una domanda. Perché tante volte non siamo misericordiosi? Forse per paura di qualcosa, pensiamo di essere considerati dei deboli, o magari per ignoranza, o forse perché siamo lontani da Dio e la sua grazia neanche ci sfiora. Ho chiesto a tante persone, ai miei amici, e mi sono resa conto che spesso non diamo valore al termine misericordia che invece racchiude in sé un grande significato. La cosa è strana, a partire da me. Studio per ore, chiedendomi cosa sia la fenomenologia o l’empatia, mi inoltro nelle antinomie dogmatiche, nella speculazione dell’obliterazione dell’io cosciente, affronto l’esistenzialismo, alzo la mente al mistero trinitario e al paradosso dell’Incarnazione, non trascuro l’esegesi e non spendo neanche un minuto per comprendere appieno quello che Dio mi dice di infinitamente grande, con una sola parola, “misericordia”, quell’amore incommensurabile che solo Dio può dare.
Riusciremo mai ad imitare il Padre nostro? Questo ci chiede Gesù Cristo. Se penso a tutto quello che di orrendo sta accadendo nel mondo, certamente la risposta è no. Se riuscissimo ad essere misericordiosi verso il prossimo, qualcosa potrebbe cambiare, gli altri lo sarebbero verso di noi. Queste sono solo belle parole, farle diventare realtà dipende solo dalla nostra volontà. Penso che tutti abbiamo sentito e vissuto la misericordia di Dio, un dono gratuito, incondizionato, una sensazione stupenda, indescrivibile, che ci dà gioia e pace; questo fa sì che quando siamo misericordiosi verso gli altri, sappiamo bene come si sentiranno avendone sperimentato la sensazione. Dio non ci chiede nulla in cambio, lo stesso vale tra noi. La misericordia è amore totale, è pienezza, è così grande da essere ineffabile, non si può non condividere, è l’essenza stessa di Dio. Non essere misericordiosi è come vivere nel buio, egoisti, confusi, spaventati, chiusi in noi stessi, con un senso della vita molto limitato.
Papa Francesco dice: “Sentire Misericordia, questa parola cambia tutto. È il meglio che noi possiamo sentire. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto”.
Si era fatto buio, ripresi le mie cose per tornare a casa. Per tutto il tempo, un solo pensiero: Cristo è la luce vera, non ho intenzione di vivere nelle tenebre.
Lasciamoci andare alla Misericordia, facciamone la colonna sonora della nostra vita!
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