di Antonella Caruso
Io non so ballare, non ho mai saputo ballare e probabilmente non saprò ballare mai, ma nonostante questo, a seguito di continue insistenze e con profondo imbarazzo, ho deciso di lanciarmi nel fantastico mondo del caraibico. E lì le mie teorie sugli uomini sono state avvalorate!
Sin dai primi passi ho capito che per una fighter come me non sarebbe stato facile sostituire i guantoni e i pantaloncini da ring con tacchi e abitini.
Sembro Happy Hippo porca miseria!!! In the jungle, the mighty jungle the lion sleep toooooooonight!
Eppure, lezione dopo lezione persino io che quando mi muovo raggiungo il picco sexy con il Gioca Jouer di Claudio Cecchetto, ho cominciato a provarci gusto. E da lì serate caraibiche a go go.
Valio la pena!
Capisco bene che il ballo sia sensualità, ma che nel ballo quando un cavaliere sceglie la dama è come se scegliesse la carne migliore dal macellaio fa rabbrividire. Ma io non sono una fettina!
Perché cavolo tu… ominide… ominicchio… pensi che io lo sia?
Nella mia ingenuità di inespertissima salsera ho accettato di ballare con tutti i cavalieri possibili… mi dicevo che così avrei imparato e invece non sapevo che stavo entrando nella sezione macelleria del caraibico. Ma io ho un’idea precisa su di loro e mi piace dividerli in categorie.
- L’anzianotto. Rigorosamente sposato, molla moglie e figli con la scusa della partita a bocce con gli amici… sperando che gliela dai…
Questa categoria di ominide si muove come un bradipo. Non punta te in quanto te, punta te in quanto hai 30 anni meno di lui. Ti tende la mano e prima che tu possa accorgertene te lo trovi avvinghiato come una cozza allo scoglio durante una bachata che non finisce mai, mentre la tua voce interiore grida Aiutatemiiiiiiiiiiiiiii!!!
- L’incubo. Tipicamente divorziato o che vive ancora con mammà, per ballare indossa una vera e propria divisa e vuole proprio te… sperando che gliela dai… Eh già…
L’ominide in questione ti cerca nella folla (che culo!). Tu al contrario, cerchi ogni anfratto della sala per non ballare con lui. Balleresti con una scopa nello sgabuzzino piuttosto e invece lui è lì in agguato. Ti guarda dal bancone del bar, si avvicina… tu ti allontani. Si riavvicina e cazzo ti becca a tradimento. E non ti chiede di ballare. Ti fa ballare. Punto e basta. E fa pure il sexy, ti prende addirittura in braccio. Adesso lo prendo a testate… lo giuro!
- Il giovanotto. Appena maggiorenne, il virgulto ti corteggia senza remore… sperando, manco a dirlo, che gliela dai…
Il bipede che non ha ancora la barba ti invita a ballare con garbo, è persino galante, ti riempie di complimenti, ti chiede a che facoltà sei iscritta (Beata gioventù! Ho gli anni di tua mamma!) e ti dice persino che sai ballare quando non stai beccando un solo dile que no! E in tutto questo tu pensi Eccheccazzo!
- Il professorone audace. Casual nell’abbigliamento e sciolto nei movimenti, ti insegna tutti i passi con pazienza ed ironia… sperando sempre e solo che gliela dai…
L’Homo Erectus che non ha nulla di Sapiens parte da un passo base, e via via che ti sciogli, si scioglie anche lui con movenze sinuose. Ti gira come un calzino, ti fa ridere, ha la tua età e pensi… quasi quasi… ma poi s’allarga. Ti bacia in pista proclamandosi l’uomo giusto per te certo che sia tu ad avergli lanciato dei segnali e tu schivandolo pensi ma che cavolo ha bevuto? Lo metto ko con una gomitata thai o punto sul tradizionale calcio nelle palle?
- La mummia. Per nulla loquace, non ti parla neanche per invitarti a ballare. Tende solo la mano ma nonostante questo… spera comunque che gliela dai…
Pochi elementi per definire la tipologia di ominide in questione. Sembra capitato lì per caso. Solo una domanda: è un timido o il suo unico neurone è in pausa pranzo?
- Il Sapientone invadente. Parla di continuo, ti psicanalizza, ti suggerisce di lasciarti andare e, certo di averti scioccato con la sua cultura, spera ovviamente che gliela dai…
L’Homo Sapiens è estremamente convinto, ma non ha ben chiaro che non balli con lui per sentirlo parlare di politica o farti assillare dalle sue domande. Per me è no!
Ma per fortuna il ballo dà tante soddisfazioni che io chiamo amici. Loro possono farti ballare, ridere, piangere. Con loro sei semplicemente te stessa, e soprattutto ridi dell’anzianotto, dell’incubo, del giovanotto, del professorone audace, della mummia e del sapientone invadente. E in tutto questo marasma sono sempre più convinta che io non sarò mai una fettina!
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