Santa Chiara d’Assisi

 

di Margherita Merone

 

Santa Chiara          

 

Chiara venne alla luce l’anno 1193, ad Assisi, in una meravigliosa casa nella piazza di San Rufino, da Favarone, suo padre, ricco e nobile e da Ortolana, sua madre, donna di grande fede e doti morali, pia e caritatevole, ammirata da tutti. Chiara aveva due sorelle, Agnese (nome che le diede San Francesco al posto di quello del battesimo che dovrebbe essere Caterina) e Beatrice.

La piccola Chiara cresceva seguendo l’esempio della madre: da lei apprese i primi insegnamenti di fede, l’importanza della preghiera, le opere di carità. NelChiara momento in cui Assisi viveva un periodo di povertà e tanti erano i poveri che avevano fame, Chiara spesso si privava del suo cibo e lo mandava ai bisognosi. Imparò presto tutte le preghiere che conosceva la madre, si serviva dei sassolini per numerarle. Non si può indicare con esattezza il momento in cui Chiara scoprì la sua vocazione, lei stessa parlerà di conversione, di totale cambiamento di vita, nella decisione ferma di seguire Cristo. Se apparentemente la sua vita scorreva come quella delle altre ragazze, in una città assediata dalla rivolta, in realtà la sua mente era totalmente rivolta a Cristo. Intorno ai diciassette anni il padre provvide alle trattative per darla in sposa a qualcuno tra i più ricchi signori della città, preoccupato soprattutto dal comportamento della figlia, bella e piena di virtù, poco incline a frequentare i giovani che la corteggiavano. Ma la ragazza, decisa come non mai, esprimeva ogni giorno, senza lasciare spazio a ripensamento, il suo rifiuto al matrimonio.

Intanto ad Assisi non si parlava che di un giovane ricco di nome Francesco (figlio di un grande mercante, Bernardone), che brillava per le sue doti, pieno di fascino e amante della bella vita. Ben presto però ne fu disgustato a tal punto da decidere di abbandonarla per sempre, spogliandosi di tutto, per vivere nella povertà assoluta seguendo Cristo.

Chiara, di nascosto, accompagnata dalla sua amica Bona, si recava spesso da Francesco per confidargli la sua vocazione, per farsi aiutare a compiere la volontàChiara e Francesco di Dio. Lui era sempre disponibile e con dolcezza la esortava a seguire con coraggio quello che sentiva, incoraggiandola a mantenere la castità verginale per essere la sposa di Cristo. La ragazza si fidava di lui, gli obbediva senza battere ciglio. Fu nella domenica delle Palme, nell’anno 1211, che Chiara indossò per l’ultima volta gli abiti sontuosi come di consueto. La notte seguente infatti scappò di casa e guidata da amici fidati si recò a Santa Maria della Porziuncola per incontrare Francesco e alcuni frati che l’aspettavano per coronare il suo desiderio, consacrarla al Signore, cosa che avvenne per mano di Francesco col taglio dei suoi meravigliosi capelli lunghi e con il sì a Dio che espresse davanti alla Madonna, col cuore pieno di gioia. Compiuto il rituale, Francesco consigliò ai frati di accompagnare Chiara in un posto sicuro, in un monastero benedettino, prevedendo quanto poi realmente accadde quando il padre scoprì che la figlia aveva lasciato la casa. Chi si trovava all’interno del monastero usufruiva del diritto di asilo e c’era la scomunica per chi osava agire con violenza nei confronti di chi vi trovava rifugio. Soffocata dalle insistenze dei genitori e dei parenti che la rivolevano con loro a tutti i costi, Chiara un giorno compì un gesto che avrebbe risolto ogni dubbio: afferrò con una mano l’altare con tutta la forza che aveva, con l’altra si tolse il velo dalla testa e mostrò a tutti il capo senza più capelli, segno che non apparteneva più al mondo che avrebbero desiderato per lei, ma solamente a Dio.

Grazie a Francesco, Chiara giunse nel posto più indicato a trascorrere la sua vita, San Damiano, che il Santo trovò un pomeriggio gironzolando inquieto senza meta prima della conversione. Nel giro di poco tempo tante giovani da ogni luogo raggiunsero San Damiano colpite dall’esempio di Chiara, per seguire Cristo e vivere il vangelo come “Sorelle Povere” – chiamate in seguito monache clarisse – senza mai lasciare il monastero, con una Regola da osservare, sotto la guida di Santa Chiara ClarissaFrancesco. Fu lui a darle l’incarico di abbadessa che eserciterà per il resto della sua vita e pure in questa veste fu esempio di umiltà – serviva le sorelle e lavava loro i piedi – e di carità, premurosa nel prendersi cura di loro, aiutandole con grande affetto nei momenti di sconforto; modello di forza, rigida nell’osservare il digiuno prolungato, la penitenza, la mortificazione della carne; di obbedienza, di fede, inesauribile nella preghiera e nella continua lode a Dio, nella contemplazione di Gesù Cristo crocifisso. Famoso è l’episodio del ritiro dei Saraceni che stavano assediando il monastero, cosa che avvenne mentre Chiara pregava il Santissimo Sacramento di proteggerle.

Chiara era gravemente malata, e tanti furono gli anni di sofferenza. Era il 10 agosto 1253 quando un frate le consegnò la conferma della Regola, con la Bolla papale “Solet annuere”, che baciò: fu l’ultima sua grande emozione, morendo il giorno seguente serenamente attorniata dalle sue consorelle. A soli due anni dalla morte fu proclamata santa.

Chiara è considerata la protettrice delle telecomunicazioni. Si racconta che il giorno di Natale, non potendo partecipare alla messa servita da Francesco poiché malata e impossibilitata a muoversi dal letto, le apparve una visione della messa e al momento della comunione un angelo le diede la possibilità di farla.

Ho letto tanti libri su di lei ma solo ad Assisi nel silenzio del monastero di San Damiano ho capito la bellezza e grandezza di questa santa che ha vissuto in Colui che l’ha voluta con sé per sempre.

Latest posts by (Collaborazione esterna) (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *