23 e trenta, dopo l’inedito San Valentino
Ramon (porgendogli i pantaloni)
– Invece è meglio che vai.
Tommy (gettandoli sul letto)
– Non voglio andar via!
Non ti lascio in questo stato.
Pausa in cui Ramon lo guarda con aria quasi supplice.
– …e non guardarmi così, dai…
(pausa)
Non faccio nulla. Promesso.
S’adagiarono nel letto insieme, ma nient’altro ci fu tra loro, se si eccettua qualche furtiva carezza da parte di Tommy. Fosse stato per lui…
Ramon l’aveva presa inspiegabilmente male. Peggio che con Bobby.
Comprensibile d’altronde. Questo non era un banale tradimento, era molto di più, c’era di mezzo Tommy. L’ex Amore “di” Clarence. E neanche più ex.
Tommy doveva restare l’off limits per eccellenza, ‘più’ che una mera proprietà privata, anche se in qualche modo in questo maledetto quadrangolo qualcosa doveva pur fare (Piumetta a parte…).
A distanza di un’ora Tommy lo osservava nella penombra, il respiro di Ramon ormai quieto, regolare. Un bambino addormentato.
“Finirò con l’innamorarmi anche di te”.
——-
Stavano dormendo, quando qualcuno entrò silenziosamente nella stanza.
Ramon era sul bordo del letto, poco ci mancava che cascasse. Tommy era al centro, supino, il braccio destro disteso come a cercare Ramon.
La sagoma si piegò sulle gambe, accostando le sue labbra a quelle di Ramon.
Al contatto questi aprì gli occhi di colpo mentre sentiva sussurrare
– Ciao topolino.
Un gatto sorpreso dalla scala Richter sarebbe balzato meno.
Ramon scattò come una molla, portandosi una mano in petto, quasi a trattenere il cuore che era andato in tilt.
Avvicinando la mano per accarezzarlo, la voce calma e rassicurante
(sussurrando) – Ti ho spaventato!
(pausa)
Volevo farti una sorpresa… Non riesco a stare troppo senza te.
Una scusa per catapultarsi sul letto insieme a lui, o meglio accanto a lui. E sentire una mano ‘sotto’ le sue spalle.
Fu Clarence stavolta a schizzare via come una molla.
Accesa la luce, Cla’ restò lì a fissarli, impalato, prima di applaudire.
– Arrivo in ritardo allo spettacolo!
(pausa)
(toccandosi la fronte per lo sconcerto)
– Me lo dovevo immaginare…
– Aspetta, aspetta, posso spiegare!
Tommy gli si fece dappresso zampettando sul letto, mentre Ramon si scansava al contatto arretrando verso la spalliera.
(sibilando, Cla’) – Spiegare cosa?
Tommy – Non c’è stato niente, niente!
(Cla’, con aria di sfida) – Niente?
Ramon li vedeva discutere come due acerrimi nemici senza capacitarsi. E si sentiva terribilmente in colpa. Ma non ce la faceva a tenersi tutto dentro.
Ramon
– Solo un morso, amore.
Uno stupido morso.
Tommy si beccò immediatamente un ceffone
Cla’ – Ecco, appunto!
Restarono per un attimo tutti e tre zittiti.
Porgendogli anche l’altra guancia
Tommy – Okay, picchiami ancora, se questo può aiutarti!
Cla’ lo fissò con asprezza.
– L’unica cosa che mi serve ora è un caffè!
Li lasciò bell’e fessi sul letto e schizzò via dalla stanza.
Tommy prese a massaggiarsi la guancia colpita.
Ramon – Mi dispiace, amico.
– Me lo sono meritato, in fondo.
(laconico) – Non è stata colpa tua.
– Sì invece! Avrei potuto fermarmi.
O fermarti.
Ramon sospirò.
– Dai, andiamo di là.
In cucina, inspiegabilmente, Clarence cambiò atteggiamento.
Pensavano di trovarlo con un muso lungo fino a New York.
Lui invece li spiazzò con una calma imperturbabile
– Non ne parlamo più, ok?
Ramon e Tommy bevvero in silenzio i loro caffè, lanciandosi di tanto in tanto furtive occhiate, sperando di capire che cazzo stava succedendo.
Cla’ – Andiamo a letto.
Non era una domanda, né un invito. Era un ordine.
Adrenalina e caffeina certo non aiutano il sonno, men che meno vedere Cla’ uscire dal bagno e prendere a spogliarsi con aria alquanto languida, nonostante l’orario e l’assoluta mancanza di riposo.
Cla’ si avvicinò con chiari intenti e si distese fra loro, abbarbicandosi a Ramon e spingendosi le braccia di Tommy intorno ai fianchi.
Tommy non era certo tipo da farsi pregare. Prese ad addossarsi e strusciarsi a lui con gli attributi, sperando che stavolta Cla’ volesse andare fino in fondo. Cla’ gli afferrò il Gigio con una mano, mentre a sua volta Ramon, prendendo a smanettare Cla’, gli avvicinava l’altra mano al suo.
In quegli istanti non era semplice capire chi e come, fra loro, provasse il maggiore godimento, mescolandosi i sussulti insieme ai gemiti; era chiaro che in tre si potevano raggiungere vette ovviamente inusitate in un rapporto duale.
Cla’ lo voleva fare suo questo traguardo: riuscire a superare ogni diatriba ed ogni ostacolo con i suoi uomini – quelli per i quali il corpo e il cuore aveva maggiormente vacillato – veleggiando in acque nuove, oceani nuovi, carichi di meraviglia e sensazioni mai provate.
Si distese supino, spingendo Ramon ad attaccarsi alle sue labbra – mentre ancora Cla’ lo smanettava – e Tommy a dedicarsi avidamente ai suoi attributi, già sapientemente arroventati dalle mani.
C’era di che impazzire.
Tommy alternava la sua stretta poderosa a lunghi baci profondi, accelerando con le mani per poi indugiare in punta con le labbra.
Pratica decisamente ardita per prolungarsi all’infinito.
Ogni singola fibra del suo corpo sembrava scossa da un tremito, la fronte calda, bollente, al pari del respiro.
Cla’ – Nooooo!
Tommy l’aveva appena allontanato da sé, per sistemarsi meglio, quando Clarence si accorse di stare per venire.
Troppo veloce e troppo forte quella spinta per poter porre riparo. Ramon sentì distintamente sul suo fianco il getto caldo di Cla’, mentre Tatoo tornava inutilmente a fare scudo con la mano.
La smorfia di piacere di Cla’ lasciò il posto a un’espressione buffa mentre incrociava lo sguardo divertito di Ramon
– Centrato e affondato, minchia che mira!
Clarence scoppiò a ridere, mentre da sotto anche Tommy faceva capolino osservando la traiettoria del missile lanciato in acque territoriali.
Ramon – Facciamoci sta doccia va…
Tommy (guardando entrambi) – Vuoi dire continuiamo là…
(osservando il suo Gigio e quello di Ramon)
Che qua la carne…
(a Ramon, ridendo, Cla’) – Tu. Non muoverti!
Cla’ si sollevò e, calpestando le gambe a Biscottino, riuscì a scendere dal letto guadagnando la posizione eretta. Sfilò una salvietta dal contenitore passandola a Ramon.
Quando quest’ultimo ebbe fatto
– La cestiniamo o la lasciamo in dote ad Igor?
Cla’ (ridacchiando) – Alzati dai, andiamo sotto l’acqua…
Clarence sporse in avanti ambo le mani per aiutare i due a tirarsi su.
——-
Il vapore aveva ormai riempito il bagno. Sullo specchio appannato svettava un cuoricino accanto ad una scritta cubitale: AND NOW…
Un box doccia decisamente stretto in tre…
Biscottino bendato – polsi legati e ancorati all’asta del soffione – era ben sostenuto alle spalle da Tommy, mentre Cla’ gli passava sul corpo una spugna imbevuta di schiuma.
E intanto, capita che ti ri-capita da quelle parti, a Ramon s’era per così dire sollevato nuovamente il morale.
Acqua tiepida scorreva su quei corpi, ma sempre più calienti erano i loro desideri.
Mani, labbra e braccia si intrecciavano sul corpo di Ramon; il capo che ruotava avanti e indietro, le labbra vagamente schiuse, alla ricerca disperata di un oggetto a cui attaccarsi.
Con un dito Clarence gli sfiorò le labbra, carezzandole e delineandone i contorni.
Thomas invece prese a lambirgli il collo. Il tocco della barba lo faceva fremere…
– Chi di noi vuoi, Biscottino? (accennò Cla’ all’orecchio in un sussurro mentre col corpo si addossava)
Il respiro di Ramon si fece più affannoso, la domanda lo aveva un po’ spiazzato.
Restò incerto, poi prese coraggio.
– Entrambi!
– Come, Vostra Maestà?
sentì nell’altro orecchio. La voce era di Tommy.
– A voi la scelta.
Clarence bloccò lo scorrere dell’acqua.
Cla’ – Sei pronto a tutto?
Ramon annuì.
Tommy
– Sicuro? ‘Tutto tutto’?
Lui azzardò
– Anche
(pausa)
di più…
Clarence e Tommy si guardarono negli occhi, incerti se procedere.
Cla’ riaprì l’acqua per bagnarsi il volto, strinse le braccia intorno al collo di Ramon e lo baciò appassionatamente. Poi lentamente fece scorrere le mani sul suo dorso, i fianchi, adagiando infine la sua destra nell’incavo fra i glutei. Tommy lo osservava attentamente, in attesa di un suo cenno, senza il quale non sarebbe intervenuto.
Era solo questione di attimi carpirne le intenzioni, Ramon non si sarebbe mai tirato indietro… Cla’ prese a insinuare le sue dita più a fondo nell’incavo, scivolando sulla pelle; si abbassò sulle gambe e posò sul Gigio le sue labbra, mentre lasciava spazio a Tommy alle spalle di Ramon. Tommy continuò laddove Cla’ si era interrotto. E mentre l’uno si adoprava ad infuocar di desiderio un lato, l’altro dava manforte alle sue spalle.
Cla’ – Dillo e noi ci fermeremo.
Ramon – Mai!
——-
Mezz’ora dopo eran di nuovo sul lettone, e questa volta per servire Tommy.
– Almeno due ne voglio…
(Cla’, ridendo) – Solito ingordo…
– Moi?
(pausa)
Voglio emozioni forti, stanotte.
Cla’ – E sia! Passami la benda.
Tommy si allungò verso il comodino e avvicinò la benda in seta scura alle mani di Clarence. Si sollevarono col busto mettendosi in ginocchio, uno di fronte all’altro. Cla’ gli scostò la frangia dei capelli e strettagli la benda intorno agli occhi lo fece stendere sul letto.
Senza parlare Cla’ fece capire a Ramon come procedere. Si allontanò dalla stanza mentre Ramon si adagiava accanto a Tommy accarezzandogli il torace, con la mano scivolando in alto e in basso.
Aveva una gran voglia di baciarlo.
Si sollevò col busto e mentre i loro toraci venivano a contatto piegò la testa in avanti posando sulla bocca le sue labbra.
Cla’ gli si fece poi dappresso, con tutto l’occorrente. Ramon volse lo sguardo in alto, accennò un gesto d’intesa ed un sorriso.
Cla’ – Vieni su, Tommy, alziamoci.
Tommy si lasciò guidare. Restò poi fermo in evidente attesa.
Ramon si spinse le braccia di lui intorno al collo, mentre le mani del moretto si dirigevano in basso a occuparsi del Gigio di Tatoo. Cla’ alle sue spalle gli accarezzò la schiena con un dito, prendendo poi a sfiorare ogni solco con le labbra.
Ben più di un brivido percorse la sua schiena spingendolo a protendersi ora in favor dell’uno ora dell’altro. Sentì armeggiare debolmente, ma prima ancora di capire cosa stava per succedere sentì un fragore sulla pelle. Si strinse ancor più forte al dorso di Ramon mentre una lamina sottile e fredda gli tratteggiava la colonna. Cla’ prese poi un cubetto di ghiaccio gocciolante, lo passò sulla schiena e lungo la dorsale fino a guadagnare lo spazio fra le anche. Lunghi sospiri si avvertirono nell’aria, mentre Tatoo si abbandonava col capo sulla spalla di Ramon, quasi a farsi sostenere. Cla’ spinse il cubetto verso il basso, tenendolo pressato qualche istante, prima di addossarsi al corpo di Tatoo che nonostante il freddo era decisamente arroventato. Ramon lo stava ancora smanettando e lo baciava, quando le labbra di Tommy si staccarono da quelle del moretto di fronte a quello che sembrava un attimo di esitazione alle sue spalle.
(a Cla’) – Non smettere, ti prego!
Cla’ gli piegò il capo all’indietro e in un orecchio sussurrò, muovendosi
– No, stavolta no…
——-
Era ormai quasi l’alba, ma uscendo dal bagno Tommy non aveva ancora esaurito la sua smania. S’eran scatenati più che mai, eppure quella notte Ramon e Clarence erano ancora serrati l’uno all’altro, le loro labbra incollate in un bacio appassionato.
Tommy si fermò sulla soglia, restò a guardarli, assaporando avidamente ogni attimo della loro intimità. Non si accorsero di lui fino a che non avanzò di un passo, facendo scricchiolare il legno del parquet. Clarence si volse e per un attimo stette ad osservarlo mentre Tommy si copriva il Gigio col palmo della mano. Lo spettacolo l’aveva eccitato nuovamente e ora Clarence si aspettava un ulteriore desiderio.
– Dai continuate!
(pausa)
Per favore…
Cla’ – Ma così poi…
Tommy avanzò verso di loro, spinse una poltrona al lato del lettone e si adagiò divaricando le gambe.
Ramon da sotto Cla’ si sollevò per mordicchiargli il mento e riportarlo a sé.
Cla’ prese a baciarlo di nuovo, accarezzarlo e coccolarlo, tempestandolo di ogni possibile attenzione, finché fu chiaro che quel qualcuno intorno a loro prendeva spunto da quelle evoluzioni per appagare del tutto la sua sete.
Si era, oramai, al limite del buio, quello interiore, ancor più che oltre le finestre.
Quella notte Tommy si placò, certo che l’indomani, o nelle volte successive, sarebbe stato più facile per tutti abbandonarsi senza remore a un amore collettivo, grande, certamente unico e forse inimitabile…
——-
Farina: Il comunismo sentimentale rimarrà sempre un’utopia.
Dove trovare mai un’altra Piumetta?
NB
Ecco come mi alzo io se la notte la passo a fare un’arte, o se non dormo.
Loro, gli esperti, no… freschi come rose iceberg.
Vi odio!
(dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
quadro di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it
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