Casa di Clarence, venerdì 15 aprile
Gamy è a casa di Clarence per la seconda intervista…
Dissimulando l’imbarazzo e una certa qual tensione
Clarence (a Gamy) – Chiamo Ramon per vedere dov’è finito.
Dammi solo un attimo.
Il biondino la parcheggia in salotto, dopo aver messo su un po’ di musica.
Clarence si infila nella stanza da letto, il luogo più lontano della casa, e compone freneticamente il numero di Ramon.
Clarence – Oh, dove sei?!
In sottofondo rumori di clacson a non finire.
Ramon – In un casino, qua è tutto bloccato.
– Senti, non venire da me, vai da Didy…
– Perché?
– Non sono solo.
(timoroso) – Che vuol dire?
Clarence abbassa la voce.
– C’è Gamy da me.
(incredulo) – Non mi dire! Come mai?
(pausa)
Azzo, l’intervista!
– Ehhhhhh, appunto…
(ghignando malizioso) – La seconda parte dovevamo farla a letto, le ho detto per scherzo…
Clarence (che non si capacita) – Ma tu proprio le cose importanti ti dimentichi di dirmi?
Meno male che sono previdente… Be’, fammi andare di là…
(eccitato) – Non sto nella pelle Ciccio!… Allora mi chiami tu quando avete finito… okay?
Clarence annuisce.
Ramon – Aspetta aspetta!… Amo’ dacci dentro, mi raccomando!
(coglionandolo) – Sì, sì. Ciao.
——-
Due ore dopo
Ramon riceve un sms di Clarence che recita ‘via libera’.
Precipitatosi a casa lo trova visibilmente strano, ma assolutamente intenzionato a non far parola su quanto avvenuto.
Ramon (sulle spine) – Insomma, mi vuoi dire che hai fatto?
Clarence – È inutile che insisti. Non parlerò.
Sono un gentiluomo.
– Sti cazzi!
Sei il mio uomo e basta!… (pausa)
Ma vedi se uno…
Clarence ridacchia guardandolo di sottecchi, facendosi scivolare ogni cosa addosso.
(dandogli una manata) Ramon – Ah, è così?
Mo’ la chiamo e me lo faccio dire da lei.
– Sei scemo? Potrebbe stare il marito…
(esasperato) Ramon – Ti odio Cla’…
——-
Più tardi, a letto, Ramon torna all’attacco.
Ramon – Di’ la verità… Te l’ha toccato?
(mentendo) Che un po’ sono geloso…
Clarence lo fissa e ride.
– Geloso tu? Ma se non vedi l’ora che me la faccio…
Ramon (subdolo) – Ahhhhhhh! Allora non c’è stato niente?!
– E va bene! Abbiamo solo…
Ramon resta in attesa
Clarence – Parlato… e… ballato.
(incredulo) Ramon – BALLATO?
– Sìììì, ballato.
Ramon – Ma… Almeno eravate nudi?
Clarence fa segno di no.
Ramon non si capacita.
– È inutile, c’è una sola spiegazione.
Lei è pazza e tu sei scemo…
——-
L’indomani Ramon è a colloquio con Gamy in un bar del Coppedè.
– Pa’ me lo fai un favore?
Gamy lo guarda.
– Te lo fai Clarence, per piacere?
(perplessa) – Cioè, scusa?
– Una sola volta, non chiedo assai…
Lei lo guarda stranita.
– Forse non ho capito bene… Tu vorresti che io mi ‘facessi’ Clarence?
‘Fare’ nel senso che intendo io?!
Ramon (serissimo) – Nell’unico senso possibile…
(pausa)
E non puoi dire che ti sto dando una fregatura.
L’hai visto Clarence…
Lei non crede alle sue orecchie.
(tra il serio e il divertito) Gamy – Non c’è dubbio.
(pensa È un figazzo inenarrabile…)
Ma dimentichi un dettaglio.
– Tuo marito?
Gamy – Fra le altre cose…
Ramon – Sono sicuro che lui capirebbe, è un uomo di mondo.
– Non credo, penso piuttosto che lui ci manderebbe all’altro mondo…
– Non c’è bisogno che lo sappia, Pa’…
– Già, perché secondo te una cosa così passa del tutto inosservata?
(pausa)
Ma a prescindere da questo… non è solo il doppio tradimento…
– Perché doppio?
– Io tradirei Bear, Clarence tradisce te.
– Non la vedo così.
– Ah no?
– Tu faresti un favore a un amico (me).
E Clarence non mi tradisce se si fa una donna…
Anzi, l’unica donna…
Si guardano l’un l’altro come in una partita a scacchi.
Gamy – Ammesso e non concesso… Sei sicuro che funzioni?
– Pa’, gli si alza sicuro, fidati…
Lei gli fa un’occhiataccia.
– Non intendevo in quel senso…
(pausa)
Potrebbe rivelarsi una fregatura…
– Perché mai?
Gamy – Metti che la cosa va storta, o peggio ci sfugge di mano… L’hai considerato?
Una velatura compare sul sorriso di Ramon.
– In questo caso non sarà tuo marito a fare una strage.
La faccio io…
——-
Sotto casa di Didy al Coppedè
22 aprile sera
Appoggiati alla macchina di Ramon, Ramon e Clarence stanno aspettando che Gamy scenda da casa di Didy, destinazione casa di Clarence, dove finalmente si spera di realizzare la seconda intervista.
Com’è ovvio quando si tratta di due donne, Gamy e Didy si perdono in chiacchiere ‘fondamentali’ prima di salutarsi.
Ramon e Clarence ammazzano il tempo di sotto ridendo e scherzando, con qualche atteggiamento forse un po’ troppo amichevole che non passa inosservato a un gruppetto di ragazzi radunati all’angolo.
Resisi conto di colpo di essere osservati, Clarence fa capire a Ramon con lo sguardo che quel gruppo non sembra avere buone intenzioni, e che è meglio filarsela quanto prima.
Timore fondato, poiché improvvisamente spuntano dalle tasche dei pantaloni e perfino dagli anfibi alcune barre metalliche che non fanno presagire nulla di buono.
Ramon compone freneticamente un sms indirizzato a Gamy: “Scendi di corsa codice rosso”.
Il gruppetto si avvicina lentamente all’auto, tuttavia Ramon e Clarence tentano di rimanere immobili per evitare di far capire di avere paura.
Gamy si precipita di sotto in preda al panico, ma appena in strada si muove con la nonchalance di un’attrice consumata. Si dirige verso Clarence, gli butta le braccia al collo e lo bacia sulla bocca come se fosse il suo fidanzato. Poi si stacca e dà anche un bacio sulla guancia a Ramon. Clarence apre la portiera del sedile posteriore, fa accomodare Gamy e prende posto con lei da dietro entrando dall’altro lato. Ramon a sua volta si mette alla guida.
Fatte scattare le sicure, Clarence e Gamy con grande naturalezza riprendono a baciarsi sotto lo sguardo del gruppetto (che intuisce di aver preso un granchio) e di Ramon che per pochi secondi mantiene un comportamento assolutamente neutrale, quasi si trattasse di una scena vista e rivista.
Allontanatisi dal pericolo, Ramon tira un sospiro di sollievo e si lascia andare.
Guardando attraverso lo specchietto
– Minchia Pa’ ci hai salvati… Senza di te a quest’ora chissà dove stavamo!…
(a Ramon)
Clarence – Ma hai visto quei figli di puttana che arsenale hanno tirato fuori?
– Già, roba da spezzarci le ossa… mi vengono i brividi solo a pensarci…
Gamy – Io non ho visto niente, non ho fatto caso a niente, mi sarei tradita…
Clarence – Avevano delle catene, poi in quanti erano, cinque o sei?
Non ce l’avremmo mai fatta…
Ramon – Vabbù, stavolta è andata… devi uscire più spesso con noi, sai Pa’…
Clarence per dimostrare tutta la sua gratitudine ha ripreso a serrarsi a Gamy e a baciarle il collo; lei lo lascia fare, considerando la situazione eccezionale.
Squilla il cellulare di Ramon ed è Didy che vuole sapere che cosa è successo. Lui inserisce il vivavoce.
– Hai rischiato seriamente la vedovanza, mia cara (le fa Ramon). Poi ti spiego.
Didy – E ora che fate?
– Andiamo da Clarence per fare quella benedetta intervista… (sfottendo) sempre che questi due ce la facciano ad arrivare a casa…
– Perché, che fanno?
– Non immagini?
– Non è vero! urlano in coro (ridendo) Gamy e Clarence a Didy.
Clarence poggia la testa sulla spalla di Gamy.
Ramon – Tsss… ma guardali!
Clarence – Zitto lei chauffeur, pensi piuttosto alla cena…
– Capito, Didy? Mi sa che toglierò il disturbo…
——-
Nella mezz’ora che segue Ramon prepara una cena veloce a base di stuzzichini al salame e formaggio, serviti su un vassoio d’argento direttamente sul lettone di Clarence.
Il resto… prima o poi si risaprà.
Gamy è stata regolarmente scortata dai due baldi giovani fin sotto casa a conclusione della serata.
La Mercedes di Ramon tuttavia riferisce la seguente frase, per bocca di Ramon:
(a un trasognato Clarence) – Appena a casa tu mi trombi eh, non facciamo scherzi…
PS
Diretto’ d’ora in avanti non potrà dire che non mi immolo per la causa di LetterMagazine…
dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane
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