28 luglio
Pa’ riceve all’una di notte il seguente sms
“Fatti trovare a Via Galbani alle 10.”
Il mattino seguente Ramon va su e giù per la casa, visibilmente nervoso… lei è in ritardo, non ha dato cenni di vita… lui comincia a pensare che non verrà.
Suonano alla porta.
Non le dà il tempo di entrare, la inchioda sulla soglia con un bacio.
Solo così sembra calmarsi.
– Ma dov’eri finita?
– Ramon c’è traffico, ho fatto prima che potevo…
Ramon annuisce. La tiene per mano.
– Vieni, sediamoci.
(lei poggia sul tavolo la borsa) – Cla’?
– Allo studio. Deve sistemare un po’ di cose prima di partire.
Pa’ si siede. Sembra non avere molta voglia di parlare.
– Che facciamo, Pa’?
Lei sospira.
– Non lo so.
– Forse è meglio non dire niente… magari quando siamo in Giappone…
– Allora hai deciso, vai?
– Lo raggiungo alla metà di agosto…
– Ieri non si è accorto di nulla? (fa lei)
– No, l’hai visto anche tu fino a che sei rimasta.
Pa’ sospira di nuovo.
– Era inevitabile, Pa’. Prima o poi doveva accadere…
Suona il cellulare di Paola.
Gamy fa segno a Ramon che si tratta di Cla’.
Ramon fa una smorfia, preoccupato.
Cla’ – Pa’ dove stai? Devo vederti subito.
Puoi venire da me allo studio?
– Ma è successo qualcosa?
– Senti, ora non posso stare al telefono.
Simona va via fra un quarto d’ora. Saremo soli, così ti spiego. (pausa)
Vieni?
– Mi ci vuole almeno mezz’ora, se non di più.
– Okay, ti aspetto.
Ramon la incalza non appena interrotta la comunicazione.
– Che voleva?
– Devo passare allo studio, ha detto che mi deve parlare.
Tu sei proprio sicuro che non si è accorto di nulla?
Ramon scrolla le spalle.
Pa’ fa per prendere la borsa e andarsene.
– Dove vai? (e la blocca prima ancora che metta un passo)
– Ramon, devo andare!
– Tu non vai da nessuna parte… (la serra a sé con forza tempestandola di baci e bacetti)
– Dai stai buono! (e fa per divincolarsi)
– No, non sto buono affatto! Non voglio che lo vedi!
Lei appare confusa
– Perché?!
– PERCHÉ?!
Perché forse è una scusa, lui vuole solo scoparti…
(alterata) – Non ci credo… ma se anche fosse?
Ramon si stacca da lei, si appoggia al tavolo.
Lei cambia tono
– Rispondi Ramon. Te l’ha detto lui?
Ramon nicchia, gesticola.
– Sono geloso Pa’, com’è che non capisci?!
Pa’ si avvia, decisa a interrompere sul nascere questa conversazione.
Lui la blocca di nuovo prima che lei apra.
(quasi minaccioso)
– Non voglio che lo tocchi, Pa’, giurami che non lo fai…
Lei è sconcertata, Ramon non l’ha mai visto così.
– Stai dando di matto, ti rendi conto?
– È colpa tua Pa’… è solo colpa tua…
In preda a raptus lui la afferra e la solleva, tenendola sospesa, saldamente ancorata al suo inguine.
– Stai qua con me, ti prego!
——-
Studio di Clarence, al Nomentano, un’ora dopo
Cla’ – Credevo non venissi più…
Clarence la precede nella sala riunioni. In un angolo dell’ampia stanza c’è un divano, due poltrone e un tavolino. Accanto un mobile bar, ben fornito.
– Vuoi qualcosa da bere?
(sedendosi su una poltrona) – No, grazie.
(pausa)
Che è successo Cla’?
Cla’ sorride, si versa un’acqua tonica.
Prende posto sul divano.
– Ricordi la sera che Thomas… ‘eh’?
– La sera del black out vuoi dire?
– Già… o della figura di merda se preferisci…
Lei annuisce.
– Avevo preso sonno con difficoltà… me lo sono ritrovato nel letto…
Pa’ lo guarda come chi ha intuito dove vuole andare a parare.
Cla’ beve un sorso, sembra incerto se continuare o meno.
– Vuoi dire che… ci sei stato?
– Non proprio.
Pa’ – Ti ha chiesto di… sì, insomma, fargli qualcosa?
– Già. Ma non è questo il punto.
Lei resta in attesa.
– Quando è rientrato Ramon, il giorno dopo… eravamo nel bel mezzo della notte, saranno state le 6… e lui, come capita spesso ce l’aveva sveglio… Mi pressava alle spalle, credevo volesse darci den… hai capito…
Ero in dormiveglia, anche lui in realtà era mezzo addormentato… ma io l’ho strattonato di brutto, come avevo fatto con Tatoo…
– E come ha reagito Ramon?
– Sì è svegliato, era sconcertato per come l’avevo spintonato. Mi ha pure chiesto scusa.
Io ho mentito, ho detto che stavo facendo un brutto sogno, e ci siamo rimessi a dormire. Al mattino però ho capito che non l’aveva bevuta, mi ha chiesto se era successo qualcosa con Tatoo. E io ho mentito di nuovo. Sai com’è geloso di Tommy…
– Ma tu e Tommy… è davvero finita?
– Bella domanda Pa’…
A parole sono sicuro di sì. Però tu lo sai, è difficile spezzare certi legami. O lottare con i ricordi…
lei pensa “Eccome se lo so…”
– Con Tommy le cose andavano diverse… Ramon ha tutto un altro modo di fare, che a me sta bene… ma cinque anni insieme ti segnano a vita, anche se lui non era la persona per me.
– Qual è il problema?
– In qualche momento, mentre ero con Tatoo, avrei voluto essere più partecipe, non dovermi limitare… eppure sono sicuro di amare solo Ramon… almeno in quanto uomo voglio dire…
Cla’ allunga una mano a cercare quella di Pa’.
– Ti mancano alcune cose che facevi solo con Tatoo?
– Forse.
O forse è che non voglio limitarmi più come in passato, e fare tutto quello che mi passa per la mente… capisci? Anche con te, voglio dire, da solo…
Lei abbassa lo sguardo.
– Non so se dirglielo, non vorrei che Ramon fraintendesse… lo sto vedendo strano in questi giorni…
(lei pensa “Eh…”)
– Strano in che senso?
– Mah, è solo una sensazione… però lo sento come sfuggente alle volte, come se avesse qualche preoccupazione… qualcosa di cui non vuole parlare…
A te ha detto niente, per caso?
Pa’ è combattuta. Non sa se è il caso di rivelargli quello che è successo e questa novità della gelosia nei suoi confronti… Teme di non riuscire a reggere una possibile reazione avversa.
– Forse è solo un’impressione… Chissà, forse è pure lo stato infiammatorio… (pensa: “Che cazzo dico, non mi sembrava affatto dolorante un’ora fa…”)
Pa’ di colpo viene sfiorata da un sospetto.
– Gli sto ancora mettendo la crema, per precauzione…
(a denti stretti) – Eh sì, fai bene…
Lei si alza per evitare lo sguardo, si avvia verso la finestra, su cui campeggiano delle piantine di rosa gialla.
– Ora che andate in ferie chi se ne occupa?
Cla’ si alza e si avvicina a Pa’, abbracciandola alle spalle.
– Verrà Simona di tanto in tanto.
Lui prende a baciarla sul collo, dapprima in modo delicato, man mano più insistente.
Poi di colpo le si para davanti, le serra il volto fra le mani e la bacia fin quasi a stordirla, sollevandola di peso e obbligandola ad una posizione che è tutta un programma…
Uno di quegli stati ai quali è davvero difficile sottrarsi…
Bottoni che scivolano via dalle asole, dita che passano in rassegna, sfiorano o restano a indugiare… Una tempesta ormonale a mille si diffonde nella stanza.
Poco distante il tavolo. Qualche secondo e sarebbero finiti lì, probabilmente.
Di sicuro lui non aveva più addosso la camicia quando qualcuno suonò alla porta.
Né si poteva far finta di non aver sentito.
Appena il tempo di sistemarsi un po’, quanto bastava a Ramon per capire che genere di scena avesse interrotto con la sua repentina apparizione.
E un ghigno satanico che campeggiava sulla faccia di Ramon non appena Pa’ ebbe a incrociarne lo sguardo.
——-
Cla’ (imbarazzato) – Come mai da queste parti?
(sorridendogli) – Volevo controllare i miei possedimenti…
(Ramon si avvicina a Cla’, gli cinge la vita e lo bacia sulle labbra)
– Mi manchi già, Ciccio…
Ramon prende a baciarlo di nuovo, e in modo quai sfacciato gli piazza le mani dappertutto, mentre Cla’ osservando Paola alza gli occhi al cielo.
– Allora vi lascio soli – fa Pa’ non appena Ramon smette un attimo di palpeggiare Clarence.
– No, se vuoi, puoi stare… vero Cla’?
– Magari un’altra volta – fa lei sorridendo, avviandosi alla porta.
Ramon si stacca, la segue, e quando lei si gira sulla soglia fa finta di baciarla sulle guance, mordendole in realtà un orecchio.
Lei fa una smorfia di dolore, senza poter reagire, suonandole come un velato avvertimento.
Cla’ si avvicina a sua volta per salutare, si avviano all’ascensore, ma lei fa segno di voler scendere a piedi. Un bacio veloce, morbido, tra loro, e uno “scusalo” a denti stretti seguito da un rapido sguardo d’intesa che si perde solo sulle scale.
(tornati dentro)
Ramon – Ce ne hai messo di tempo per aprire…
– Eravamo nella sala in fondo – fa Cla’ sistemandosi alla meglio un lembo della camicia.
– Ho interrotto qualcosa, non è vero?
È il tono gongolante con cui lo dice che fa incazzare Clarence.
Cla’ però si sforza di mantenere il controllo.
– Temo di sì.
Anzi, no, sono sicuro… era la volta buona.
– Beh, allora ti ho salvato… Ricordi? L’hai detto pure tu che Pa’ è pericolosa…
Cla’ si appoggia alla sua scrivania.
La sua espressione si fa di colpo tirata. E sbotta
– Ramon, non ti passa mai per la testa che potrei voler ‘affogare’ da solo?
Che sono adulto e vaccinato e posso decidere da me cosa fare?
Ramon resta senza parole, non si aspettava una reazione così piccata.
Resta a fissarlo con l’espressione di un bambino che è stato appena sgridato.
– Scusa, scusami Cla’… è che ho sempre paura di perderti…
Ramon, che pure è un maestro nell’ottenere i suoi scopi, appare davvero contrito.
Cla’ si ammorbidisce.
– Vabbè, lasciamo perdere… come non detto.
Gli allarga le braccia, fra le quali Ramon va subito a rifugiarsi.
——-
Più tardi, al telefono con Didy
Ramon – La odio Didy, la odio!…
– Perché?!
– Non fa quello che voglio, che vorrei… Mi sta facendo impazzire!… A volte ho l’impressione di piacerle, un attimo dopo è lontana anni luce… con lui invece è sempre pappa e ciccia…
– Gemelli, tipico… è stato così anche fra te e Clarence all’inizio, non ricordi?
– Sì e no. È passato quasi un anno da allora… Oddio, io stesso stento a crederci…
– Perché, il fatto che vivete assieme ti pare normale?
– In effetti…
(pausa)
Però no, Didy… All’inizio Cla’ era distante solo per colpa di Tatoo, non l’aveva superata… con me era sempre molto cauto, pure per baciarmi c’ha messo una vita… se non l’avessi fatto io…
– E be’ con Pa’ non è lo stesso?
– Non lo so… Certo che… se aspettavo lei stavamo freschi…
– Dalle tempo, Ramon… non deve essere facile per lei trovarsi fra due fuochi… e non dimenticarti di Bear…
– Ma sì, forse hai ragione tu… devo sembrarti proprio uno stronzo…
– Non sembrare, tu ‘sei’ proprio uno stronzo…
– Ringrazia che non sono là, ciccia…
——-
29 luglio, al Coppedè
(Pa’, seria) – E dopo tanto elucubrare, sono giunta a una conclusione…
L’amore monogamico è il problema, Didy.
Andrebbe abolito per decreto.
Didy – Ahhhhhhhhhh! Finalmente!
C’hai messo un bel po’ per arrivarci, ma ora lo stai tastando con mano pure tu…
– Già, puoi dirlo forte… (e ripensa al massaggio…)
Non che non mi fosse chiaro in teoria… lo sai, ti ho sempre appoggiato…
– E mo’ ti appoggio io…
Gamy – Dicono che fra amiche spesso ci si influenza inconsapevolmente…
Didy – E che capitano gli stessi eventi a una e all’altra… è normale in Psicologia…
– Allora mannaggia a te, mi hai menato una sfiga!!!
(ridendo) – Io?
– TU eri quella dei 3 uomini, anzi 4!!! Tu sola la donna dei casini!
(Squilla il cellulare. È Ramon.) Vedi? Parli del diavolo…
(Pa’ risponde) – Da te? Cioè da Cla’ vuoi dire? E lui?
(a denti stretti, a Didy) Allo studio, figurarsi…
Ramon (f.c. incitandola) – Dai vieniiiii… Porta i gamberetti, ti preparo il risotto. O preferisci la paella?
(Didy a Pa’ sottovoce) – Non te lo smolli finché non fai come vuole lui, fidati…
– Solo se c’è anche Cla’, va bene?
(lamentoso) – Noooooo! Non farmi questo…
(pausa)
Pa’ restano solo due giorni per… Dai ti aspetto! (e chiude)
Pa’ resta col cell. in mano.
– Che stress!
Didy intanto se la ride.
– Preparati Pa’, ti darà la morte fino a che…
– Tranquilla, lo ammazzo io prima…
(avviandosi alla porta)
Solo una preghiera… vorrei una cella ‘estetica’…
Didy – Vista mare?
——-
Casa di Clarence, ore 12.45
Ramon controlla se in dispensa e nel frigo ci sono tutti gli ingredienti per un bel pranzetto.
Constata con piacere che c’è anche dell’ottimo vino. Gli viene in mente però che non serve, non può sperare di ubriacarla…
Pensa: “Io le donne così le odio…”
Di colpo si figura Cla’ che gli domanda: “E allora perché ci stai appresso?”
Perché?… Non lo so manco io… so solo che non riesco a farne a meno…
Poi parli proprio tu scusa… (cantilenando) – Pa’ è come una malattia del sangue, se ci entri in contatto non puoi più liberarti…
(pensa) Cazzo, mo’ parlo pure da solo…
Alzheimer?
– Ci sarà un motivo per cui quella strega mi fa uscire pazzo…
(voce immaginaria di Cla’) – E dire che a te le bionde non piacciono…
– Cla’ non ti ci mettere anche tu però…
(pensa) Le bionde non mi piacciono poi? Ma chi l’ha detto?
Quel suo reggiseno però… sfidarmi in quel modo, a me, Ramon de Gadia Fuentes…
(posa la bottiglia)
Ma che mi frega di tutte queste seghe!… Quando la vedo lo scoprirò.
Suonano alla porta. Ramon si ricompone e va ad aprire.
Per un pelo non gli va di traverso la saliva.
Una bionda con camicia color cobalto trasparente gli sta porgendo un sacchetto pieno di gamberetti freschi. Ramon resta galvanizzato dalla brassière nera che occhieggia dal tessuto.
– Erano gli ultimi che avevano alla pescheria… Ho fatto dieci minuti di apnea…
Ramon (sguardo fisso sulla brassière)
– Non so se basteranno a placare la mia fame…
– A quest’ora… tu che vuoi da me… (e gli molla un po’ schifata il sacchetto)
– Scoparti, ovvio!
Pa’ strabuzza gli occhi – Come scusa?
– Entra.
(Lui si fa precedere in cucina al solo scopo di ragnarle il lato B)
– Meno male che era Cla’ quello che voleva scoparmi…
– Anche lui lo vuole… pardon, lo vorrebbe…
Ramon poggia il sacchetto nel lavello.
– Sì, e io che dovrei fare?
– Che domande! Farti me!
– E Cla’?
– Cla’ deve farsi una ragione…
– Ma vedi che stronzo che sei… bell’egoista!
(Ramon pensa: “Dove l’ho già sentito?”)
(pausa)
– Ci sono cose che un uomo non può dividere…
– Quali per esempio?
– La propria donna.
– IO NON SONO LA TUA DONNA!!!
– Solo perché mi resisti… peraltro inutilmente.
(e si avvicina con sguardo malizioso)
– Ramon tu mi fai rimbecillire…
– Vedi? Non puoi resistermi.
(le cinge la vita)
Dai baby, spogliati… approfitta di me!
Le fa fare un caschè.
Lei torna diritta e lo guarda torva.
– Vabbè, prima cucino…
(continua)
dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane
- Il bancario - 8 Luglio 2024
- La “cura” di Teo - 24 Giugno 2024
- Noemi - 17 Giugno 2024
One Reply to “Scoop by Scop (Novella 2011 – Sotto assedio)”