30 novembre, al telefono
Cla’ – Stai attenta Paolè, non dargli corda in nessun modo…
– Ma come faccio?!
– Scansalo come la peste.
– Forse non è chiaro allora… Amore mi sta braccando!
Spunta da dietro gli angoli, me lo ritrovo nei posti più impensati. Comincio a credere che sia dotato di ubiquità.
(pausa)
No, di multiquità, si può dire? Diciamolo!
Cla’ sospira, ed è nervoso quando pronuncia queste parole
– Vuol dire che rinuncerò a lui, se proprio non capisce… non posso certo menarlo, non servirebbe…
(sconfortata) – Ma che dici…
– Sai quante volte ce le siamo date?
– No, non mi riferivo a quello… rinunceresti a lui per colpa mia?
– A mali estremi…
– Ma io voglio che tu sia felice…
(d’impulso) – Lo sono già con te e Ramon. (pausa)
Forse ha ragione mio padre, non si può avere tutto dalla vita…
——-
Più tardi al cellulare
Clarence – Ti rendi conto, non fai che parlare di lei…
Tommy – Davvero?
– Sì, sono almeno 5 minuti…
Tommy si zittisce di colpo.
Cala uno strano imbarazzo. Nessuno dei due sa cosa dire.
(alla fine, giustificandosi) – È che mi dà un senso di… non so come dire… pace.
Non lo provavo da tempo…
(pausa)
Ma che scemo, tu lo sai meglio di me…
– Già.
È un effetto che fa a molti. A tutti, temo.
(pausa)
Non vorrei che tu andassi oltre…
– E se ti dicessi che mi sto innamorando di lei?
Cla’ ha un sussulto.
– Tu sei pazzo…
Tommy – In effetti lo penso anch’io, talvolta.
Comunque scherzavo…
Silenzio.
– Guarda non ci pensare neanche… (irritato) e comunque non ho voglia di discutere.
– Neanch’io, preferirei scoparti.
Quando sei incazzato mi attizzi ancora di più…
– Smettila Tommy, io sto parlando seriamente.
– Anch’io.
——-
Berlino, 3 dicembre
Ramon rientra dalla palestra, poggia la sacca e nota che Cla’ è seduto sul divano, l’aria meditabonda.
– Che c’è amore?
Giornata no al cantiere?
(laconico)
– No, non direi.
Ramon – Paolè?
– La chiamerò più tardi.
(avvicinandosi)
– Allora perché quella faccia? Tommy?
Un’altra delle sue?
– È qualche giorno che non lo sento…
Ramon appare meravigliato.
– Non starai pensando seriamente di…
– Cosa?
Ramon lo guarda un po’ smarrito.
Cla’ sospira.
– No, è che non voglio sentirlo, non fa che parlarmi di lei… troppo…
Ramon si mette seduto accanto a lui
– Ma che ci fa agli uomini Paolè…
(Cla’, sornione) – Lo sai che ci fa…
——-
9 dicembre, in barca
Tommy sta riempiendo un borsone.
Ha appena comunicato a Nick che deve volare a Roma per alcune commissioni urgenti, ma di sapere di che si tratta non c’è verso.
Nick ha sgamato che c’è di mezzo una donna, e quella donna ha un nome.
L’aria è amara, anzi, amarissima.
Nick – So che devi farci, lo sanno tutti ormai…
Tommy scuote la testa.
La sua risata appare a Nick quasi beffarda.
(Nick, urlando) – Vuoi negare, eh? Vuoi negare?
(sibilando) – Ci sentiranno tutti, abbassa la voce…
urlando anche più forte
– Non me ne frega un cazzo, okay?
Tommy – Si tratta di un giorno, non casca il mondo…
– Il tuo forse… il mio è già crollato…
Tommy sospira insofferente, e Nick si incazza ancora di più.
– Ma perché cazzo non ti decidi a dirmi che è finita, che non te ne frega un cazzo di me?
Tommy chiude la zip e si avvicina a Nick per cercare di calmarlo.
Fa per abbracciarlo
– Non mi toccare! (e lo allontana menandolo)
Ma stavolta, diversamente dal solito, Tommy si difende poco dagli attacchi fisici di Nick. Quasi che sentisse di meritarli…
Roma, 10 dicembre
Le 11 quando suonano al citofono della casa di Tommy.
Pina si dirige all’ingresso, sfilandosi un guanto di gomma.
Risponde.
(rivolgendosi a Tommy, che è nella stanza da letto)
– È per te. Paola.
– Dille di salire, e intrattienila mentre mi sistemo…
Passa qualche minuto prima che Paoletta si affacci sulla soglia, nel frattempo Tommy compare in salotto con indosso un paio di boxer sui quali annoda in fretta e furia una vestaglia di seta.
Pina gli lancia un’occhiataccia
– Ancora così stai?
(pausa)
Che penserà… come ha detto che si chiama?
– Paoletta.
– Eh appunto, Paoletta…
Thomas le sfodera uno dei suoi sorrisi maliziosi.
Di colpo Pina cambia espressione
– Ahhhhhhhhh! Mo’ capisco… C’abbiamo un movimento…
Volevo ben dire…
(pausa)
E bravo Tommy!
Suona il campanello.
(ridendo sornione) – Zitta e fatti gli affari tuoi…
Tommy la spinge verso l’entrata, prima di allontanarsi, facendole segno che poi può andare
(sottovoce) – Vaiiiii!!!
Pina fa accomodare Piumetta in salotto, le chiede se gradisce qualcosa da bere.
Non appena Tommy ricompare, sempre in vestaglia e con un meraviglioso profumo, Pina taglia la corda salutandoli.
(appena soli)
– Non so come farei senza di lei…
Ma andata via Pina, Tommy anziché apparire spavaldo, come suo solito, è come intimidito.
– Siediti, faccio in un attimo.
Pensando che voglia andare di là a vestirsi
– Scusami, sono arrivata in anticipo…
Lui si avvicina e con un dito le sfiora le labbra
– Shhhh… aspetta
Si allontana, e dopo poco torna con una busta gialla.
Si siede accanto a lei, apre la busta e ne tira fuori il contenuto.
(curiosa come una bambina)
Lui annuisce sorridendo.
(lui) – Guarda questa.
Lei sta lì a osservarla, quasi incredula
– Wow!!!
——-
Roma, 17 dicembre, sera
Di ritorno da Berlino, dopo giorni in cui Tommy sta strano, non si fa quasi sentire, Clarence – il cervello in fiamme – prende la Smart e va a casa del suo ex.
Approfittando dell’assenza sia di Tommy che di Pina (dato l’orario), entra in casa con le chiavi. Ma già sull’uscio si domanda che caspita ci è andato a fare…
Accesa la luce, per poco non gli viene un colpo.
Sopra o accanto alle sue foto, ovunque in casa, scatti che ritraggono Tommy e la sua Pa’, gli stessi che lei aveva inviato loro in anteprima… ma anche altri diversi, in cui Tommy le bacia il collo, la sfiora con le labbra. E in tutte un’espressione che in Tommy non s’era vista mai…
Il primo impulso è di sconcerto, mentre il cuore gli parte all’impazzata, poi è la rabbia a invaderlo, e per un pelo non scaraventa tutto all’aria.
Si ferma appena in tempo…
(pensa) Calmati Cla’, foto da un set, nient’altro…
24 dicembre, mattina
Salito su da Tommy, munito di pacchi e pacchettini, convinto di trovarci solo Pina, Clarence apre la porta, e si dirige all’albero che lui stesso aveva allestito qualche giorno prima.
Non fa in tempo a voltarsi del tutto che sobbalza, vedendo protendersi una mano
– Tommy!
Tommy per reazione ritira la mano.
(Cla’) – Gesù mi hai spaventato! (e si porta istintivamente una mano al petto)
Che cazzo ci fai a Roma?!
– Non volevo passare un Natale di merda sulla barca.
Ho rotto con Nick, in malo modo…
(pausa)
Comunque dovrò rientrare subito… Dovevo fare una cosa…
Tommy è stranamente distaccato, si comporta in maniera insolita
Cla’ – …oltre a quella di baciarmi?
Tommy si avvicina e lo stringe, ma sembra più un abbraccio paterno che quello di un amante. Cla’ si scosta e resta ad osservarlo, stranito.
Cla’ – Che sta succedendo me lo spieghi?
– Niente. Non c’è niente da spiegare.
Cla’ scuote la testa convinto che invece c’è qualcosa eccome.
Tommy è tornato ad essere l’uomo imperscrutabile che lui conosce bene.
– No, tu adesso me lo devi dire.
Quel silenzio tra loro però sembra non finire mai.
– Okay.
Mi sono innamorato di lei.
– Lei?
Cla’ resta a fissarlo inebetito. La sua espressione lascia trasparire una bufera interiore.
Qualche secondo e fa ancora appello al suo proverbiale controllo.
Si sente però vacillare.
Azzarda (tremando) – E lei?
Tommy si volta, dando a Cla’ le spalle.
Ma non risponde.
(imperioso) – Ti ho fatto una domanda.
Tommy si volta lentamente e a stento sostiene lo sguardo di Cla’
– Le ho chiesto di sposarmi…
——-
Ora provate a immaginare la reazione di Ramon all’accaduto.
Una valanga di imprecazioni in spagnolo stretto?
Si è accasciato dapprima sul divano, poi a un Cla’ visibilmente stravolto:
– Ma che cazzo ci fa agli uomini, Paolè???
——-
(dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
quadro di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it
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