Set fotografico a Roma
28 novembre
Villa da sballo, antica, manco a dirlo, un set davvero unico…
E chi ti compare a un certo punto?
Il fantasma del Louvre… in quanto fantasma è dotato di ubiquità, lui…
(fotografo) – Già che ci sei, Tommy, vieni che ti scatto due pose…
Immaginatevi la faccia di Piumetta quando a circa ¾ del servizio fotografico vede comparire di colpo Thomas Barclays, vestito di tutto punto, che si avvicina a lei con totale savoir-faire.
Carica di meraviglia e d’imbarazzo gli sussurra sottovoce
– Da dove sei sbucato?
– Ero lì accanto al pilastro, non potevi vedermi da questa distanza.
(nei denti) – Da quanto sei qui?
– Mezz’ora?
Piumetta deglutisce e intanto sorride al fotografo come se nulla fosse.
fotografo a Tommy – Mettiti alle sue spalle
(Tommy si posiziona)
…sì, vediamo un po’
Il fotografo fa per pensarci su un attimo, la Canon fra le mani
– La cingo in vita, Ben?
– Sì, però avvicinati, deve vedersi il contatto…
(lei ripete mentalmente: Deve vedersi il ‘contatto’… Già…)
(perfezionando) – …percepirsi il rapporto tra di voi
(lei vorrebbe prorompere: “Quale rapporto?”)
Diciamo le cose come stanno.
Piumetta avrebbe voluto bestemmiare almeno in cento lingue per questa situazione surreale, invece doveva trattenersi, restare al gioco, e addirittura sorridere, sorridere di avere Tommy alle spalle… vicino, terribilmente vicino, tanto da ‘sentirlo distintamente’ questo rapporto…
– Sfiorale la spalla con le labbra…
lei pensa, accaldata: “Pure… Oh my god!”
(l’imbarazzo per quel contatto che non vi dico…)
E intanto i click della Canon che si susseguivano…
(lei che pensa: ma insomma non finiamo mai!)
(estasiato) – Buona questa!!!
(avvicinandosi e mostrandola ai due)
– …Questo è il fremito che voglio…
e mentre Tommy annuisce alle parole di Ben lei pensa
“Tu, io no!”
A fine servizio il colpo di genio del maestro. Un bacio.
O meglio prove di bacio, come diceva Ben…
Gli attimi che precedono l’incontro fra le labbra, il desiderio visibile negli occhi, ancora prima di sfiorarsi.
Paoletta voleva morire. Ma il Mister lassù asseriva che non fosse l’ora.
Doveva sottostare alla mala sorte, a questa beffa del destino.
A fine servizio, look decisamente più informale per entrambi
Tommy – Allora dove ti porto a pranzo?
(titubante) – Ma io veramente…
(incalzando) – Shhhhh… Non ho intenzione di lasciarti andare.
Lei lo guarda un po’ smarrita.
– Dai, non facciamo tardi, io pure devo tornare a Fiumicino.
– Ma come mai sei a Roma?
– Serviva un pezzo di ricambio per la barca.
Son dovuto andare ad Anzio.
(lei pensa: Ma guarda un po’…)
– E il pezzo?
(candidamente) – Lo spediranno.
Per fortuna era solo un pranzo e non una cena a lume di candela.
——-
Più tardi, da casa
Paoletta – Ramon, devo parlarti.
(meravigliato) – A me? Come mai non con Cla’?
(laconica) – Tommy.
Ramon fiuta al volo che è successo qualcosa.
– Capisco. Sputa il rospo.
Intero, mi raccomando.
Dopo aver sentito di che si tratta, Ramon decide che Piumetta deve sbrogliarsela da sola, ma cambia subito parere quando sente dalla sua viva voce cosa è disposta a fargli se è lui a dare la notizia a Clarence…
——-
Ore 16, Berlino
– Ambasciator ti porta pene…
Cla’ ridacchia, solleva lo sguardo dal libro che sta leggendo, sdraiato sul letto.
Vedendo Ramon impalato sulla soglia, ripone il libro, e gli fa cenno di avvicinarsi.
Guardato l’orario sull’orologio da parete
– È l’ora vero?
(avanzando) – Sarebbe anche, ma devo darti una notizia.
La vuoi prima o dopo? Sarebbe meglio dopo, però…
– Lascio decidere a te.
Clarence si scosta per fargli posto.
Di colpo Ramon si fa serio, come non è da lui.
– È grave? (fa Cla’ preoccupato)
– Direi…
– Beh, non mi tenere sulle spine…
– Prometti che non ti arrabbi con me?
– Dipende.
Ramon prende coraggio e spara
– Tommy ha portato Piumetta a pranzo fuori.
L’ha fatta bere…
Cla’ sgrana gli occhi, cambia man mano colore, impallidendo.
– E…
– Non è successo quello che pensi tu, ma Tommy era sul set fotografico di Pa’, e il fotografo li ha ritratti insieme. Potrebbero non piacerti quelle foto…
Lei ci manderà le copie.
Cla’ si alza di scatto, incazzato nero.
– Questa me la paga!!!
Dando le spalle a Ramon sta lì a rimuginare sull’accaduto, passandosi la mano fra i capelli, visibilmente nervoso.
Dopo qualche minuto
– Cla’!
Ramon nel frattempo si è steso dove prima era sdraiato Clarence.
Ma Clarence è così fuori di sé che neanche si gira.
– Cla’!
Improvvisamente Clarence si scuote, e si volta.
(vedendolo steso)
– Che hai?
Ramon si rannicchia su se stesso.
– Ho freddo, vieni a riscaldarmi?
Clarence si fionda su di lui, gli tocca la fronte, preoccupato.
– Devi avere qualche linea di febbre, vuoi un’aspirina?
– No, stai qui con me.
Cla’ si stende accanto a lui e lo stringe a sé.
Pochi minuti e Ramon si addormenta fra le sue braccia.
Cla’ gli accarezza dolcemente i capelli, gli sfiora le guance con le labbra.
Quando Cla’ fa per alzarsi per prendere un plaid Ramon protesta debolmente.
– Non vado via, sto qui con te.
Si alza, recupera una coperta dall’armadio e torna a sistemarsi con Ramon, riempiendolo di baci e coccole finché di nuovo si abbandona al sonno.
Il giorno seguente
(al cell.) – Stronzo!
(Tommy) – Le notizie volano…
(incazzato) – Lei è completamente astemia…
– Che sarà mai… Era dell’ottimo moscato di Pantelleria.
Non ha saputo resistere…
– E che altro le hai fatto?
– Niente, te lo giuro.
Sono stato un perfetto gentiluomo. Lei potrà certamente confermarlo.
(pausa)
Certo, io avrei voluto… la prima volta era partita meglio, ricordi?
(sibilando) – Come potrei dimenticarlo…
– Ha avuto accesso alla parte migliore di me, non trovi?
– Non lo fare mai più.
– Perché se no che mi fai?
– Cerca di immaginarlo da solo…
(coglionandolo) – Che paura…
Dimmi una cosa bella, piuttosto…
Silenzio.
– Non vuoi sapere quando vengo da te…
– Quando?
– Ecco vedi, non puoi fare a meno di me…
– Non essere così sicuro…
– Quante volte l’hai detto…
Ti vuoi convincere? Tu mi appartieni babe…
Cla’ – Ti odio.
(suadente) – Dimmelo ancora…
——-
Berlino, in tarda serata
Una scena che si ripete quasi che fosse un rituale, Ramon seduto sul pouf ai piedi del divano, abbarbicato alle gambe di Cla’, e quest’ultimo spaparanzato sul divano.
Ma quella sera davanti al videoregistratore con annesso plaid un motivo fuori dal comune: Ai no kusabi, il famoso anime.
Ok, non la versione giapponese integrale e priva di censura, ma quella italiana che insomma merita…
Ramon – Com’è che se le trova Rei ste cassette?
– Tu non lo sai lui è un appassionato di questo tipo di cartoni, ha una collezione da far paura. Sicuro che non l’hai visto?
– Temo di no, noi da ragazzi le serate le impiegavamo per bene…
(ridacchiando) – Perché noi no invece…?
——-
NB
Al secondo tempo Ramon non era più seduto sul pouf, ma sul divano fra le gambe di Cla’ (che lo cingeva), e cosa strana erano ammanettati uno all’altro, al polso destro…
——-
La sera seguente, al rientro a casa
Cla’ torna carico di buste della spesa, si lava le mani e si dirige nella stanza da letto, per vedere come sta Ramon.
Guinzaglio al collo, Ramon è seduto sul letto, coi soli slip indosso.
Accanto a lui la cintura del judo.
Cla’ resta senza parole sulla soglia, poi si avvicina
– Che fai??? Prenderai freddo…
– Shhhh, sto meglio… e ho voglia di…
(pausa in cui lo guarda allusivo)
Porgendogli i polsi
– Legami…
Clarence resta a fissarlo come solo lui sa fare, afferra la cintura, la tende fra le mani, poi serra i polsi che Ramon gli porge.
Ramon si stende supino e facendo cenno agli slip
– Toglimeli.
Cla glieli sfila lentamente e fa per accarezzargli il Gigio con una mano
Ramon – Lo faccio io, tu siediti…
(ridacchiando) – Come Iason e Riki?
(languido) – Sì.
Cla’ spinge una poltrona di fronte al letto e si siede a contemplare la scena.
Il busto sollevato, le mani legate, Ramon fa per accarezzarsi in modo sensuale e provocatorio. Poi passa al Gigio con movimenti sapienti e cadenzati.
A un tratto si blocca, e serra le gambe.
(protestando) – No perché! Continua…
– Devo fermarmi Cla’, altrimenti…
– No, dai, vai avanti…
Ramon si morde il labbro inferiore e riprende a smanettarsi.
Ma presto deve fermarsi di nuovo, il respiro affannato
– Non resisto Cla’…
Cla’ si alza, si inginocchia fra le gambe di Ramon, lo spinge a mettersi supino con le braccia oltre la testa e prende lui stesso a smanettarlo.
Ramon aumenta via via il tono dei suoi gemiti, che è insieme di godimento e di insopportabilità.
Cla’ – Dai amore, ancora…
Ancora…
A un tratto Ramon abbassa le mani bloccandolo e guardandolo ardente.
– Vai Cla’, vai…
Cla’ abbassa la testa e continua con le labbra.
In un su e giù da sfinimento, fra rallentamenti e rapide riprese, Ramon raggiunge l’apice del godimento, abbandonandosi a un sussulto che lo fa scuotere tutto, il battito del cuore percepibile a distanza.
Ramon tiene le mani serrate sulla testa di Cla’ fino a che il suo respiro ritorna regolare, cercando di mantenere quel contatto il più a lungo possibile.
Cla’ si distacca, e a labbra serrate continua con le guance e col naso ad accarezzarlo, a coccolarlo, in un moto puramente istintivo.
– Sono il tuo ‘animaletto’, amore?
Cla’ deglutisce.
(guardandolo) – Di più. Di più…
Ramon gli fa segno di sollevarsi e mettersi alle sue spalle.
Clarence si sistema e lo tiene stretto, continuando a dispensargli carezze e baci come il più tenero degli amanti.
Ramon – Ti ho sentito oggi nel bagno, quando litigavi con Tommy…
per Paoletta, vero?
– Sciocchezze amore, non ci pensare…
(e riprende a sbaciucchiarlo)
…dicevi che non volevi più vederlo, che è meglio per tutti…
(pausa) Ma tu lo ami…
Clarence si blocca un attimo
– Riesco a vivere senza di lui.
Ramon gli serra una mano fra le sue, ancora legate
– Vivresti mai senza Paoletta?
(allontanandosi un po’ e biascicando)
– Non lo so… forse…
Ramon lo incalza
– E senza Ramon tuo?
(senza esitazioni)
– MAI!
E in preda a raptus riprende a mordicchiarlo e palpeggiarlo dappertutto, con chiari intenti.
Uno tsunami anche lui, non c’è che dire…
– Ohhhhhhh, Cla’ un momentoooooo!
Slegami!
Cla’ invece continua imperterrito
– Ti terrò legato per sempre!
– Ma prima devo fare la pipììììììì!!!
E tutti e due scoppiano a ridere.
——-
Scopriamo gli altarini…
Riporto per dovere di cronaca:
“Che dici Cla’, la rapiamo e teniamo qua incatenata, Piumetta?”
Forse Ai no kusabi ha dato loro alla testa.
O sono troppo innamorati e hanno perso la testa.
Da tempo…
Piumetta corri ai ripari, e se serve fai un fischio.
(dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
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