di Andrea Colosimo
Don. Don. Dondolo dormendo. Dondolo dormendo in un qualsiasi ed imprecisato punto dell’universo. Sverso e diverso, riverso in un verso tutta la mia essenza, innocenza di un’anima un tempo impavida, che spasima ma si guarda allo specchio e riconosce un vecchio, ch’io ho già visto morire senza rumore, furore o pudore, re o reo colpevole tra le nuvole, volle le volte del mondo racchiuse nel fondo di un cuore, reato del fato che ciò sia stato fatto. Nell’atto di un attimo, morso dal rimorso, so riconoscere i miei limitati limiti, tipo il mito del mio essere mite e non dinamite, mutabile e non ammirabile, mentre la vile bile sale, rendendo amaro e salato ciò che è stato e ciò che è passato, passato e impastato ma non sono cambiato. Fiato nel silenzio, l’ultima goccia di assenzio che per disattenzione cade dal bicchiere, mentre fiere ereditiere calcano in schiere le porte del camerino di un damerino senza faccia che schiaffa facilmente firme su ferme pagine, lette in spiaggia, che mi piaccia o mi dispiaccia. Ciao vita, avvita i miei arti a questo corpo morto e mai risorto: porto con me ogni torto e ho tolto ogni espressione dal mio volto colto, colto dal mio collo rotto e storto. Torno al tornio di Dio, amico mio, dove io sono stato plasmato, ma tolto questo non sono mai nato, tonalità talmente esente d’importanza da star chiuso in una stanza, senza che alcuna sentenza verificasse da dove fosse scaturita ‘sì tanta violenza, tra le viole e la lenza di quel pescatore che viveva senza un tetto. Tetta materna, materia eterna, nasco da te etereo o era impressione dovuta alla mia forzata passione per te, tenendoti la mano per ricordare un nome, meno importante di tante altre prove non passate o superate. Rateizzo non pagando pizzo per comprare biancheria di pizzo, per buttare in un pozzo la gioventù fallita di un mozzo della vita, avida divoratrice ma non meretrice livida che mi divida da te. Da te. Da te. Date a me le date, dato che devo decidere se essere re o restio, io che posso spazzarti via tracciando una linea nera su una riga o una pagina intera.
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