Pillole di follia n.3

follia

1

“Per il momento sono ancora vivo.”
“Anche io.”
“Anche io.”
“Anche io.”
“Anche io.”
“Anche io.”
“Io, no.”

2

In Facebook non c’è George Bernard Shaw.

3

… sì, è incinta, ma solo leggermente…

4

… e per colmo di sfortuna è pure italiano…

5

“Immagino che debba essere fastidioso perdersi l’ombra…”

6

Con una mano teneva il volante, una mano era sul cambio e con l’altra si accese una sigaretta.

7

I cretini sono cretini. Ma chissà perché i cretini americani sono più cretini.

8

Forse non dovevo insegnare al mio gatto a collegarsi in Internet. Va su tutti i siti con le gatte nude.

9

È molto raro che un Angelo Custode fumi dei sigari Avana.

10

12 secondi di televisione, sabato 31 marzo 2012, Rai due, intercettati casualmente.
“Se pensi di sposare Fernando, dovrai prima liberarti di me!”
Ma va? Davvero?

13

“Quante volte, figliolo quante volte?”
“Ogni volta che potevo, padre.”

14
– gesso
– lavagna
– banchi
– cattedra
– rigurgito esofageo

15

Chi di voi si ricorda le decalcomanie?

16

Ma se non ve le ricordate nessun problema, anche alcune decalcomanie penso non si ricordino di noi.

17

Sarà politicamente corretto dire Buona Pasqua a un agnello?

18

Risultato del test di Chi sulla personalità, qualunque sia il punteggio:
Siete completamente cretino! Solo un cretino comprerebbe Chi e farebbe pure il test sulla personalità.

19

I gatti siamesi non miagolano in thailandese, o almeno non tutti.

20

Secondo la teoria di Brønsted-Lowry, un acido è una sostanza capace di cedere ioni H+ a un’altra specie chimica detta base.
Sì, ma chi è l’assassino?

21

“Anche io ho fatto il liceo classico e lo so che idiota viene dal greco antico antico, da idiotes, ossia individuo privato, senza cariche pubbliche.
Ma tu non sei un greco antico, quindi non chiamarmi più così.”

22

Per navigare in Internet non è obbligatorio portarsi il giubbotto di salvataggio.

23

Iena maculata (nome scientifico: Crocuta crocuta) si nasce, non si diventa.

24

E al tramonto tutte le mucche tornarono dai campi ed entrarono nel muccaio.

25

“Ignazio, quando ti ho detto che non sei nessuno, non mi riferivo alla storia di Ulisse e Polifemo.”

26

No, la data di nascita di Elvis Presley non è festa nazionale negli USA.

27

“Sei sicura che la nave spaziale Enterprise fermi a Piazza Beccaria?”

28

“Che vuol dire che anche se sono Dio non posso fare i pianeti cubici, ma li debbo fare a forma di sfera?”

29

“Albert, devi smetterla di pensare alle tue equazioni quando scopi.
La velocità della luce non è il massimo del piacere per una donna.”

30

Pillole di follia? Ma chi vuoi che le legga…”

31

Nonilfenossipolietilenossietanolo.

32

E posso pure fare di meglio:
Sparvagnsaktiebolagsskensmutsskjutaref
che in svedese significa:
direttore del magazzino approvvigionamento uniformi per il personale dei pulitori dei binari della compagnia tranviaria.

33

E adesso vediamo come ve la cavate voi a dirlo… coraggio:
Sparvagnsaktiebolagsskensmutsskjutaref.

34

Mi ricordo una Pasquetta degli anni ’70. Brutto tempo come questa Pasquetta. Sono ospiti da me amici napoletani. Lamberto ha tanteeee canne. Alla televisione fanno Casablanca. Niente di meglio di un Casablanca, fumati, in una Pasquetta piovosa. Mi è sembrato bellissimo.

35

… mangi una formica oggi, un paio di formiche domani e sei segnato per tutta la vita… e quando passi li senti dire: Guarda quello, è un formichiere, uno che mangia le formiche… (citazione approssimativa da B.C. di J. Hurt)

36

Un padrone senza cane.

37
Disambiguazione.

38

Pillola ignobilmente rubata a George Bernard Shaw:
La volubilità delle donne che amo è eguagliata soltanto dall’infernale costanza delle donne che amano me.

39

Solo i cretini pensano che non si possa mai cambiare idea.
Ma i leccaculo la cambiano troppo spesso.

40

Dicesi distanza siderale quella che separa le opere di Manuel Vázquez Montalbán da quelle di Andrea Camilleri.

41

Per avere successo nella vita l’intelligenza può essere un ostacolo ancora più grande dell’onestà.

42

Difficile vedere dei cammelli in Lapponia. Se ne incontri uno probabilmente è venuto in vacanza.

43

Non necessariamente i generi assomigliano ai suoceri.

44

“Tu lo sai che io non mi arrabbio facilmente. Se l’ho tramutata in un moscone ho avuto le mie ragioni.”

45

“No, Alessandro, anche se ti sarebbe utile per scrivere quel tuo romanzo… I promessi sposi… non puoi avere una pendrive. Non l’hanno ancora inventata.”

46

“Devi credermi, Tom, quando si hanno più di 400 anni… e io ne ho 431… un buon bagno di olio lubrificante ti fa sentire proprio bene.”

47

“Mi domando a che ti serve la testa.
Visto che non ragioni mai e non porti nemmeno il cappello.”

48

“Eleonora ha un bel viso, e anche come corpo non è male, ma io la trovo troppo mascolina.”
“Tu dici?”
“Sì, il suo modo di camminare… e poi la sua abitudine di grattarsi le palle quando è nervosa.”

49

Parliamoci chiaro, Dio non esiste.
E se esistesse dovrebbe essere processato per crimini di guerra, avendo permesso il nazismo. O almeno dovrebbe scusarsi. E sarebbe il minimo.

50

Troppi sono contrari al cannibalismo. Senza avere mai assaggiato delle scaloppine di ragioniere.

 


Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè.

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One Reply to “Pillole di follia n.3”

  1. Racconto di Chiara Tangredi – Il conte porta il conto. Alla fine con lui i conti non tornano più.
    Il vino fa buon sangue – mi dice il conte. Il mio deve essere buonissimo, caro conte.
    Qualche anno fa il conte è tornato dal colle con la bocca sporca di blu. Conte – gli dico – ha di nuovo provato a succhiare inchiostro da una bic? No, no – è soddisfatto. – Sono andato al colle a succhiare un po’ di sangue blu.
    Lo sa che non doveva – lo rimprovero. – Ora chi glielo dice al popolo che il conte ha trasformato il colle (il loro governo) in una setta di immortali succhia-sangue ?!
    Faccia sbronzare il ragioniere – mi dice il conte. – Lo sa che il vino fa buon sangue.
    Il popolo deve bere molto vino. Il popolo deve essere molto sbronzo. Ecco perché al colle hanno sostituito l’ambrosia con il sangue di-vino del cittadino medio.
    Come la vuole la bistecca questa sera signor conte? Al sangue, come sempre – mi dice.
    Da un giorno all’altro non c’è più lavoro per il conte. Da quando a tirare il sangue ci pensa l’AVIS e a dissanguarci la politica di governo. Il salasso era una pratica medica diffusa nell’ antichità. In uso fino alla fine del XIX secolo. Ora è tornata di moda. Da quando il colle è pieno di sanguisughe. Come pratica di politica economica. Il prelievo di così tanto sangue da indurre una sincope (svenimento) è considerato benefico. Molte sessioni sono concluse solamente quando il cittadino comincia a perdere i sensi.
    Il conte si è ridotto a rubare trasfusioni in ospedale. Mangia bistecche al sangue. Mentre io infilo una cannuccia nel babà. L’anno scorso ha contratto l’ADIS.
    Le dicevo di stare attento, signor conte. Come potevo immaginarlo? Andavo a bere in ospedale mica in osteria. Pensavo che lì venisse messo al consumo solo il sangue doc.
    Il conte è disgustato. Così ho tolto la mia collana d’aglio. Perché lo indossi come un gioiello? – mi ha chiesto. Perché il vino fa buon sangue, signor conte. Ma l’aglio allunga la vita. Soprattutto con tutti questi succhia-sangue che ci sono in giro. Tiene lontani i parassiti. Lo sa signor conte che il potere antisettico dell’aglio era noto fin dall’antichità?
    Sì. – Lo sa, lo sa. – Queste bistecche di ragioniere – dice – non sono niente male. Considerando che l’abbiamo recuperato dopo un salasso. Versi altro sangue, per piacere. E lei beva del vino. Nunc est bibendum, mio caro, è ora di bere. Libiamo dai lieti calici.
    Così ho bevuto più vino del solito. Così la prossima volta che quelli del colle infilano i canini nella carotide – aumentando la pressione fiscale – si ubriacano e cadono.
    Dal colle sai che capitombolo.
    La fine del mondo per il bruco è una farfalla.
    La fine del mondo per un politico – se non gli si infila un paletto nel cuore – è la nomina a senatore a vita per meriti insigni. Quali?
    La fine del mondo per i mortali è essere eletto. Non in cielo alla destra del padre. Ma al colle. Alla sinistra o alla destra non importa. Benché si beva all’immortalità della carica.

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