Spesso sento in TV (la fonte della maggior parte delle contaminazioni errate della lingua italiana), ma anche nelle discussioni tra amici, espressioni come “Ho fatto un viaggio del tutto gratuìto”, oppure “Vai lì che oggi è tutto a gratis!”. È corretto usare queste espressioni? Qual è la giusta pronuncia tra gratùito e gratuìto? Dire “a gratis” è lecito? In quest’articolo sveliamo la verità.
L’epicentro di questa epidemia di pronuncia errata è la Lombardia e coinvolge anche altri vocaboli come ad esempio intuito, fortuito e circuito.
Come sempre, per capire bene il significato delle parole, è necessario vestire i panni dell’archeologo letterario e andare a scavare nelle lingue cosiddette morte come il latino e il greco antico. Chi alle scuole medie o superiori non ha esclamato qualcosa del tipo: “A cosa servono ‘ste lingue se sono morte?!”, io sicuramente sono tra questi e faccio ammenda.
Iniziamo con circuito, che proviene dal latino circuitus che ha la seconda i breve e quindi si pronuncia circùitus. Identico discorso per intuitus che si pronuncia intùitus. Da cui è facile capire che nell’italiano moderno la pronuncia corretta è circùito e intùito.
Cambiare l’accento a circuito ne cambia anche il significato, infatti circuìto sta per raggirato, ingannato, ad esempio: “Tizio è stato circuìto da Caio che gli ha rubato tutti i risparmi.”
Anche intuito ha un significato diverso se pronunciato in modo diverso, ecco un paio d’esempio:
- Caio ha sempre avuto intùito per i rebus. (sostantivo)
- Tizio ha intuìto che doveva essere qualcosa di strano.
Le cose diventano più complesse per le parole gratuito e fortuito. Infatti le corrispondenti versioni latine avevano la i lunga, tuttavia i linguisti da secoli hanno scelto, forse per una somiglianza con intuito e circuito, di pronunciare gratuito in modo sdrucciolo ovvero gratùito (fonte Accademia della Crusca: http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4016).
Se fate clic sul link indicato in parentesi, potrete togliervi molti dubbi su tante altre parole spesso pronunciate in modo errato, ve ne riporto qualcuna qui di seguito:
- Amàca / àmaca: la pronuncia corretta è amàca;
- Àrista / arìsta: la pronuncia corretta è àrista;
- Arteriosclèrosi / arterioscleròsi: accettabili entrambe le pronunce; la prima segue il greco, la seconda il latino;
- Baùle / bàule: la pronuncia corretta è baùle;
- Carìsma / càrisma: la pronuncia più corretta è carìsma;
- Collànt / còllant (‘calzamaglia fine’): la pronuncia corretta è collànt;
- Cucùlo / cùculo: la pronuncia corretta è cucùlo;
- Depliànt / dèpliant: la pronuncia corretta è depliàn (senza la ‘t’ finale, essendo una parola francese);
- Diàtriba / diatrìba (‘discorso polemico’): pronuncia etimologicamente più corretta diàtriba, più comune diatrìba;
- Diurèsi / diùresi: da preferire la pronuncia diurèsi;
- Èdema / edèma: accettabili entrambe le pronunce; la prima viene dal greco, la seconda dal latino;
- Edìle / èdile: la pronuncia corretta è edìle;
- Èureka / eurèka (‘evviva’): la pronuncia corretta è èureka;
- Ìlare / ilàre: la pronuncia corretta è ìlare;
- Ìnternet / Internèt: la pronuncia corretta è Ìnternet;
- Nècrosi / necròsi: entrambe le pronunce sono accettate; la prima deriva dal greco, la seconda dal latino;
- Nobèl / Nòbel: la pronuncia corretta è Nobèl;
- Nòcciolo / nocciòlo: nòcciolo quando si parla del ‘guscio legnoso che ricopre il seme di alcuni frutti’, nocciòlo se si parla dell’albero che dà le nocciòle;
- Ròbot / robòt / robò: la pronuncia più corretta è ròbot;
- Salùbre / sàlubre: la pronuncia corretta è salùbre;
- Sàlgari / Salgàri (cognome del famoso scrittore di romanzi d’avventura): la pronuncia corretta è Salgàri;
- Zàffiro / zaffìro: la pronuncia più diffusa è zaffìro, ma zàffiro non è sbagliato, perché segue la pronuncia greca.
Torniamo nuovamente a gratuito, in particolare nella sua versione gratis, parola che proviene ancora una volta dal latino, infatti essa è la versione contratta di gratiis. Ma come si arriva ad “a gratis” e come si è diffusa questa versione? Iniziamo col dire che essa ha origine come espressione dialettale e viene dal Piemonte. Una prima versione ufficiale l’abbiamo nel Vocabolario piemontese-italiano di Michele Ponza da Cavour (1830).
Successivamente, considerato che la forma “a gratis” iniziava a diffondersi nel parlato, nel Dizionario moderno della parole che non si trovano nei dizionari comuni (U. Hoelpi, 1918, p. 307) si può leggere: Impropriamente è invalso il mal vezzo di dire a gratis. Nelle grammatiche contemporanee “a gratis” è additato come “uso del parlato popolare-incolto”.
Tuttavia, come si sa, le cose sbagliate hanno sempre un certo fascino, per cui “a gratis” ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio, forse perché ricorda altre espressioni come “a sbafo”, “a scrocco”.
Digitando “a gratis” nel motore di ricerca Google, si hanno ben 352.000 risultati (tra i quali anche quelli in cui si spiega che “a gratis” è un errore, quindi tra un po’ passeranno a oltre 352.000 quando questo articolo sarà indicizzato). Addirittura c’è anche qualcuno che scrive “aggratis”, Google ci dice che sul web ci sono ben 32.200 risultati!
Riassumendo, possiamo dire che:
- Si dice gratùito e non gratuìto.
- Si dice gratis e non a gratis.
Alla prossima.
- Giorgia chi? (primi tre giorni) - 12 Maggio 2014
- “Senza nome”, una bella lettura: consigliato! - 2 Aprile 2013
- Canapa di Raffaele Abbate - 18 Novembre 2012
una parola che in questo utile elenco manca e che sento dire sempre in modi dubbi è RUBRICA. Io ho sempore detto rubrìca…ma c’è chi dice rùbrica…al solo sentirlo mi si accappona la pelle! ma magari sbaglio io!… puoi illuminarmi? grazie
Sono d’accordo con te, caro Raffaele.
Proprio per questo ho pensato d’inviare un messaggio all’Accedemia della Crusca per avere spiegazioni in merito. Se mi risponderanno, lascerò qui un commento.
scusa boss…
eureka(o heureka, dal greco ηὕρηκα) è una parola che significa “ho trovato”. È un’esclamazione attribuita ad Archimede quando, secondo la tradizione, scoprì che si poteva calcolare il volume di un corpo di forma irregolare (DA WIKIPEDIA) e dalle mie riminiscenze degli studi di greco