di Cinzia Randazzo
Benché universalmente conosciuta, poche sono le notizie che riguardano la donna forse più speciale sulla Terra, una creatura unica e in gran parte ammantata di mistero.
Per conoscere qualcosa di Maria si è costretti per lo più a ricorrere ai vangeli apocrifi, cioè ai libri “nascosti” che la chiesa contrappone ai libri canonici e ispirati del Nuovo Testamento, e ai nostri testi sacri. Il dogma vuole che è stata una creatura immacolata fin dal suo concepimento, poco invece sappiamo della sua relazione terrena con Giuseppe e sulle modalità della sua “morte”.
Concepimento e infanzia di Maria
Fra tutte le creature esistenti al mondo Maria è l’unica donna “che nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale”. Questa è la formula, divenuta ormai famosa, con cui Pio IX definì il dogma di fede dell’Immacolata Concezione, contenuta nella bolla “Ineffabilis Deus”. La formula vuole semplicemente dire che, diversamente da tutti gli altri esseri umani che contraggono all’atto della generazione naturale la colpa originale, cioè la colpa ereditata dai nostri progenitori Adamo ed Eva per aver disobbedito a Dio, Maria non contrae tale colpa, in quanto in lei si rispecchia la condizione dei nostri progenitori precedente la loro disastrosa disobbedienza al precetto divino. Infatti si narra nel Protovangelo di Giacomo che Maria insieme a suo Figlio lottano contro il serpente infernale e i suoi aderenti, riportando su di loro piena vittoria, in quanto Maria e il Figlio hanno redento l’umanità dalla schiavitù del serpente diabolico. Solo Maria e Gesù possono lottare contro la forza del male, perché sono esenti dal peccato. Maria ha il potere di vincere su Satana non già per se stessa, ma perché associata al Figlio, diversamente dal Figlio che invece ha per se stesso il potere di vincere pienamente su Satana. Ne consegue che l’umanità, caduta sotto la schiavitù del demonio, viene liberata dal redentore e dalla corredentrice Maria che fu preservata dal peccato originale al fine di cooperare col nuovo Adamo (Cristo) per la redenzione del genere umano. In poche parole Maria è l’immacolata in quanto preservata dalla colpa originale, perché associata a Cristo nel liberare l’intera umanità dalla medesima.
Anche nel saluto dell’angelo a Maria si evince che lei è la piena di grazia da sempre. Ciò significa che in lei non attecchì mai alcuna ombra di peccato. Il Signore è stato sempre con lei fin dal primo istante della sua esistenza, perché fu la benedetta tra tutte le donne essendo stata abolita in lei la maledizione di Eva (nostra progenitrice).
La nascita di Maria era stata predetta dall’angelo del Signore al padre Gioacchino, il quale vide in sogno un angelo che gli diceva che un giorno sarebbe diventato padre di “una creatura che lo avrebbe riempito di gioia”. Quel sogno si avverò e la madre Anna dette alla luce la bambina all’ombra del tempio di Gerusalemme in un ambiente molto religioso, perché la famiglia e i parenti di Maria avevano di Dio un’altissima stima, riponendo in lui la loro fiducia. I genitori di Maria Gioacchino e Anna, cittadini di Gerusalemme, ritennero la nascita di Maria una grazia del Signore, non essendo riusciti fino a quel momento ad avere figli pur chiedendoli a Dio insistentemente e con fede. Maria fin dal concepimento era esente da ogni contaminazione, in quanto il concepimento sarebbe avvenuto senza contatto sessuale tra i suoi genitori.
La casa in cui nacque Maria era collocata nella parte orientale di Gerusalemme, vicino al tempio, di fronte al Monte degli Ulivi. La madre Anna insegnava a Maria che il suo nome significava “l’amata dal Signore”. Dal nome si capisce che Dio aveva prescelto Maria per essere lodato in modo permanente da lei. Maria fin da bambina è stata sempre orientata secondo lo spirito delle Scritture: Gioacchino era istruito e spesso gliele leggeva. Egli portava a Maria un amore incondizionato quando tornava dal lavoro, il venerdì sera, stanco per la fatica di tutta la settimana. Era molto accogliente e cordiale verso le persone che venivano a trovarlo.
La madre Anna che significa “grazia” apparteneva a una famiglia molto religiosa della Galilea. Ella creava un’atmosfera di serenità nell’ambiente in cui viveva, perché diceva che niente accade per caso; tutto è preparato e orientato a realizzare la volontà di Dio per il bene di tutti.
Fin da piccola Maria fu attratta da un uomo vestito di bianco, molto amico di suo padre, che viveva in una comunità lontano da Gerusalemme presso il mare del Sale. Lui faceva parte di un gruppo di uomini che, ritiratisi nel deserto, non si sposavano perché la loro vita era tutta dedita a Dio aspettando la venuta del Messia. Essi non entravano nel tempio, perché la loro stessa vita era tempio del Dio vivente. Fu allora che si sviluppò in Maria la stessa aspirazione: appartenere solo a Dio, offrendo tutta la sua vita a lui nell’attesa della venuta del Messia.
Fidanzamento e maternità di Maria
Fu proprio all’uscita dal tempio di Gerusalemme, quando Maria insieme a Elisabetta e Zaccaria erano sul punto d’incamminarsi verso Ain Karem, che si avvicinò un giovane di una ventina d’anni, timido ma gentile di nome Giuseppe. Egli si rivolse a Zaccaria, che già lo conosceva. Il tono della voce, il suo sorriso e lo sguardo franco e sereno attrassero subito l’attenzione di Maria. Giuseppe si mostrò ben disposto in tutto, tanto che fin dal primo istante in cui vide Maria accanto a Elisabetta nel tempio egli se ne dichiarò innamorato. Giuseppe era di Betlemme, apparteneva alla casa di Davide e faceva il carpentiere.
L’accoglienza di Giuseppe a Nazareth fu molto cordiale, in vista del suo futuro sposalizio con Maria.
Il giorno delle nozze di Maria con Giuseppe fu una festa per tutta Nazareth. I cari Zaccaria ed Elisabetta regalarono loro gli anelli da sposi, e bei calici nuziali di vetro. Vennero altri parenti da Sefforis e da Betlemme, i quali portarono il vino e molte altre cose. Vennero da Cana anche i musicisti per rallegrare la cerimonia nuziale con canti e danze.
Prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio a Nazareth e, entrando da Maria, le disse che ella avrebbe avuto un figlio che avrebbe chiamato Gesù, figlio dell’Altissimo e discendente della stirpe di Davide.
La notte stessa dello sposalizio Maria raccontò tutto al suo sposo Giuseppe. Egli credette senza alcuna difficoltà e con immensa gioia accettò il disegno di Dio. Non la ripudiò, ma al contrario la prese con sé, perché il disegno divino potesse compiersi.
Giuseppe, figlio di Davide, è il padre davidico di Gesù di fronte agli uomini. Il matrimonio di Maria e di Giuseppe era corretto e reale, perché il Figlio che poi è nato, pur essendo figlio dell’Altissimo, è considerato dal punto di vista legale e quindi da tutti, come figlio di Giuseppe. Così si compivano le profezie che predicevano che doveva venire l’Atteso di Israele dalla stirpe di Davide, dalla radice di Jesse e da una madre vergine che ancora non conosceva nessun uomo perché illibata, rimanendo tale anche durante il parto.
Gesù era a tutti gli effetti un bambino come gli altri e dopo la nascita si mise a succhiare il latte dal seno materno.
Sebbene Maria fosse unita in matrimonio con Giuseppe, ella non parla di lui come di suo marito, anzi attesta di non conoscere alcun uomo. Maria viveva in assiduità presso il Signore, ed era predisposta ad amare totalmente il Signore. Ella desiderava che il suo matrimonio con Giuseppe non indebolisse il suo amore per Dio, anzi lo aumentasse. Gesù non è stato concepito per volere di Giuseppe, o meglio per concorso di un uomo, ma da Dio. Il Verbo di Dio fatto carne è nato senza effusione di sangue, segno che doveva far comprendere agli uomini che il figlio di Maria era figlio di Dio, il Figlio unigenito disceso dal cielo perché venuto da presso il Padre.
Fu un parto eccezionale, quello di Maria, perché non accompagnato da alcun senso di dolore o di stanchezza. Giuseppe non era intervenuto in quell’azione straordinaria di Dio, non vi entrava come padre naturale del Figlio dell’Altissimo. Tuttavia Giuseppe doveva esserci senza alcuna contraddizione. Si trattava di un vero e proprio mistero di Dio, perché si adempissero le Scritture. Da ciò si deduce che l’unione di Maria con Giuseppe è più spirituale che carnale, perché Giuseppe sarebbe stato il custode della vergine, il garante della sua verginità, in quanto ella anteponeva l’amore per Dio allo stesso matrimonio con Giuseppe e alla sua consumazione in senso carnale. Tutta la vita di Maria era dedita all’amore per Dio, per cui lo sposo Giuseppe funge da cooperatore della sua stessa offerta vitale a Dio.
Morte e assunzione di Maria
Dopo l’ascensione di Gesù, Maria, trovandosi a Gerusalemme, viene circondata dagli apostoli e dalla primitiva comunità cristiana di Gerusalemme. Saputo, tramite un messaggero celeste, che era arrivata l’ora della sua dipartita verso il Padre celeste, Maria si prepara sia fisicamente che spiritualmente a questo transito, chiedendo al Figlio di venire a prendere personalmente la sua anima. Vengono a farle visita anche i parenti e i conoscenti, per starle vicino.
La notte precedente alla sua dipartita è una vera e propria veglia di preghiera e di meditazione. Maria era certa che il Figlio la stava chiamando per condurla in cielo e ritrovarsi con lui, con Giuseppe e con tante altre persone che ella aveva amato durante la sua vita terrena. Chiede a Giovanni di non abbandonarla e di proteggere il suo corpo. Ella si siede in mezzo agli apostoli e ascolta gli insegnamenti di Pietro, poi prega, si stende sul letto e accoglie col sorriso la venuta del Signore.
Il mattino del giorno dopo il Signore scende dal cielo e preleva l’anima dal corpo di Maria per portarla in cielo, mentre il corpo viene seppellito dagli apostoli a Gerusalemme in una tomba nuova.
Maria si congedò da questo mondo nella gioia di andare verso la gloria e di ritrovarsi col Figlio, godendo della beatitudine eterna. Si trattò di una morte di amore, dovuta a quella intima conoscenza che aveva di suo Figlio.
La notizia della morte di Maria rese triste l’intera comunità di Gerusalemme, nella quale si trovava la maggior parte degli apostoli. Era rimasto profondamente sconsolato Giovanni, l’apostolo prediletto di Gesù, così come Maria di Cleofa, Salomé e Maria di Magdala. Però tutti erano certi che la sua anima contemplava la gloria del paradiso perché era stata trasportata dal Signore in cielo, nella speranza che dal cielo sarebbe stata per tutti loro di grande aiuto, nell’attesa di un futuro ritrovo con lei nella casa del Padre.
La sua bara benedetta fu portata da quattro apostoli dalla casa di Daniele fino alla tomba del Getsemani, e ivi deposta in un loculo, riportando sulla lapide la seguente espressione: Maria, Madre di Gesù, il Messia. Al terzo giorno dalla sua sepoltura, il corpo di Maria fu portato via da Gesù e dagli angeli dal sepolcro per recarlo in cielo, dove venne ricongiunto con l’anima.
Passati poi trent’anni dalla morte di Maria, la comunità decise di lasciare Gerusalemme dal momento che l’esercito di Tito, figlio di Vespasiano, stava per assediare la città, pensando di portare al sicuro le ossa dei propri cari, in particolare il corpo di Maria. La tomba della famiglia di Daniele non aveva subito alcun danno, era rimasta tale e quale come era trent’anni prima, cioè ben chiusa, non apparendo per niente smossa la lapide di Maria. Quando la tomba fu aperta alla presenza del vescovo di Gerusalemme e di Simone, figlio di Cleofa, mancava il corpo di Maria, ma all’interno del sepolcro si diffondeva un delicato e soave profumo. Benché il sepolcro fosse rimasto intatto e ben chiuso, non c’era alcuna traccia del corpo di Maria.
Simone, profondamente commosso, comprese che il Signore aveva voluto glorificare Maria anche nel suo corpo, come aveva glorificato, con la risurrezione, il corpo del Figlio suo.
L’assunzione di Maria è particolarmente significativa per l’uomo di ogni tempo: ella diviene il simbolo di una vita che continua oltre la morte, per cui chi ripone fiducia in Cristo, sull’esempio di sua madre, supera la paura della morte.
- Le apparizioni di Gesù risorto - 20 Febbraio 2017
- Un vizio capitale: l’invidia - 6 Febbraio 2017
- La melodia dell’amore - 30 Gennaio 2017