Casa di Didy, 15 febbraio sera
Ramon fa come al solito una capatina al Coppedè, dopo la serata di San Valentino trascorsa a casa sua fra piume d’oca e smanettamenti a tutto spiano…
Decine di rose colorate sono sparse nelle varie stanze.
– Cos’è la succursale di un fioraio? fa Ramon
Didy – Avevo detto ai ragazzi di non esagerare, ma non c’è stato verso…
– Perciò non hai voluto che le mandassi anch’io…
– Già… e poi di te potevo disporre in altro modo, no?
(Didy lo guarda suadente ed allusiva)
Ramon non se lo fa ripetere, si avvicina a lei come un gatto in calore.
– Infatti, baby, hai fatto male a farti accompagnare a casa.
La tiene stretta a sé facendola oscillare come in un ballo lento.
Arriva intanto Léon che si struscia ai piedi di tutti e due.
– Dovevo fare un ‘seghetto’ alla creatura… (pausa in cui lei lo bacia con trasporto)
Senti, ma… poi che avete fatto voi due?
Lui la osserva con l’aria da furbetto.
– Curiosa eh? Vuoi i dettagli?
– No, se è quello che immagino io…
– Per quanto tu possa sforzarti, mia cara, non puoi avere idea…
– Dici? fa lei con aria maliziosa
Lui annuisce ridacchiando.
– Sai che Clarence è proprio un bel ragazzo, non lo meriti neanche un po’…
– Perché? Non sono pure io un bel maschiaccio?
– Sì, ma tu sei ‘pazzo’, Clarence no…
– Io sono pazzo, sì, solo di te però… fa lui quasi stritolandola
– No, mi sa anche di Clarence… anzi no, ti vedo proprio male, collega…
– Si vede così tanto?
– Temo di sì.
Lui la guarda, e per un attimo diventa serio.
– Mi ha fottuto Didy, lo devo ammettere… Ramon si è fatto fregare dal biondino.
E lui se ne approfitta…
– Ma dai, mica fa niente che non va…
– Scherzi?
Ha capito che c’ho un lato debole… Poi c’è il fantasma di Tatoo.
– Scusa ma tra loro due non è finita?
– Dovrebbe, ma non per Tatoo evidentemente… gli sta sempre tra i coglioni, cioè tra i miei…
– Non è che ti stai a fare delle paranoie?
– Quelle mi verranno se non ti trombo all’istante, baby…
Neanche un fulmine sarebbe più veloce di Ramon, la prende in braccio come una sposa e si dilegua con lei nella stanza da letto.
——-
Un paio d’ore più tardi, uscendo da casa di Didy
Ramon – Dolcezza, si potrà bissare nel weekend?
– Temo di no, stavolta c’è Philippe.
Una nuvola nera passa di colpo nell’orizzonte di Ramon, che cambia immediatamente espressione. Lei cerca di minimizzare, sbaciucchiandolo.
– Dai non fare così… in fondo manca da dicembre…
Ramon approfitta, fa l’aria triste per farsi baciare ancora.
– Già che stava poteva almeno arrivare a primavera, ecchemadonna!
– Stai zitto tu che stasera ti sei preso anche gli interessi, pensa a lui e agli altri.
– Beh, Bobby no… Ha avuto la sua parte, un po’ e voleva farsi pure me, chiamalo scemo…
Lei lo guarda ridacchiando, lui fa fintamente il serio.
– Insomma non mi vuoi perché c’è lui…
– Non mi fare sentire pure in colpa… e poi scusa, hai Clarence…
– Ma io volevo fare una cosa a tre…
– Una fissa eh?
– Direi.
Lei fa finta di pensarci su.
– Allora?
– Vedremo…
(Ramon pensa) Almeno non è un NO secco, facciamo progressi…
——-
Giovedì sera al telefono con Clarence
Ramon – Ciccio, a che punto stai, passo a prenderti allo studio?
– Macché, sto nella merda, oggi un contrattempo dopo l’altro.
Devo fermarmi qua fino alle 10 almeno.
Ramon resta in silenzio un attimo.
– Non sono scuse, vero Cla’?
– Ma che dici, Ramon, come ti viene?
– No, è che ultimamente mi stai trascurando assai.
Clarence sospira, un po’ si sente in colpa.
– Amore mio, è l’ultima cosa che vorrei… è solo che sto indietro coi progetti e devo lavorare come un matto.
Ramon fa finta di mugugnare.
– Va bene, ti perdono… a patto che poi recuperiamo nel weekend.
Saremo soli, io e te.
– Didy non c’è?
– No, c’è Philippe.
– Ah! fa Clarence, interdetto.
Pausa.
– Beh, non sei contento Ciccio?
– No, è che…
– Cosa? fa Ramon (lievemente esasperato)
– Questo weekend c’avrei un impegno…
– No, dai, anche tu!!!
Cosa? Con chi?
– Con un uomo.
– Con un uomo? ripete Ramon incredulo e terrorizzato.
– Già, e che uomo! incalza Clarence.
– Chi cazzo è?
– Lo scoprirai venerdì.
(teso) – No, me lo dici ora.
– È una sorpresa, Ramon.
Si sente che Ramon scalpita dall’altra parte.
– E se non mi piace?
– Ti devi stare…
Clarence si aspetta una reazione che non tarda ad arrivare.
– Vi odio!… Tu e Didy mi farete impazzire…
(Clarence, ridacchiando) – Non è che ti ci voglia molto, mio caro, sei già pazzo…
Ramon (digrignando) – Mo’ che ti prendo sotto…
– Che mi fai, more’, le prendo… o mi fai due coccole?
Quel vezzeggiativo (‘moretto’) lo fa desistere dai suoi propositi bellicosi.
Ramon si scioglie e cambia registro, ribaltando all’istante lo svantaggio.
– Ma almeno me lo fai un lavoretto?
Clarence – Promesso.
——-
Venerdì 18 febbraio sera
Ramon staziona con la sua auto sotto il terrazzo di Didy, con l’assurda speranza di non cogliere attraverso le finestre Didy e Philippe in atteggiamenti inequivocabili.
A un tratto vede Philippe che si accende un sigaro sul terrazzo, solo.
(Ramon pensa) Nervoso, eh? Magari lei si è decisa a mollarti…
Subito dopo però si accorge che alle spalle di Philippe è giunta Didy, e che lo stringe amorevolmente.
Ramon stringe i denti per la rabbia, a questo non riesce ancora ad abituarsi.
E intanto li controlla.
– Cazzo ci vengo a fare qua, per farmi del male?
Coglione!…
Mette in moto e si dilegua, in direzione del quartiere nomentano.
Doppia fila selvaggia sotto casa di Clarence.
Meglio, così passo inosservato (pensa Ramon).
Ramon è in anticipo di circa mezz’ora all’appuntamento con Clarence e il misterioso uomo della sorpresa. Ed è deciso a non farsi prendere da assurde gelosie.
Ma un crescendo di tensione gli attanaglia lo stomaco non appena l’auto di Thomas si ferma davanti al portone, e ne vien fuori uno schianto di ragazzo moro che si precipita ad abbracciare e baciare Clarence (appena sceso da casa), restandogli serrato addosso per alcuni odiosissimi secondi, prima di svuotare il bagagliaio e dirigersi al portone.
Thomas risale in auto e si allontana.
Ramon cerca di recuperare un minimo di controllo prima di citofonare per salire. Ma intuisce che non sarà facile.
Servirebbe una bionda cazzo, non dico assai, una… (pensa Ramon)
Poi pensa che è più di un anno che ha smesso di fumare.
Sta’ calmo Ramon, magari c’è una spiegazione… serata a tre?
Ramon inspira profondamente, rilasciando lentamente l’aria.
(pensa) Già, e Thomas? Metti che è andato solo a parcheggiare, e ora sale su e se la spassano loro tre…
Ramon dà una manata al volante per la rabbia.
No, Clarence non farebbe mai una cosa così, non me lo farebbe mai…
Almeno…
Ramon mette in moto, da qualche parte deve lasciare l’auto.
Salito su e suonato alla porta viene ad aprirgli il morettone che ha scatenato la sua insicurezza, ma la sua faccia interdetta di fronte a Ramon di certo non aiuta.
Evidentemente il ragazzo si aspettava di rivedere Thomas. Ma soprattutto non aiuta il fatto di essere praticamente a torso nudo, i soli jeans addosso.
– C’è Clarence? fa Ramon, dissimulando alla meglio l’imbarazzo, e sorridendo un po’ impacciato.
Il ragazzo resta un attimo interdetto, ma per fortuna giunge Clarence, che lo fa entrare.
Clarence abbraccia Ramon e lo presenta a Duncan (suo fratello adottivo) come il suo attuale compagno. Solo allora Duncan accenna un sorriso che però appare a Ramon di circostanza.
– Duncan è appena arrivato da Londra, stava per farsi una doccia, fa Clarence.
Appena arriva Thomas possiamo andarcene tutti da qualche parte a mangiare.
Duncan si dilegua in bagno lasciandoli soli.
A Clarence basta un’occhiata per sgamare Ramon.
– Ramon perché sei nervoso?
(un po’ piccato) – Perché non l’hai detto a me di andare a prendere tuo fratello?
– Perché non lo avresti riconosciuto, ovvio.
Il tono di Clarence è al contrario molto dolce, Ramon si tranquillizza un po’.
– Già… in effetti è cambiato molto rispetto alle foto che ho visto da tua madre.
– Ora è un uomo, c’ha pure una ragazza a Londra.
Thomas e io l’abbiamo conosciuta l’anno scorso, una in gamba, lo fa rigare dritto.
Al solo nominare Thomas Ramon cambia di nuovo espressione.
Clarence afferra al volo cosa sta passando nella testa di Ramon.
– Duncan è molto legato a Thomas, che vuoi… si era abituato in tutti questi anni…
(pausa)
Quando tra noi è finita ci è rimasto male, per lui era… è… quasi un fratello maggiore.
Ramon fa una smorfia.
– Capisco.
– Devi solo dargli il tempo di conoscerti, si innamorerà anche di te…
– Speriamo di no!… fa Ramon ridendo.
– Scemo, non voglio dire in quel senso…
Clarence lo abbraccia e lo bacia, dominandolo come un gigante con un bambino.
Ramon gli si abbandona come se non aspettasse altro, finché il trillo del citofono non lo riporta alla realtà.
——-
Sabato mattina, al cellulare
– Dove sei?
– In bagno, fa Didy
– Puoi parlare?
– Sì, insomma…
– Quando parte?
– Domani.
– Che c’è Ramon?
Pausa.
– Sto impazzendo Didy… Ho visto le foto degli spot di Clarence.
– E allora?
– Se l’è spassata, capisci?… Dio l’avrei voluto uccidere!… (pausa)
Mi tradirà, lo sento, e poi mi lascerà per un altro… se non proprio per Tatoo…
– Ma smettila di dire fesserie! fa lei decisa.
– Tu non mi credi… non riuscivo a prender sonno per la rabbia…
Una nottataccia, Didy!… ho sognato che giocavamo a poker in 4, io e i tuoi… insomma i guerrieri della luce…
– Beh?
-… E la posta in gioco eri tu.
– Cioè? fa lei interdetta.
– Cioè chi vinceva si portava via tutto, per sempre… e gli altri si dovevano stare…
– E come finiva?
– Stava per finire male, per me… poi ho vinto, ma nello stesso tempo perdevo Clarence su un altro tavolo… sì, lo so, non ha senso, era un sogno…
– Ok, e allora?
– Non voglio che succeda mai…
– Cosa?
– Perdere sia te che Clarence… ieri ho visto come Tatoo lo guarda… è ancora cotto, anzi mi sembra ora più che mai… Clarence mi ha confessato che in Giappone Tatoo ci ha riprovato, che gli ha fatto delle avances, che lui è convinto che tra noi non può durare… che è perfino disposto ad aspettare…
– Va be’, dai, non ti scoraggiare!
Tatoo sarà pure cotto ma Clarence sta con te, in fondo…
(pausa)
E poi tu scusa ti preoccupi di Clarence, pensa piuttosto a cosa ti farò io per aver pensato di trasformarmi in un trofeo!… (cambio di tono) brutto piscione fetente segaiolo maschilista che non sei altro!!!
– Chiudimi anche il telefono in faccia (e ride).
Detto, fatto.
(laconico) – Adoro questa donna!
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dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane
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