recensione di Flavia Chiarolanza (con intervista alla truppa)
Niente è più gratificante di una buona lettura. Ma si tratta di un piacere raro, se consideriamo che la smania collettiva di cimentarsi nella scrittura cresce in parallelo all’imbarbarimento del nostro vocabolario.
Di penne argute ne sono rimaste poche: più frequenti quelle che mortificano il foglio, invece di imprimervi bellezza e contenuti. Perché la forma in letteratura conta, eccome: non vale il vecchio detto della luna da scrutare ad ogni costo, nonostante la goffaggine del dito che la indica.
Personalmente rifuggo da chi dissemina sulla carta cadaveri di refusi e frasi smangiucchiate. Per questo amo la prosa e la poesia di Gamy Moore: una delle poche scrittrici moderne in grado di prendersi cura della lingua madre, e di farla scorrere come seta affinché giunga soavemente ai lettori.
È la prima volta che recensisco un suo lavoro, e devo dirmi lieta di abbandonare la posizione di semplice lettrice. Conosco Gamy da molto tempo, trovo il suo stile avvolgente e la sua ironia irresistibile. Doti che, unite alla cultura, generano versi di sublime raffinatezza. Solo chi padroneggia fino in fondo la lingua degli antenati può entrare in confidenza con essa, al punto da permettersi giochi e lazzi, virtuosismi grammaticali ed abili manipolazioni.
Ho amato l’ultima fatica di Paola Cimmino fin dal titolo e dalla copertina, in cui la bellezza “materiale” dell’artista spicca prima ancora di quella letteraria: la preannuncia quasi, in spregio ad ogni stereotipo che vuole la fisicità subalterna rispetto al talento.
“Rime e rimacce di due ragazzacce” è una magnifica raccolta di poesie in rima, alcune mutuate dai versi della nostra immortale letteratura, e dunque rivisitate in quel modo unico che solo un vero cultore può concedersi senza profanare il sonno di chi riposa da secoli.
“Storie e storielle in rima da un girone diversamente infernale”… tiene ad informarci Paola, che rimprovera Dante per non aver avuto la lungimiranza di creare un girone appositamente dedicato a lei ed alla schiera dei suoi numerosi estimatori. I “gamyriosi”, ovvero i paladini delle regole infrante… regole da intendere come precetti moraleggianti sulle scelte di vita altrui.
Il prezioso volumetto, già acquistabile sulla bacheca di Lulu.com – e ora in versione ampliata su Youcanprint.it – reca la firma di Gamy Moore e del suo alter ego in versione corvina, meno angelico e più formoso: quella Dama di Picche ben nota ai fan di una serie (Private life di Ramon & DdP) che spopola in rete dal 2010 non solo per le sue trame originali, ma anche per il vessillo dell’amore celebrato in ogni forma, senza ipocrisie e senza esclusioni di sorta.
Capita così che a piangere per un sentimento non corrisposto sia perfino la mascotte della redazione, in cui prendono vita gli intrecci della fiction: il buffo animaletto di nome Igor (leggasi “Aigor”) che firma la prefazione del volume, pur nutrendo (innocuamente) invidia per le due donne fatali capaci di vivere in concreto le passioni a lui negate.
Le poesie sono in tutto una ventina, e si gustano in rapida successione fino a consumare il volumetto in poche ore. Ma il mio consiglio è di centellinare la lettura, per due ragioni: prolungarne il piacere, e cogliere le sottili sfumature di ogni componimento. Le cose belle non si gustano in fretta. Non che la fretta ne mortifichi la bellezza, intendiamoci: essa emerge comunque, quando c’è, anche in assenza di pause nella rincorsa da una rima all’altra. Ma non può negarsi che lentezza e calma aiutino ad assaporare con più voluttà.
Per quanto il girone dei gamyriosi sia vorticoso, non lasciatevi risucchiare in un colpo solo. O almeno, tentate una debole resistenza. Questo il mio augurio per l’autrice: ad una resa graduale non corrisponde forse un maggiore compiacimento da parte di chi è riuscito a indurre in tentazione?
Per voi, un ultimo suggerimento: declamate i versi a voce alta, non importa se con piglio sicuro o incerto, da soli o in compagnia, in veste di attori, registi o di entrambi; e riprendete codesta vostra prodezza, affinché il popolo del web possa goderne ed esprimere i suoi “likes”, secondo quei moderni canoni di comunicazione che sono ben felice di approvare se non intaccano la purezza della lingua.
Riempite la rete di questi video*, e state pur certi che i gamyriosi sapranno come ricompensarvi.
Della mia ricompensa io godrò da qui a breve, poiché autrici e mascotte si mettono a disposizione per un’intervista in stile rigorosamente aulico, a riprova del comune desiderio che il nostro idioma non vada estinto.
Si parte dall’inizio, cioè da colui che scrisse la prefazione… Igor (leggasi Aigor)
Vossignoria mi perdonerà se bado in primis all’estetica: siete l’animaletto più grazioso del creato! Io non riuscirei mai a resistervi… Posso chiedervi conto della vostra preferenza per il viril sesso? Mi apparite così morbidamente peloso, da vedervi meglio in braccio a delle gentili donzelle! Intanto vi porgo le mie (di braccia)…
(Igor, retropensiero): qualcuno di mia conoscenza risponderebbe “Sei donna, perciò non attacca…”
È vero, sono bellissimo, e tutti vorrebbero ‘ciaciarmi’, come si dice in quel di Napoli e dintorni.
Ma il mio cuoricino batte ‘solo’ per qualcuno che notoriamente si distrae con altri. E altre, a riprova che, se vuole, la sfiga sa fare bene il suo mestiere. Quanto al pelo, similia cum similibus! Lei non solo è donna, ma è anche glabra, come si conviene al ‘gentil sesso’. Io appartengo al sesso ‘scostumato’, privo cioè di ogni costume. Che posso farci, sono nato così! Parecchio nudo. E molto amabile.
Trovo deliziosa la prefazione che avete scritto. E non sono l’unica, a giudicare dal numero di visualizzazioni. Perché sprecare codesto talento in favore delle due temibili rivali?
(retropensiero: E qua non solo ‘similia cum similibus’ ma ‘chi va con lo zoppo…’ e per decenza non aggiungo altro…).
Quella che ha letto non recava la mia firma, bensì quella della Sig.ra Gamy, che ormai – diciamocelo – è così rimbambita che anche di notte sogna in rima. Neanche dallo strizzacervelli riesce a distendersi in prosa; in ipnosi poi vaga con la mente inseguendo la rima perfetta.
Dovrebbe leggere piuttosto l’iscrizione che le ho riservato per la sua prossima dimora, speriamo la più stabile e duratura. Bisogna essere lungimiranti e lasciare una degna eredità ai posteri. E anche al sottoscritto, se permette, se no come provvedo ai miei bisogni e sfizi?
Sul perché di un simile favore preferirei glissare. Ma se insiste… Intercessione presso le alte sfere, quelle che raggiungono la patta.
Dite la verità: non è Gamy la più amabile? Vi colse mai la tentazione di rivolgere a lei i vostri tentativi di seduzione? (Attento alla risposta, perché la bionda ed io siamo in confidenza…)
(retropensiero: “La possino acciacca’ la bionda…”). Come no, ho cercato più volte di indurla in ‘sedazione’, anche totale. Sarebbe stata in ogni caso in buona compagnia, le stesse attenzioni le avrei rivolte anche ai suoi compari, pur di veder trionfare il mio progetto… Sono per il finale a lieto fine, per me s’intende.
Ops, aveva detto ‘seduzione’? Nessun problema, a cose fatte cancello ogni prova.
Mi rivolgo ora alla Dama di Picche. Fortuna che son donna e rifuggo dunque dal suo fascino…
Bruna e focosa: incarnate l’ideale di colei che coglie e porge frutti proibiti. Vi pesa codesta fama?
Macché! Anch’io sono nata così, parecchio ragazzaccia… E crescendo son divenuta anche peggio!
Perché al peggio, come diceva pure mio padre, non c’è limite…
Mia madre diceva lo stesso. Riferito al mi babbo, però.
E quanto vi è pesato invece condividere spazi letterari con la rivale dalla fulva chioma? Leggendo il volumetto, si nota una piacevole fusione tra due dimensioni femminili profondamente diverse…
Nulla, la Gamy l’è magra, occupa poco spazio sulla sedia, su una panchetta la perdi addirittura di vista… Mica a caso si chiama Piumetta: a volte serve la zavorra, che se no s’invola.
(interrompendola, Igor) È forse per questo che a casa gli esperti le legano i polsi alla spalliera?
Zitto tu, a cuccia!
La Gamy ha ancora molto da imparare, modestamente anche da me. I miei uomini li tengo sempre sul filo. Appesi…
(Igor) Come salami?
…alle mie gonnelle… La Gamy preferisce indossare pantaloni, che si perde…
Non mi risulta… A volte quei quattro li vedo legati a turno al soffione della doccia.
Amano assai la pulizia?
Siete entrambe pungenti come la punta di un ago, da stendere all’istante chiunque lo sfiori: è questo l’ennesimo scettro che vi tocca spartire? Non vorreste, Didy, un podio tutto vostro?
Mi piace condividere tutto con Gamy. È assai più di una sorella per me: vorrei essere lei e il contrario di lei, cioè me. Se non fosse già troppo occupata, saremmo una splendida coppia, almeno di penna. Il terrore degli Editori. Vuoi mettere?
E infine Lei… la mitica, la Musa divina, ispiratrice di tanti umani e meno umani… Gamy Moore!
Eccola che se ne viene lento pede. Con la sua solita flemma faremo notte…
(retropensiero: anche se non sarebbe male attardarci, specie con un maschio nei dintorni…)
La tua è l’invidia della volpe e l’uva: neanche in un’altra vita avrai il suo incedere elegante…
Elegante?
E allora perché ora vacilla?
Improvvisamente la Sig.ra Gamy si accascia al suolo.
Tutti si precipitano a soccorrerla.
Didy – Presto, servono i sali!
(ad Igor) Sono nel cassetto della mia scrivania.
Igor si dirige al tavolo di Didy e apre il primo cassetto.
– Quali? (mostrandoli) Questi?
(retropensiero: Io le darei quelli di cianuro…)
Igor li porge a Didy.
Lei e la Flavia cercano di far rinvenire Paoletta, mentre Igor afferra il cellulare di Didy e compone un numero.
Clarence a casa sente squillare il suo telefono.
Vedendo il numero di Didy si allarma.
Ancor più quando sente la voce di Igor
Cla’ – Che c’è Igor?
Esco or ora dalla doccia.
– Vieni così come stai!
– Dove?
– In redazione.
La Principessa è svenuta.
(angosciato) – COSA?
È uno scherzo?
– Non mi permetterei…
– E ora come sta?!
(lanciando un’occhiata)
– Mi sembra che si stia riavendo. Si muove.
Ma è più abbronzata una mozzarella…
– VENGO SUBITO!
Neanche il tempo di replicare e Igor sente il clic di interruzione della chiamata.
(Igor, retropensiero: Speriamo venga col solo asciugamano…)
Poco distante, fra le scrivanie
(riavendosi debolmente)
Paoletta – Che è successo?
Igor – Nulla di irreparabile.
(retropensiero: Purtroppo…)
– Scusi, non la seguo…
Didy
– Lascialo perdere, Pa’
(Igor) – È semplicemente svenuta, Madame.
(preoccupata) – Oddio, come?
– Non si agiti. È elegantemente franata al suolo.
– Meno male! Non vorrei mai dar spettacolo di me…
– Temo sia impossibile, Madame. Insito nella sua natura…
E ora suvvia si rianimi, sta arrivando il PS.
(Didy) – Hai chiamato l’ambulanza?
– No, il Prode Signorino.
Il mio… il suo amato Clarence.
(Didy) – Sei scemo? Che gli hai detto?
(retropensiero: Ecco, siamo passati al tu-tu…). Sospira.
– Tempi ‘duri’ per noi sarchiaponi!
(Didy) – Non quanto vorresti tu…
Mai soccorso fu più rapido.
Un quarto d’ora e Clarence fa la sua comparsa in redazione. Col traffico di Roma un vero record.
E mai Piumetta fu più veloce nel ricomporsi.
Quando vuole…
Le torna perfino un colorito da scamorza quando il gigante si avvicina per constatare coi suoi occhi la ripresa della Principessa.
– Vuoi farmi morire?
(e la bacia, avvinghiandosi a lei)
– Non c’era bisogno che venivi…
– Non dire sciocchezze.
Come ti senti?
– Sto bene ora.
Didy – Ma che t’è preso?
– Stavo leggendo l’articolo di Flavia.
Mai mi è stato tributato un simile onore.
Flavia – Ho detto solo quel che penso.
Paoletta le sorride.
– Non ho capito più niente e…
Igor (a Flavia) – Ne deve scrivere più spesso allora…
(Clarence) – Zitto tu, altrimenti a stecchetto!
Igor – Eh no! Se no svengo pure io…
Alle altre
Paoletta – Che dite, la finiamo l’intervista?
(Flavia) – Ma dai, forse non è il caso.
– Lo è.
Mentre le donne si sistemano intorno a una scrivania, Igor trascina via Clarence su una postazione libera, con chissà quali oscuri propositi.
Gamy si appresta a leggere il foglio con le domande.
– Speriamo di non svenire di nuovo…
Legge ad alta voce:
Siete bionda e leggiadra, emanate vivida luce e in molti vi giudicano al pari di un’aliena… Cosa ammirate in Didy? Siete come un’apparizione, simile a un sogno fumoso, quanto lei è carnale e ben radicata su questa terra…
(ridendo) – Dove sono i sali?
A Fla’, sei andata giù pesante!
(continuando a ridere) Poco c’è mancato che restassi un sogno fumoso per l’eternità… (pausa)
Cosa ammiro in Didy? Lei è più che una sorella per me. È quello che vorrei essere, se non fossi me.
Due amiche, la medesima risposta (v. sopra).
Flavia e Didy restano esterrefatte.
(Igor dalla distanza) – Siete sicure di non essere sorelle vere? Che nel Medioevo… 😉
I maschi della serie vi amano tutti incondizionatamente (tranne Aigor), ponendovi sul piedistallo che spetta alle creature ultraterrene… Non vi sentite un po’ in colpa? Verso le zitelle come me, si intende… È giusto fare incetta di uomini, quando alcune di noi bazzicano nella singletudine?
(Igor) Non è vero! Io l’amerei di più se solo mi prestasse Cla’ di tanto in tanto.
Cla’ – Siamo uomini sottratti al genere femminile ab origine, dunque non è colpa di Piumetta.
Paoletta – Insomma la domanda andava fatta a Didy…
Didy – E che ve devo di’… 3 è il numero perfetto. Sotto, per me, c’è crisi… (pausa)
E poi siamo o non siamo ragazzacce?
Vi piacciono le rime della Dama di Picche? In cosa differiscono dalle vostre?
Ahia, me tocca la domanda tecnica…
Direi che io mi mantengo solitamente negli schemi più semplici, in prevalenza con la rima baciata, alternata o incrociata.
(retropensiero, Igor: in pratica quello che fai coi tuoi maschioni…)
Lei riesce ad andare oltre, a romperli più facilmente, inserendo digressioni.
(Igor) Confermo, le sue sono AB ‘normal’, quelle di Didy ABBA-stanza prosastiche…
Come li rompete voi però, i marones… Non c’è uno schema ABBI PIETÀ di noi?
Vado oltre, ma me la vedo black…
Tanta sferzante audacia, così come trapela dai versi che avete composto, non contrasta con le vostre angeliche sembianze? Non vi crucciate insomma di trarre in inganno al primo sguardo?
Mi stai dando del voi fin dal principio, ohibò. Il ‘noi’ mi sta assai largo, perfin nel ‘tu’ ci ballo… La estendo a Didy.
NOI (io e lei) li avvisiamo sempre tutti prima: state alla larga da noi due!
Didy annuisce.
(Igor) Poi però dovreste esibire anche il cartello di pericolo: CADUTA MASSI.
Se non li stendete, gli umani fanno comunque con voi una mala fine.
E ora, che ognuno dica in libertà cosa pensa dell’altro! (avendo bene a mente il vecchio adagio secondo cui: “ambasciator non porta pena”…)
Didy e Gamy – Perché finora cosa abbiamo fatto?
(Igor, retropensiero: Questa intervistatrice si vuole male, è chiaro. Intanto non è un uomo…)
– Finora sono stato buono e bravo, se vado oltre non so. Io la chiuderei qui. Oltretutto ho fame.
A questa affermazione qualcuno fa per dileguarsi, con la scusa del cantiere.
(a Cla’)
Igor – Fermo dove sei, altrimenti svengo!
Almeno una me la devi…
(a denti stretti) – Va bene, a casa però.
(Igor)
– No, qua! E subito!
(protestando, Gamy) – Igor non cominciare…
– Ho fame, ho detto. Tanta fame…
Didy – Ma c’è anche Flavia…
Igor – E allora? Non ha mai visto un uomo nudo?
E poi è meglio un testimone, può allertare il Telefono Azzurro.
Cla’ – Smettila Igor. Non è possibile!
– E io svengo…
——-
Ora, se sia svenuto per davvero o no, tanto ha fatto che s’è dovuto rianimarlo…
Ma quel che è peggio è che Flavia ha potuto constatare di persona la veridicità di quanto narrato nella fiction. Certamente non ne fornirà mai testimonianza a chicchessia.
E dire che lei stentava un tempo a crederci…
Sul finir della mattinata, Flavia, scioccata, parlava in automatico fissando il vuoto.
– Sono onorata, Signori. Vi ho sempre ammirati in rete, ed ora provo sulla mia pelle le ustioni del fuoco con cui ho voluto scherzare… Fate pure di me carne da macello, me la sono proprio cercata…
Fu allora che la Gamy esibì un foglietto su cui era vergata una poesiola che di lì a poco si rivelò profetica.
Vi basti sapere che quello di Igor non fu l’ultimo svenimento della giornata.
D’ora in avanti si tramuta perciò il detto:
‘Ambasciator non porta pena, ma ci rimette le penne…’
Ma a chiunque di voi non sarebbe andata meglio!
“Ciao, e auguri a tutti di simpatiche scivolate nel girone dei Gamyriosi!”
Facciamo nostro il detto della Flavia, in sua Memoria.
Sulla Terra, ovvio.
Malpensanti!
——-
*Se volete scivolare anche Voi, in Rete, ecco come attrezzarsi:
o in versione ampliata su Youcanprint.it:
http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/poesia/rime-rimacce-ebook-cimmino.html#.U35wspR_tms
titolo | Rime e rimacce di due ragazzacce |
autore | Gamy Moore & Ddp |
editore | Youcanprint |
categoria | Ebook |
formato | |
genere | Narrativa » Poesia |
pubblicazione | 2014 |
ISBN/EAN | 9788891142429 |
😀
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Sono io a ringraziare te, per avermi dato la possibilità di recensire il tuo bellissimo volumetto (e di leggerlo in anteprima). Fiera di essere “scivolata” nel girone dei gamyriosi!
Accorrete tutti, e lasciatevi travolgere: non resterete delusi,garantito!
Merci, cara!
🙂
Ringrazio dal più profondo del cuore Flavia Chiarolanza per la splendida recensione e per essersi simpaticamente prestata a questa scellerata intervista. Vi assicuro che nonostante le ‘forche paoline’ è tornata in perfetta forma! 😉