Scanniamoci così, senza pudor…

 

 

– Siedi e fai silenzio, donna!

 

– Mi appello alla clemenza della Corte. Sono innocente!
Ovvero nego tutto!

 

– Se ancora non sai qual è il capo d’imputazione…

 

(con aria di sfida) – E quale sarebbe, di grazia, stavolta?

 

 

Babaloo 

Partiva sempre così lo strazio della confessione, ormai un cavallo di battaglia, o se volete la prova provata della vena Trippy‘inquisitoria’ di Ramon. A cui si aggiungeva il pubblico ludibrio alla presenza degli utenti dei servizi igienici, nonché segreti, ovvero Igor e i suoi amici di merende, Trippy e Babaloo. Tecnica intimidatoria atta a estorcere confessioni, sosteneva Ramon. Sua maestà, il signorino Clarence, intanto prendeva posto sul suo scanno di giudice supremo, mostrando apparente serietà sotto i baffi (metaforici).

 

(Ramon, scandendo a beneficio degli astanti) – M.I.T.

 

 

(cadendo dalle nuvole, Paolè) – Eh? Quello di Boston?

 

 

(Igor) – Non faccia la finta tonta come suo solito!

 

(schermendosi) – Non so di cosa stiate parlando!

 

 

Igor – Davvero? Questo nome non le dice niente?

 

– No! Non mi dice niente. Confermo e ribadisco!

 

 

– Gliela faccio tornare io la memoria…

(e avvicinandosi a Paoletta le piazza il muso davanti agli occhi, per poi allontanarsi di qualche passo)

(declamando) Fedifraga concubina!
Ti lasciai Cornelia madre dei Gracchi
e ti ritrovo Messalina…
E me ne vado con una strozza in gola.

 

 

(a Cla’) Ramon – Ma che cazzo dice?
(ad Igor) – Hai bevuto?

 

 

– No, per l’appunto!
Mi tiene a stecchetto il Signorino!

 

 

Cla’ – Ma come! Se ti ho pagato in natura poco fa!

 

 

aranciata – E ti pare che un’aranciata amara soddisfi la mia sete…
E fame… Fame d’Amore…

 

 

Cla’ – Lasciamo stare va’, ne va della serietà della Corte!
Procediamo piuttosto, che fra un’ora ho un altro impegno.

 

(sfottendo, lei) – Un altro processo, Vossignoria?

 

 

– Imputata faccia silenzio, altrimenti sarò costretto a farla tacere con la forza.

 cerotti

(lei) – Solito cerotto, signor Giudice?

 

 

– Anche i legacci se fa resistenza.

 

 

(blaterando fra sé e sé) – Chi me l’ha fatto fare anni fa… Ah, potessi tornare indietro…

 

– Ha fatto un affare, tranquilla!
E comunque zitta le ho detto, altrimenti procederò io stesso a farla tacere, non le dico come (e ridacchia sardonico)…

 

 

Paolè – Non avrei mai pensato allora che tu avessi una vena sadica…

 

Clarence – Non sono un sadico!

 

 

Igor – È solo geloso, Otello…

 

 

– Non c’è motivo, e questo indegno processo è una farsa. Ricorrerò a chi di dovere…

 

 

Igor – Chiami il telefono Grigio.telefono grigio

 

 

(lei) – Cos’è, quello delle Nonne?
(e fa una smorfia)

 

 

– Già. Delle nonne che si fanno i nipotini!

 

 

Cla’ – Zitto, cretino! Pensa a te che ti fai i sorcetti!

  

 

Ramon (a tutti) – E ora perché guardate me?

 

 

Cla’ – Perché tu sei socio e sorcio.
Elementare, Watson.
(pausa)

Sentite, soci e sorci, diamoci una mossa! Preme appurare la verità.
La parola dunque al PM.

 

Ramon vampiroRamon – Sarei io?

 

– E chi se no?

 

 

– Preferivo il torturatore, c’è più gusto.torturatore

 

 

– Se lei è colpevole avrai il tuo bel daffare…

 

 

Paolè – Ma colpevole de che, ahò?
(pausa)

C’è uno solo qui dentro dalla mia parte?

 

Timidamente Babaloo solleva in alto il suo ombrellino.

 

– Grazie, giurato! Saprò come compensarla.

 

 

Igor – Non tenti di corromperli coi suoi occhioni smarriti, la sgamiamo sa…

 

 

(avvicinandosi minaccioso)
Ramon – Insomma chi è M.I.T.?
Nome in codice del tristemente noto bocconcino di colore?

 

– No no!
Comunque è da un po’ che non si vede in palestra.

 

 

Igor – E non è un caso! La giustizia ha fatto il suo corso, evidentemente…

 

 

Ramon – Te lo ripeto con le buone… Chi è MIT?

 

 

– E io te lo ripeterò fino alla noia: non lo so!

 

 

Igor estrae da una busta di plastica trasparente un’agenda azzurra e la porge a Ramon.

(Ramon) – Reperto n.1.

 

 agenda

 

– Ma quella non è la mia agenda? Come è finita qua?

 

(ignorandola, rivolto a Cla’)
Igor – Lì ci sono le prove che la inchiodano, signor Giudice.
Scorra le date di novembre, e vedrà comparire quel nome a più riprese.
Il marchio dell’infamia!

 

 

Paoletta osserva prima sbalordita il passaggio di mano in mano della sua agenda personale, poi lo scorrere dei fogli.

 

– Non avete il diritto di violare la mia privacy. Questo è davvero troppo!

 

 

Cla’ (mostrando agli astanti e leggendo) – “Aggiornare Flavia su progressi con M.T.”
(e scorrendo ancora) – “Foto con Mi.T.”

(a lei) – Vuole chiarire anche alla Corte di che aggiornamenti si tratta?

 

 

Igor – Una tresca, senza ombra di dubbio!

 

 

Piumetta lo fulmina con uno sguardo. Ma non risponde alla provocazione.

 

 

Cla’ – Imputata, ha qualcosa da dire a sua discolpa? 

 

avvocato– No, Vostro Onore.
Non dirò nulla se non in presenza del mio avvocato.

 

 

Igor – Stai fresca allora…
Lo vede per caso in giro un avvocato?

 

 

In quel momento il fedele compagno rosso – non di merende – di Piumetta squilla ripetutamente. Ramon si incarica di frugare nella borsa di lei e di porgere il telefono ancora trillante al suo compare.

 

Ramon (osservando il nome) – Lupus in fabula, signor Giudice.

 

Clarence fa per rispondere con la sua consueta flemma.
Sentendo una voce maschile, Flavia immediatamente si allarma:

– Chi parla? Oh madonna, è successo qualcosa a Paoletta?

 

 cell Piumetta

(ridacchiando) – Non ancora… Scherzo.
Sono Clarence.
Paoletta sta benissimo, ma è momentaneamente impossibilitata a parlarti.

 

– È in bagno?

 

– No, ma è seduta lo stesso… (ridendo)
Volevi dirle qualcosa?

 

– Sì, che ho finito il testo sul minotauro e oggi glielo mando.
A proposito, ti ha fatto vedere il video?

 

 

– Quale video?

 

 

(riflettendo) – Mannaggia, forse non voleva che te lo dicessi…
Magari voleva fare una sorpresa e io l’ho rovinata…
La parodia del M…

 

– M che?
(preso da un sospetto) Puoi allegarlo via mail?

 

 

– Sì.

 

 

– Ecco brava. Fallo subito allora. Paoletta te ne sarà grata.
Sicuramente.

 

 

E fu così che il reperto n.2 giunse a fagiolo prima di emettere la sentenza.

  

 

Dopo la visione qualcuno cominciò a tergiversare, poi a ritrattare, infine ad ammettere velatamente di essere stato alquanto sbrigativo nella conduzione delle indagini. E qualcun altro – non occorre specificare chi – altrettanto sbrigativo nell’imbastire il processo. Neanche per sogno invece che la Corte Suprema mettesse in discussione i suoi poteri, men che meno che mostrasse atteggiamenti di pentimento o venia davanti all’imputata.

 

 

– Manca il Cla’tauro!
Si affrettò a sottolineare il Giudice, vedendo Ramon pavoneggiarsi.

 

– E anche l’Igortauro…
(aggiunse l’interessato)

 

 

– Omissione imperdonabile…
Fu il commento dei giurati.
Comprati, sicuro.

 

  

La sentenza fu inevitabilmente di condanna, senza neanche riconoscere le attenuanti generiche, e si espresse con un verdetto che non ha equivalenti nella bilanciaGiurisprudenza e sul quale per ragioni di ‘prudenza’ (derivazione da prudere) non ci soffermeremo.

 

Prudenza che invece scatenò parecchi strascichi, e il tentativo di dismettere i panni appena rivestiti. Ma si doveva fare i conti con la reazione stizzita dell’imputata.

 

– Ve la suonate e cantate da soli, ora.
Io me ne vado con una strozza in gola, per dirla col poeta…

 

Ramon – Ma no dai, la finiamo a tarallucci e vino.

 

 

– Non per me. Sono astemia.

 

 

Igor – Sono d’accordo con l’imputata, per una volta.
Serve ben altro per i miei denti…

 

 

Ramon – Sta’ zitto, Iago che non sei altro, e pure malamente

 

 

Cla’ – Stavolta niente pappa di contro ai tuoi servigi.
Caspita, m’è venuta fuori poetica, eh Ramon…

 

 

– Si dà il caso che ho parecchia fame. Tanto che mi fa male lo stomaco…
Non vorrai farmi prendere il Maalox…

 

Ramon – Sei tu un maalox. Il nostro…
Maalox nostro che sei nei cieli…
Proprio a noi dovevi capitare?

 

 

Igor non lo ascolta nemmeno e si dirige suadente verso Clarence.luna

 

– Guarda, per aiutarti ho fatto una modifica
(e tira giù una cortina dipinta che oscura la finestra)
Ti piace la luna… Romantica, no?

 

 

Cla’ – Beh Paolè spogliati!

 

 

– Alla faccia del romantico…
Perché io? Igor è un problema vostro!

 

Ramon – Sì, ma tu ci devi dare una mano.
Anzi, due…

 

Paoletta gli fa una smorfia alla Baffone.

 

 

(Ramon) – Zitta e cammina, cretina donna!
Anzi no, siediti.

(riflettendoci) – Non nel bagno però!

 

 

NB

Ma come altro poteva consumarsi la vendetta di un Bradipo?
E così, lento pede… Piumetta la videro… col binocolo!

 

avvocato

 

Dura lex, sed lex.

 

Gamy Moore
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