A volte ritornano

 

dormire 

 

Gli zombi?

No, le paranoie.

 

 

Clarence aveva da poco spento la luce sul comodino, e si accingeva ad abbracciare il sonno del giusto – dopo aver soddisfatto l’insaziabile (a)moretto suo e nel contempo la fame notturna di Igor – quando un lamento proveniente da un’altra parte della casa gli spalancò nuovamente gli occhi.

Ramon pareva non curarsene affatto – bello satollo già dormiva della grossa – mentre a Clarence quel verso lamentoso che risuonava con cadenzata regolarità, vale a dire ogni due minuti, stava provocando il mal di testa. Decise perciò di porre fine al piagnisteo o quanto meno di vederci chiaro sui motivi.

 

Accesa la luce in bagno, lo sguardo si diresse in automatico al secondo cassetto sotto al lavandino, che stranamente risultava spalancato. Affacciato dal bordo del cassetto, Igor lo fissava con sguardo perso e malinconico.

Cercando di mantenere la calma, virtù universalmente riconosciuta a quel gran pezzo di maschio – tenendo conto che erano le due di notte – con dolcezza, o in ogni caso senza ostilità, Cla’ si piegò sulle ginocchia, puntandogli i suoi verdi fanali dritto nelle pupille.

 

– Mi spieghi che c’è adesso?

 

Igor sembrava non avere nemmeno la forza di parlare.
Riuscì a malapena a biascicare
– Portami via con te. Mi è ritornata.

 

– Cosa?

 

– Claustrofobia.

 

Non minimamente meravigliandosi che un aye aye possa soffrire di codeste problematiche, Clarence mise subito in moto le sinapsi onde trovare una soluzione largamente condivisa. Perché averlo tra i piedi, o meglio ‘in testa’ a dirla tutta, mentre si… eh… avrebbe fatto incazzare chiunque a riccio. Passare però tutta la notte col sorcetto in testa, mentre accanto già ce n’era un altro, proprio no. Né l’uno né l’altro infatti si saziavano con del formaggio…

Fu giocoforza costretto a ripiegare sui centimetri.

 

– Il cassetto dell’armadio è assai più grande. Vai a dormire là.cassetto armadio

 

Qualcosa gli diceva che questa soluzione sarebbe stata all’istante rigettata.

 

– Non hai capito, Cla’. Mi manca l’aria, anche se resta aperto.

Potrebbe chiudersi…

 

(retropensiero) Cla’: “Ok, almeno c’ho provato…”

 

 

Metterlo con le spalle al muro era la maggiore abilità di Igor, in questo secondo solo a Ramon, che amava il muro come se stesso.

 

– Va bene, ma solo per stanotte.

  

E fu così che i versi lamentosi cessarono in quel frangente, ma ripresero intorno all’alba, quando Ramon dimenticò di mettere da parte l’obolo pel nutrimento mattutino di Igor.

 

Ramon – Famone un’altra Cla’, che questo mo’ chi se lo sente…

  

Seguì un sospiro prolungato. Di sfinimento.

Cla’ – Voi due mi manderete al manicomio!

 

koalaFigurarsi se tale lamentela serviva a molto. In questo Ramon e Igor erano più che koalizzati, senza neanche sfiorarsi con un dito.

Tempo due giorni e due notti, facendo finta di ignorare i suoi lamenti, e uno stremato Cla’ si ritrovava nello studio di un rinomato psicologo, col quale perorare la sua causa. Mentre la causa dei suoi malesseri giaceva accoccolata in un cestino, che il trasportino chiuso non sia mai, quello è da gatti…

  

– Deve esserci una soluzione, dottore!

  

Lo psicologo fissò entrambi gli interlocutori con aria alquanto smarrita.
Quindi sentenziò:
– Ci sarà pure. Ma in venti anni di onorata carriera non mi è mai capitato un caso simile.
Vi rimetto a un mio collega.

 

——-

Il collega non aveva idea di che genere di guaio si trattasse. Non a caso infatti il suo illustre predecessore era stato alquanto vago.

 

(Clarence) – Le mostro la ragione dei miei problemi.

E spinge Igor a venir fuori dalla borsa.

 

Lo psicologo fissa la creatura interdetto.

Igor a sua volta lo fissa con due occhioni imperscrutabili.
Nessuno dei tre fiatando, Clarence si decide a spiegare.

 

– Ecco vede, dottore, lui mi fissa – anzi ci fissa – così quando io e il mio compagno, Ramon, a letto… Sa…

 

Un silenzio imbarazzato pone fine alla sua argomentazione.

 

 

– Posso immaginare…

 

– No, non immagina… A fine operazioni, diciamo così, lui esibisce un cartello, oppure protende una tazzina o qualcosa per…

 

 

– Per?

 

– Avere l’obolo…materia prima

 

 

(timoroso e incredulo) – Cioè… quello?

No, non mi dica!

 

 

– Dico, dico.

 

 

Lo psicologo deglutisce.

 

Cla’ rincara la dose

– Fosse solo quello… Di solito non si accontenta e vuole il bis.

  

– Oh my God! Questo sì che è un altro bel problema…

 

 

– Tra lui e il mio compagno, che mi assume come un antibiotico, solo più spesso… insomma… Che dice, arriverò a 40 anni?

 

 

(trasecolato) – In 20 anni e passa di carriera non ho mai sentito una cosa simile…

A Clarence sembrava di avere già sentito codesta uscita.

 

– Aspetti… Non c’è solo questo… Ora Igor si rifiuta di dormire nel suo letto, cioè il secondo cassetto del bagno… pretende di dormire con noi nel lettone, ma non in mezzo, perché una volta ha rischiato di fare la fine del sorcio, per dirla con Giovanni Verga.

 

– E quindi dove dorme?

 

– Fra il cuscino e la spalliera, praticamente in testa. Posizione strategica per lui, che così può controllare le operazioni…

  

Igor, che fino a quel momento aveva ascoltato senza profferir parola, solleva una manina per chiedere udienza.

 

(spaventato, lo psicologo) – E ora cos’ha, fame??

(retropensiero: Avissim’a’ fa che lo vuole da me…)

 

lettoIgor – No, dottore. Voglio assicurare vossignorie che non c’è motivo di stare preoccupati. Ho messo in atto una strategia per fare in modo che il signorino Cla’ dorma sonni tranquilli.

 

(psicologo) – Anch’io vorrei dormire sonni tranquilli.

Rivolgetevi a un mio collega, uno che sicuramente fa al caso vostro.

 

——-

 

Clarence vagava ormai rassegnato da uno studio all’altro, obbligato a ripetere ogni volta la medesima pappardella

  

– Chi è il paziente, scusi?

 

Cla’ – Io.

(indicando Igor) No, lui!

 

 

Lo psicologo guarda l’uno poi l’altro, interdetto.

Poi azzarda:

– Qual è il problema? Il collega mi ha solo accennato..

 

Cla’ – Paranoie, fobie… Sue. Ce n’è per tutti i gusti.
(pausa)
Guardi, siccome sono tali e tante, ho stilato un elenco in duplice copia.
Leggendo:

  • claustrofobia, per cui vuole dormire nel lettone, sulla mia testa
  • paura dei gechi, caso mai si attacchino con le ventose ai miei attributi…
  • paura del buio e delle sue insidie
  • paura dei ladri, che invece di rubare in casa portino via direttamente me…
  • paura che la fonte del suo sostentamento, ovvero il suo cibo, finisca e che fare troppo sesso o avere troppi orgasmi faciliti l’esaurimento delle scorte e l’entrata in andropausa
  • combattere quindi in ogni caso gli sprechi alimentari, dal che deriva che non una goccia della materia prima debba mai perdersi nel water, nel bidet, ocassonetto peggio ancora nel cassonetto…

 

 

(interrompendolo) – Questo lo trovo lodevole! Mi pare che la creatura sia alquanto ecologista… E poi scusi, ha a sua disposizione un personal watcher, che qui definirei più acutamente come bird watcher

Se mi consente, lei non dovrebbe a mio modesto parere lamentarsi delle sue attenzioni, chiaro segno di un affetto sincero ed impagabile, che in questi tempi di smaccata anaffettività si muove in direzione opposta, a beneficio della psiche, e non come lei crede, a detrimento.

E ora vada in pace!

 

 

– Grazie dottore, come sono contento!

E fantozzianamente Clarence prese congedo dall’ultimo degli psicologi per rientrare a casa dalla sua ora d’aria.

 

 

Igor invece ha ricevuto il beneplacito delle più alte sfere per la sua innata vocazione alla salvaguardia della materia prima, e quindi della specie.

 

Quando dovesse andare tutto male, si ripete, c’è sempre la Provvidenza…

Così ogni sera accende un cero e recita una preghiera ad un suo omonimo, ch’ebbe a patir martirio nella lontana Russia.

 

Dove non riescono gli uomini, arrivano i santi. 

 

Sant'Igor di Russia  

(Sant’Igor di Chernigov)

 

 

 

 

Gamy Moore
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