di Flavia Chiarolanza
Ho nuovamente il privilegio di seguire le allieve del Balletto Classico Campano e verificarne i progressi attraverso una narrazione iniziata tre anni fa.
Parlo di privilegio perché tre anni possono raccontare molto in termini di crescita, di sorrisi che si fanno via via più audaci. Schiene dritte e sguardi fieri, laddove scorgevo prima figurine ritrose.
Chi può godere di tutto questo, a parte genitori e maestri?
I ragazzi vengono accompagnati anche durante i percorsi di inserimento nel mondo del lavoro. Parliamo infatti di un’educazione completa, che passa primariamente per il corpo senza ignorare voce e recitazione, di modo che questi giovani possano ricevere la giusta accoglienza una volta fuori dal rassicurante ambiente scolastico.
Spesso il loro cammino sfocia in una fattiva collaborazione con il Teatro degli Eventi che, sotto l’esperta direzione artistica di Maurizio Merolla, assorbe gli elementi più validi e li impiega nei suoi progetti, lasciando che agli anni di studio in sala faccia immediatamente seguito l’esperienza di veri e propri ingaggi. Non è un caso che i lavori realizzati da Merolla si avvalgano sempre di intensi momenti coreografici, a coronamento o discreta cornice di prove attoriali.
Le sorelle Carla e Laura Borriello dirigono con successo la compagnia dei Fiori di Maggio, insieme a tre preziosi collaboratori: Margarita Trayanova, Andrè De La Roche e Steve La Chance.
I Maestri sanno come imporre la disciplina, sebbene l’età adolescenziale non sia di norma propensa a lasciarsi sottomettere.
Dal canto mio, ho la possibilità di assistere alle genesi delle loro coreografie, non più alla semplice rappresentazione.
Alcuni allievi sono impegnati nell’ultimo numero montato da Steve La Chance: vedo i compagni chiudersi ordinatamente in cerchio, poiché sanno per istinto di dover immortalare l’attimo preciso in cui si sbriglia la creatività. È l’occasione di imparare il movimento ma soprattutto l’arte di crearlo, di vederlo nella propria mente e poi usare i corpi affinché possano vederlo anche gli altri.
Margarita unisce, alla solerzia nel cogliere gli errori, la pacatezza nell’offrire consigli per correggerli.
Steve danza a piedi nudi insieme ai ragazzi della scuola, per testimoniare col suo stesso corpo la bontà del movimento appena studiato. Libero e scalzo: il corpo ripudia ogni legaccio, ha bisogno di primordialità perché è più antico della parola, forte del solo istinto.
Andrè ha l’eleganza delle terre esotiche da cui proviene, un modo regale di incedere e una dolcezza infinita che mi stupisce cogliere nello sguardo di un uomo dello spettacolo.
Gli eventi altamente formativi di questa Scuola hanno suscitato l’interesse del Sindaco De Magistris che, intervenendo nel corso della serata, si è soffermato sulle opportunità offerte ai giovani grazie allo studio di discipline quali la Danza. Chi ama l’arte, ha detto il Sindaco, raramente produrrà durante la sua vita parole di odio o di rabbia.
Un’ultima considerazione. Nell’universo adolescenziale sono ancora pochi i giovani maschi che decidono di sostituire con body e mezze punte le tute da calcio, sfidando secolari pregiudizi che vogliono l’arte della danza esclusivo appannaggio delle coetanee donne. Eppure parliamo di una disciplina che, nel celebrare il corpo, esalta le doti della virilità come della femminilità; pur essendo paritaria, ripone il segreto della sua bellezza nel rispetto delle differenze tra i due sessi.
Ho dunque piacere di nominare i ballerini ospiti, che ogni anno calcano le scene insieme alle diplomande per affiancarle nell’esecuzione dei passi: Salvatore Cristiano, Antonio Balsamo, Santo Giuliano ed Emanuele Rescigno. Li ho visti esibirsi superbamente in scena, dove hanno potuto dar prova delle loro doti professionali; e poi scherzare nei camerini, accogliendo con umiltà gli avventori che si affacciavano occasionalmente per un saluto alle allieve.
Tra gli studenti figura un giovanissimo di nome Carlo de Luca. Lo vedo perseguire tenacemente il suo obiettivo, e costruirsi pian piano uno stile interessante. Ne sentiremo parlare.
A chi invece desidera conoscerli dal vivo, insieme agli altri protagonisti fin qui citati, ricordo che le selezioni per l’ammissione alla Scuola del Balletto Classico Campano iniziano il prossimo Settembre.
Le cartelle scorrono inesorabili e dunque devo concludere, rinviando alle pagine successive di questa Rivista il colloquio che ho realizzato con i Maestri della Scuola: Margarita Trayanova, Steve La Chance e Andrè De La Roche.
È proprio il caso di dire “torno subito”…
A tra poco, e auguri a tutti di simpatici provini al seguente indirizzo:
Via Pietro Trinchera 7, Napoli
Balletto Classico Campano “Fiori di Maggio”
info: carla.danza@hotmail.it
081 297552; 338 3464513; 338 2160173
(foto di Stefano Wurzburger)
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Dopo aver letto ed apprezzato l’articolo in questione, come genitori di una piccola allieva frequentante l’accademia del Balletto classico Campano, sentiamo il bisogno di esternare alcuni concetti che forse potranno far capire quanto sia profonda la nostra riconoscenza nei confronti delle maestre di nostra figlia. La nostra piccola aveva solo 2 anni e mezzo quando ha calcato il parquet per la prima volta con Carla e Laura e la nostra preoccupazione era tanta, vuoi per la tenera età vuoi perché per noi era la prima esperienza verso questa arte. Sono passati 7 anni, tra difficoltà e gioie ma certi che la nostra piccola era in mani dolci sincere ed amorevoli. Il nostro unico sogno e’ che nostra figlia possa continuare a crescere nel segno della bontà nel rispetto altrui e nel sacrificio, tutti insegnamenti che siamo certi possano essere inculcati non soltanto dalla nostra famiglia ma anche da 2 splendide persone come Laura e Carla. E’ un atto dovuto! Non una sviolinata! Manca sempre tempo, in questo caotico mondo, per far parlare i sentimenti, noi abbiamo scelto una calda sera di luglio per ringraziare le maestre Carla e Laura