Scoop by Scop (Novella 2011 – Cuori a 1000) Parte I

 

palpitazioni 

Casa di Cla’        1 novembre, mattinata

 

Paola è appena andata via, convinta di sentire presto che le cose fra Cla’ e Ramon si sono ricomposte.


Cla’ intanto sul letto gli ha già sfilato il pullover e sbottonato la camicia.

Alcuni segni rosso-viola sul collo e sul torace di Ramon ancora si intravedono, nonostante l’abbronzatura. Cla’ immagina a cosa possono essere dovuti…
Si stacca leggermente per guardare Ramon negli occhi, sempre tenendolo serrato sotto di sé.

 

Il tono lievemente minaccioso
– Ora che siamo soli mi dici per filo e per segno cosa hai fatto con Bobby…

 

Ramon (pensa) “Azz, era meglio che Pa’ restava…” (pausa)
– No Cla’, è meglio di no…

 

(per nulla impietosito dal tono, quasi di supplica, di Ramon)

– No?
Vuoi proprio far arrabbiare Clarence tuo, eh biscottino?

 

e subito gli serra il Gigio con una mano.

 

Ramon – Ahia!

– Ecco, vedi che succede se non parli?

 

Ramon tenta di blandirlo con un cambiamento di strategia

R come ramon

 

Ma non ero io quello geloso?

 

(sibilando) – Allora tu non hai capito niente…

E di nuovo Cla’ aumenta la stretta.

 

– Va bene, va beneeeeeeeee!

Cla’ fa per allentare la morsa.

 

 

Ramon – Però seduti, che è meglio…

– NO, come stiamo. Le regole le faccio io.

Ramon sospira, sconfortato.
Decide però di botto che deve assolutamente evitare di scendere in dettagli.

 

(impaziente) – Allora? Sto aspettando.

 

Ramon per tutta risposta tenta l’avance fisica. Si protende a cercare le sue labbra.
Ma Cla’ si sottrae abilmente.

– Dopo, semmai…

 

Ramon si sente braccato.

 

– Non volevo, Cla’, ti giuro… non volevo…

 

Cla’ appare impassibile
– Volevo cosa?

 

– Avevamo bevuto un po’…

 

– Va bene. Però la cioccolata…?

 

– Ero incazzato, ‘assai’ incazzato …
E si blocca.

 

(Cla’ deciso) – Ora farai incazzare me, e pure di brutto…
Tira fuori quello che hai da dire e la facciamo finita!

 

Ramon sospira e chiude gli occhi, come a voler mettere a fuoco l’accaduto.

 

– …Si vedeva che non aspettava altro… sono mesi ormai, dalla volta del…

Cla’ – Dell’hotel?

 

– No, dopo. Quando noi 3…

– Tu, Bobby e Didy, vuoi dire?

lampada

 

– Sì, tu non c’eri…

 

 

Cla’ – Beh?

 

 

– Mi ha baciato Cla’… stava su di giri, non riuscivo a controllarlo…

 

A controllarti, vuoi dire…

 

 

Ramon richiude gli occhi.

– Poi ha preso la coppetta e mi ha riempito di segni con un dito.

 

Cla’ lo guarda fisso, in attesa del resto.

 

 

– La cioccolata era ancora calda, scottava… gli ho detto di togliermela di dosso.
E lui l’ha fatto.
Poi è arrivato lì… (apre gli occhi) Ti giuro Cla’, non volevo… ma lui è andato avanti e…

 

– E…

 

Ramon sente distintamente che il battito cardiaco di Cla’ si è accelerato.

 

– Mi ha fatto arrivare fino in fondo… con le mani, però…

Clarence ingoia la saliva.

– Poi?

 

– Poi niente.
Sono andato in bagno e mi sono fatto la doccia, ci siamo messi a letto… a dormire… Alle 4 mi sono svegliato e sono andato via, a Via Galbani. Vengo di lì.

 

Cla’ lo fissa di nuovo.

– Altro?

 

– No, tranne che…

 

 

Cla’ si solleva e si mette seduto.

 ramon dispiaciuto

– Sono stato malissimo Cla’, se potessi tornare indietro…

 

 

Ramon cerca come un bambino di infilarsi tra le braccia del suo amato, poi si mette in ginocchio davanti a lui, affondando il volto nel suo grembo.

Cla’ resta un attimo esitante, poi prende ad accarezzargli i capelli.

 

——-

2 novembre, al cellulare

 

Didy – Avevo in mente di fare una cenetta qua da me, Bobby resta fino al 7.
Che fai, vieni?

 

Pa’ (esitante) – Didy quest’anno forse è meglio evitare…

torta di compleanno

– Perché?!
Se non passo il compleanno con tutti e tre i miei boys, almeno festeggio con gli amici…

 

– Bobby non ti ha detto niente?

 

– Cosa scusa?

 

Pa’ (pensa) Minchia, è all’oscuro…
– Niente, credo che Ramon abbia già un impegno… (pausa)

(allusiva) Vuol dire che festeggerete voi due soli soletti…

 

 

Silenzio.

– Pa’ detto fra noi… non è che le cose vadano alla grande…

– Che vuoi dire?

 

– Non lo so, ma me lo vedo strano…

 

– Chi Bobby?

 

– Secondo me c’ha un’altra, magari su a Torino…

– Naaaa…

 

 

– È dalla festa di Halloween… pensa che ancora non mi ha sfiorato con un dito, e ho detto tutto…

– Secondo me ti stanno vedendo le paranoie, magari è solo un po’ stanco…

– Comunque gli ho detto che volevo fare una festa tra noi, con Ramon e Clarence, e lui si è detto favorevole…

 

(Pa’ pensa) E figurarsi… so io a chi vuole fare la festa…

——-

4 novembre, ore 10

armadio di ramonRamon è a Via Galbani, sta sistemando della roba invernale da portare a casa di Cla’.

Suonano alla porta.

Una bella bionda con in braccio un bambino addormentato sfodera un sorriso smagliante a Ramon.

 

(incredulo) – Non ci posso credere! Roxy!

Ramon resta impalato sulla porta.

 

– Mi fai entrare?

 

Ramon le fa strada in salotto.

 

 

– Da quant’è che non ci vediamo?

 

(lei) – Un bel po’.

 

 

– E Jonathan?

 

– Con lui è finita da un pezzo.

 

– Mi dispiace, credevo foste ancora insieme.

 

 

Lei sembra voler tagliare corto.

– Ramon devi farmi un favore. Tra mezz’ora ho un’audizione a viale Kant, la baby sitter è malata e non posso portarmi il bambino appresso.

 

– Ma lui è…?

– Mio figlio, sì. Mathias. Ha 3 anni e mezzo.
Mi serve solo un’ora, il tempo di sistemare, poi torno a riprenderlo.

 

(al solo pensiero colto da strizza)
– Ma veramente io stavo andando via…

Con nonchalance lei si avvicina al divano e appoggia delicatamente il bimbo, che dorme della grossa.

 

plaid– Hai un plaid? Fa freddino qua.

 

– Sì, no. Cioè… non ci vivo.

 

– Non abiti qua?

– No, sto con uno.

 

– Clarence vero? Me l’ha detto Thomas.

 

– Infatti… (indagativo) Che altro ti ha detto Thomas?

– Mah, niente di particolare…
Senti fammi correre sono già in ritardo, là non si trova parcheggio.
Coprilo per bene, hai una giacca, qualcosa?

 

Ramon prende il suo giubbotto e copre il bambino.

– Ora vado a vedere nell’armadio.

 

Affrettandosi all’uscita
– Se si sveglia dagli un po’ di latte, una merendina, un Kinder…

 

– Ma qua non c’è un cazzo…
(Ramon si volta per vedere se il bambino non ha per caso sentito)
Scusa, non sono abituato…

 

– Dorme come un sasso, non ti preoccupare… vedi tu, allora… vado, ciao!

 

Chiusa la porta, Ramon guarda il bambino e pensa “Cazzo ma tutte a me!…”
Subito dopo “Un’ora passerà velocemente… (pausa) Sì, ma non c’è niente da mangiare… come faccio ad allontanarmi???”
All’istante va in panico.

Il tempo di coprirlo con un plaid e Ramon si fionda al cellulare.

 

– Cla’ ti prego, vieni da me!

Clarence ridacchia, pensando al solito raptus mattutino.
(suadente) – Amo’ non ce la fai a resistere fino a stasera?

– No, devi venire qua subito…

(nicchiando) – Ma sto finendo un progetto…
(ammiccando) Dai che stasera sono tutto per te…

 

– Ciccio, non hai capito… è un’emergenza!

(ridendo) – Addirittura?! (pausa)
(preoccupato) Stai bene Ramon?

(serio) – No, per niente. Vieniiii!

 

beverly(meravigliato) – Okay, vado a prendere la moto e ti raggiungo.

 

– Portami anche una bottiglia di latte e dei biscotti, oppure delle merendine…

– Ma non avevi già fatto colazione?

 

– Io sì, io…

 

Clarence ascolta stranito.

– Vabbè, sto arrivando.

——-

Dopo pochi minuti Mathias si sveglia, e vedendosi solo con uno sconosciuto si mette a piangere.
Ramon si avvicina e cerca goffamente di calmarlo.

 

– Non fare così, mamma viene subito.

Il bimbo lo guarda con due occhioni interdetti, e resta lì impaurito.
Poi riprende a piangere sommessamente.

 

Ramon non sa che pesci prendere
– Vuoi vedere i cartoni?

 

Mathias annuisce.

tom e gerryRamon accende la TV e cerca un canale dedicato.
Trova un cartone animato con Tom e Gerry e appoggia il telecomando sul divano.

Mathias prende il telecomando e comincia a far scorrere i canali, trova un cartoon del tipo supertecnologico e prende a seguirlo.

 

Ramon (pensa) “Bambini di oggi… piccoli mostri…”

Quasi che gli avesse letto nel pensiero, Mathias lo guarda fissamente.

Ramon si sente come un verme.

 

– Hai fame?

 

Di nuovo Mathias annuisce.

 

– Fra poco arriva anche la pappa…

——-

Un quarto d’ora dopo squilla il cellulare.

È Roxy.

 

– Ramon, c’è un problema…
Qua le cose andranno per le lunghe, è saltata la lista e non so quando mi chiamano. Ho il numero 115, temo che finiremo in serata.

– Stai scherzando vero?

(frettolosa) – No, anzi devo chiudere adesso, spengo anche il cellulare.

 

– Fermaaaaaaa!
Non posso occuparmi di Mathias, avevi detto un’ora… Ho un appuntamento di lavoro dopo pranzo…

 

(agitata) – Dai, e che sarà mai! Io me ne occupo ventiquattr’ore al giorno, almeno una volta nella vita prenditi un minimo di responsabilità…

 

(cascando dalle nuvole)

– Che cazzo stai dicendo? Quali responsabilità?

 

(esasperata) – Sto dicendo che almeno un giorno nella vita potresti passarlo con tuo figlio!

 

Quelle parole hanno l’effetto di una bomba.

– MIO CHE???????
(pausa)
Tu stai scherzando vero?

 
roxy-ramon

– Affatto. Ti sei dimenticato l’estate del 2007?
(pausa)

Figurarsi, per te è stata solo una scopata come un’altra…

 

Ramon non capisce più niente.

(tremando) – Ma… Jonathan?!

 

– Devo andare Ramon.
E interrompe la comunicazione.

 

Ramon diviene di colpo pallido come un cencio.

Prova affannosamente a richiamarla, ma lei risulta irraggiungibile.

Torna in salotto che manco si regge sulle gambe, e prende a fissare ansiosamente il bambino. A guardarlo così sembra davvero la sua fotocopia in miniatura.

(pensa) Non è possibile!
Ditemi che non è vero…

Si accascia sul bordo del divano.

 

——-

Alle 11 arriva Clarence, Ramon lo avvista dalla finestra e gli va incontro.
Cla’ non fa neanche in tempo a suonare che Ramon ha già aperto la porta.

Come se non lo vedesse da un secolo gli si fionda al collo e lo bacia.
Poi lo prende per mano e lo conduce in salotto.

Alla vista della creatura Cla’ resta stranito.
Appoggia la busta della spesa sul tavolo e si avvicina a Mathias.

 

ramoncino– E chi è questo bel bambino?

 

Per tutta risposta Mathias si libera del plaid e fa per saltargli in braccio.

Cla’ se lo trova fra capo e collo, ma istintivamente lo stringe a sé.

 

– Sei tu il mio papà? gli fa Mathias

 

Cla’ (confuso) – Io? Noooo…

Mathias poggia la testa sulla spalla di Cla’, mentre quest’ultimo prende ad accarezzargli i capelli.

Cla’ resta senza parole e guarda interrogativo Ramon, che ha l’aria da funerale.

I loro occhi si stampano gli uni negli altri, sembrano comunicare senza bisogno di parole, fino a che Cla’ mostra di intuire la risposta all’unica domanda possibile.
Ramon annuisce.

Cla’ poggia il bambino per terra, prende una merendina dalla busta, la scarta e la porge a Mathias.

E mentre il bimbo torna placidamente davanti alla TV, Ramon si siede al tavolo e si mette le mani nei capelli…

 

(continua qui)

albero verde

(Dall’inviato Farina 00)

 
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)

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