di Flavia Chiarolanza
Ancora una volta il Teatro Mercadante di Napoli apre i suoi battenti alla Scuola di Danza Fiori di Maggio, diretta dalle Maestre Carla e Laura Borriello, per ospitarne lo spettacolo di fine anno secondo una tradizione ormai irrinunciabile. Uso volutamente la parola “spettacolo”, giacché il termine “saggio” – di norma utilizzato per indicare il momento celebrativo di chiusura di un anno accademico – appare riduttivo se pensiamo agli straordinari allestimenti, scenici e coreografici, realizzati dalle Maestre Borriello e dai loro ormai ventennali collaboratori: i Maestri Steve La Chance e André De la Roche, la Maitre de Ballett Internazionale Margarita Trayanova. Un sodalizio in grado non solo di rinnovarsi proficuamente nel tempo, ma anche di continuare a generare una creatività mai scalfita dal decorso degli anni. Eccezionale questo entourage, che seguo da una posizione privilegiata in quanto amica e spettatrice abituale degli show portati sul palco in un continuum sempre emozionante. Napoli come Broadway, luccicante testimonial di talenti nuovi ed affermati, e di una sperimentazione che le permette di tenere il passo in campo artistico nonostante le tradizionali, rallentanti zavorre.
Il Regina Coeli conferma la sua lungimiranza nel dare accoglienza, logistica e spirituale, al gruppo di allievi della prestigiosa Accademia. Le amabili suore plaudono al sacrificio dei giovani artisti, sull’altare della disciplina che ogni impegno richiede, sia esso profuso nella danza o nella fede, ancora meglio quando le due dimensioni si fondono. Un autentico terreno di vita per questi ragazzi, che rispondono con la forza del loro entusiasmo alle mille brutture e storture dei tempi in cui vivono.
Oltre a quello delle suore, non sono mancati gli auguri della Giunta De Magistris – grazie all’intervento del Consigliere Comunale Dott. Vincenzo Gallotto – e della Caritas, nella persona del Vice Direttore Avv. Giancamillo Trani. Meritano menzione le loro parole di incoraggiamento rivolte ai giovani, a nome di due Istituzioni che si sono sempre prodigate per valorizzarne l’enorme ricchezza in termini di contributo alla crescita della società. Applaudita anche la presenza, discreta ma incisiva, della bellissima Veronica Maya, madrina d’eccezione.
Lo spettacolo inizia con il saluto di quattro allieve scalpitanti, e non solo in senso metaforico: scalpitanti di quei passi che conducono verso l’incognita dell’età adulta, laddove l’agguato delle delusioni insidia la ricerca del successo. Iolanda Piscopo, Carlotta Cimafonte, Arianna Nasto e Ivana Picciuto, giunte alla soglia del fatidico diploma, affrontano la platea con entusiastica verve, lasciando presagire il piglio delle future sortite nel mondo dei provini. Ad affiancarle sul palco, due affermati professionisti già noti a chi segue la scuola delle Maestre Borriello, ospiti prediletti dei loro show di fine anno: Santo Giuliano e Salvatore Cristiano.
Sul finire della serata, in obbedienza ad una antica consuetudine, le giovani diplomande hanno espresso la loro gratitudine nei confronti dei Maestri, delle compagne di corso e soprattutto della famiglia: quella famiglia che è alla base della vita, come diceva Don Sturzo, e che si rende generosa artefice del successo di queste piccole donne poiché sa coglierne al volo le aspirazioni, dando tenacemente avvio al loro cammino. Non è capriccio né infatuazione del momento, ma autentica passione che, ove non adeguatamente sollecitata, rischierebbe di estinguersi.
Da questa sinergia parte il rilancio, ma soprattutto la valorizzazione delle risorse umane del nostro territorio.
Una certezza accompagna le allieve e gli allievi dell’Accademia Fiori di Maggio: l’onnipresenza dei Maestri, votati ad impartire quell’educazione che nasce nelle aule di studio e termina sui palcoscenici; e durante il tragitto incontra gli insegnamenti di Maurizio Merolla, animatore della serata e Presidente dell’Associazione Eventi2000. Grazie a lui possiamo godere delle performance delle allieve anche in contesti diversi dalla danza, ed ammirarle nelle vesti di professioniste in erba, giacché regola primaria è la necessaria simbiosi tra le arti sceniche. Ogni ballerino ha bisogno di apprendere il mimo e il canto, altrimenti rischia di rendere vulnerabile la sua preparazione, aprendola a pericolose lacune. Non c’è arte che possa sottrarsi al legame con tutte le altre: la bellezza è veramente tale solo quando fiorisce questo connubio. Un percorso di studi, per quanto lungo e laborioso, non sarà mai completo in assenza di esperienze concrete da realizzare sul campo. Credo risieda in questo l’unicità della scuola Fiori di Maggio: il filo, tessuto dalle Maestre, non si spezza né interrompe dinanzi al bivio che attende ogni giovane, ma viene raccolto da nuove amorevoli mani. Un capo si lega all’altro, senza mai creare quel vuoto di cui tutti noi abbiamo paura.
(Foto di Stefano Wurzburger)
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