I Berlusconi nei secoli

berlusconi buffo

Silvio Berlusconi già prima dell’inizio della sua carriera politica si lamentava. Non si lamentava ancora pubblicamente della persecuzione dei magistrati, ma si lamentava privatamente del fatto che Gianni Agnelli non lo considerava proprio e non lo invitava mai a casa sua.

Leggeva nel comportamento dell’esponente della Real Casa Agnelli il disprezzo per l’ultimo arrivato.

Eppure lui non era proprio l’ultimo arrivato, la presenza dei suoi antenati nella storia dell’umanità è costante.

Certo non possiamo considerare provato quello che Bondi va dicendo in giro, cioè che fu un antenato di Berlusconi, appena sceso dall’albero, dove fino allora aveva vissuto con le altre scimmie, a inventare la musica, percuotendo con un bastone il tronco vuoto di un albero bruciato dal fulmine e proferendo dei suoni gutturali. Qualcosa come bunga bunga.

Ma già nell’antico Egitto è provata l’esistenza di Silvertifi Berlusconizi. Appare in un graffito nella tomba di un faraone della settima dinastia. È quello che fa le corna dietro la testa del faraone.

Il nome lo sappiamo perché è arrivato fino a noi un papiro con la condanna per il suo gesto ad essere mangiato vivo dai caimani del Nilo. A quanto sembra il faraone aveva preso male il suo scherzo innocente.

La condanna non poté mai essere eseguita, i caimani si rifiutarono di mangiarlo.

Troviamo un altro antenato nei tempi che precedettero la fondazione di Roma. Era un pastore sabino di nome Berluscazio. Fu ucciso con un colpo di bastone in testa da Remo, fratello di Romolo, che si era stufato di sentirsi chiamare Remolo da Berluscazio.

Di un altro esponente della famiglia, un certo Arcozio Berluskonikos, si trova traccia a Lampsaco in Grecia nella seconda metà del V secolo avanti Cristo. Sembra che fosse iscritto alla scuola di Anassagora e si offrisse di cedere a pagamento i suoi compiti agli altri discepoli. Solo che i compiti erano del tutto sbagliati in modo evidente.

Solo un allievo accettò la sua offerta, un certo Sandrinos Bondinoros. Entrambi furono espulsi dalla scuola e banditi dalla città per volere del collegio degli anziani che deliberava indossando toghe rosse.

Troviamo traccia poi nel 60 avanti Cristo di un certo Silvanus Publitianus Berliuscus in Sicilia, ai tempi del dominio romano. Sembra che abbia concorso ad una importante carica pubblica, pagando gli elettori perché lo votassero, grazie ad una forte somma procuratagli un suo amico, Marcellinus Dellutrius.

La somma era stata data a Dellutrius da alcuni amici di altri amici, che evidentemente si aspettavano qualcosa in cambio. Non abbiamo notizie dell’esito dell’elezione.

Abbiamo in tempi successivi notizie della presenza di un certo Abadid Berluschi in Palestina in dei frammenti, rinvenuti recentemente, di un Vangelo apocrifo.

Sembra che, nel processo all’adultera, nell’attimo in cui Gesù pronunciò le parole: Chi è senza peccato scagli la prima pietra, Abadib Berluschi, che era arrivato solo in quel momento e che di quello che stava succedendo non aveva capito una benedetta minchia, ma aveva capito solo che lì c’era un processo, cominciò a protestare che non era vero quello che si diceva di lui, che non aveva commesso i peccati che gli rinfacciavano e che era disposto a giurarlo sulla testa dei suoi figli.

E prese una pietra e la scagliò contro l’adultera, comunque mancandola di un paio di metri.

Abbiamo altre notizie di Abadib Berluschi in un paio di frammenti dello stesso Vangelo. Sappiamo che ebbe molti figli, ma che misteriosamente i figli stessi morivano di morte improvvisa come folgorati.

E sappiamo anche che usava raccontare barzellette sui lebbrosi.

Un altro avo di Berlusconi, probabilmente discendente da Silvanus Publitianus Berliuscus, Caius Verga Berliuscus, lo troviamo a Roma intorno al 20 d.C..

Caius Verga Berliuscus era un grosso palazzinaro che aveva cominciato la sua fortuna sfruttando le amicizie politiche e i capitali forniti da un certo Rimarcellinus Ridellutrius, che a sua volta li aveva avuti da degli amici di alcuni suoi amici.

Come il suo avo, anche Caius Verga aveva concorso per una importante carica politica e a quanto sembra aveva vinto le elezioni, sia pure tra notevoli perplessità sulla regolarità dello svolgimento delle elezioni stesse.

Ma solo pochi mesi dopo era stato rimosso dalla carica e scacciato dalla città, grazie al sollevamento di una congrega di cittadini che avevano il nome di Romani Prodi.

Abbiamo poi notizie, molti secoli dopo, di un abate di un grande monastero della Lombardia, Pius Untus Berlus.

Quest’abate era molto amato da una parte dei monaci e stranamente molto odiato dagli altri. Si sussurrava, da parte dei monaci che erano contro di lui, che i suoi modi di vivere non fossero consoni all’abito che portava. I suoi adoratori, invece, dicevano che era un innocente perseguitato.

Un giorno fu scoperta, sotto il suo letto, una giovane straniera, ma lui si difese dicendo che l’aveva accolta nella sua cella per proteggerla dai mali del mondo, in quanto la giovane era la nipote di Gengis Khan.

Si narra che poi la giovane in questione, una certa Rubinha, abbia aperto una grande locanda vicino al monastero, suscitando una certa perplessità sulla provenienza dei fondi impiegati per aprirla.

Durante il Rinascimento, il duca di Milano nominò come suo uomo di fiducia nel feudo di Arcore il marchese di Berlusca.

Ma a quanto sembra la carica gli fu revocata, perché il suo segretario ed economo, un certo Tremontagne, rispose a tale Leonardo da Vinci che si era offerto di dipingere alcune sale del Palazzo del Governo, che con la cultura non si mangia. La notizia arrivò fino al Duca, che diede ordine che il marchese e il suo segretario fossero esiliati a Cinisello Balsamo e fossero accompagnati all’esilio a calci in culo per l’intero percorso.

Né migliore fortuna ebbe un cugino del marchese del ramo veneto della famiglia. Berluscheno Ostregheta era ambasciatore itinerante della Serenissima, ma l’incarico gli fu tolto perché ovunque andasse si dichiarava d’accordo con gli interlocutori, naturalmente contraddicendo oggi quello che aveva detto con un altro capo di stato ieri, e quindi procurando grave imbarazzo alla Repubblica di Venezia.

Tentò di giustificarsi, dicendo che era colpa dei giornalisti che avevano travisato ogni volta le sue dichiarazioni. Ma siccome i giornali non erano ancora stati inventati non fu creduto.

Un altro della stirpe, Luis Berluscon, era consigliere di Maria Antonietta, poco prima della Rivoluzione Francese. Al contrario di Maria Antonietta che propose di dare brioches al popolo affamato, Luis Berluscon suggerì invece alle ragazze del popolo, in difficoltà economica, di sposare il figlio del re.

Perfino Luigi XVI, che non era un aquila, trovò la proposta idiota. Ma Berluscon disse che le sue parole erano state travisate dai giornalisti. E siccome ormai i giornali erano stati inventati fu creduto.

Ma comunque temendo per il precipitare degli avvenimenti, lasciò la Francia e si stabilì ad Haiti, dove nel 1803 ebbe una tragica fine.

Durante la rivolta di Haiti disse al generale Henri Christophe, uno dei capi della rivolta, che lo trovava bello e abbronzato. Henri Christophe non la prese bene elo fece impalare.

Un parente di Silvio Berlusconi di cui, sfortunatamente, non conosciamo il nome, ebbe un incarico importante durante gli anni del fascismo.

Secondo quanto ha raccontato Silvio stesso ai figli e agli amici, era addetto all’organizzazione dei villaggi turistici che sorgevano a Ponza, Lipari e in altre piccole isole, villaggi turistici in cui venivano spediti in vacanza gli oppositori del regime.

Si dice che oltre ad essere addetto all’organizzazione dell’animazione dei villaggi turistici, non trascurasse mai, quando ne visitava uno per motivi di lavoro, di esibirsi, cantando e suonando insieme al bisnonno di Apicella. Per questo fu ricercato nel primo dopoguerra per crimini contro la Buona Musica.



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Si ringrazia per l’editing Benedetta Volontè




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4 Replies to “I Berlusconi nei secoli”

  1. In un certo senso,questi antenati si somigliano tutti, ma il rampollo del xx secolo ha un atout in più, la generosità….

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