Per motivi di lavoro non ho mai molto tempo per guardare la TV, ma l’altra sera, trovandomi stranamente in casa, ho acceso la piccola scatola magica.
Così, facendo un po’ di zapping, ho capito che sono veramente finite le vacanze. Vi chiederete: le vacanze? Sì. Le vacanze.
Vi spiego: durante il periodo di vacanze canonico in Italia, tra fine giugno e inizio settembre, la televisione nostrana (pubblica e privata) smette la solita programmazione offrendo in palinsesto solo repliche o vecchi film, suscitando peraltro la gioia di molti.
Ma quando la gente ricomincia a pieno ritmo la vita di tutti i giorni divisi fra lavoro, bambini da portare a scuola, quando le giornate si accorciano facendosi a volte più cupe e fredde, ecco che escono dal letargo i soliti ‘pragramm-orsi’ (o pessimi spettacoli) televisivi.
Salterellando da un canale all’altro ho rivisto all’opera spremitrici di lacrime pomeridiane, artigiane dell’amore tanto realistico quanto fasullo, bell’imbusti e oche impostore; ho scoperto che la Perego è passata dal privato al pubblico (non bagno sia ben chiaro!) e lo stesso si dica per Costanzo che ripropone il suo show ma questa volta di pomeriggio.
E la D’Eusanio dov’è finita? La De Filippi però so che è tornata a spedire la posta speciale (o erano pacchi?), mentre impazzano i talk-show e approfondimenti su note tragedie, ma soprattutto è ricominciato il Grande Fratello!
Dunque le vacanze sono finite e il solito tran-tran è ripartito!
Ma io sono un inguaribile ‘romantico’ amante dei viaggi e mi piacerebbe viaggiare continuamente, soprattutto ora che tutti siamo già assorbiti dagli impegni quotidiani e l’unica cosa – o quasi – che ci rimane per distrarci è il solito minestrone televisivo!
Nel mio piccolo mi piacerebbe perciò farvi godere, seppur virtualmente, di un viaggio, fatto qualche tempo fa proprio quando tutti erano già fagocitati dalla quotidianità ‘lavor-televisiva’.
Non si tratta di un classico diario di viaggio, ma è più un racconto di un’esperienza con altre due persone nella piccola ma giovane e graziosa, cittadina di Lubiana (in Slovenia). Città con un proprio carattere e originalità che forse pochi conoscono ma che merita di certo una visita soprattutto perché per molti è facilmente raggiungibile vista la vicinanza con l’Italia, evitando dunque di passare le poche giornate di relax sorbendosi i soliti programmi televisivi che poco hanno ormai di originale.
Sperando dunque di farvi cosa gradita vi propongo un racconto di viaggio – scritto nel 2008 e che è presente in edicola nelle ‘Guide per caso’ legate al mensile ‘Turisti per Caso’ di Patrizio Roversi e Syusy Blady (loro sì che mancano dal piccolo schermo!) – su questa ridente cittadina della confinante Slovenia.
E nel caso in cui non possiate raggiungere, nel breve periodo, questa meta, mi auguro che il racconto vi consentirà di viaggiare con la fantasia. Questa volta pertanto non starò a indicarvi alcun cortometraggio o video da vedere… ma vi propongo di leggere, poi di farvi, casomai in testa, il vostro ‘video’… di viaggio!
Sempre meglio che rimanersene inchiodati davanti al televisore vi pare?
NB il racconto di seguito è stato rivisto e ridotto rispetto all’originale, per la versione completa vedere le ‘Guide per caso’ o il sito Turisti per caso.
Seducente Lubiana
L’itinerario di questo viaggio si snoda (3 giorni) tra i monti carnici, la Slovenia e in particolare Lubiana. Siamo in tre: Io, cioè Alan, Antonio e Stella.
Avendo a disposizione solamente 3 giorni e non volendo prendere l’aereo per andare più lontano, abbiamo optato per la più vicina (almeno per chi vive nel nord Italia) Slovenia.
Partenza lunedì mattina (non troppo presto) passando per Tarvisio come ci era stato consigliato da diverse persone in quanto, dal punto di vista paesaggistico, molto suggestivo. Prima tappa laghi di Fusine ancora in terra friulana… in una cornice splendida, si aprono davanti ai nostri occhi monti innevati che fanno da sfondo a due laghi alpini color turchese. Complice il sole splendente, decidiamo, in un piccolo bar sul lago, di fare merenda a base di strudel di mele e cappuccino, niente male direi!
Una volta rifocillati proseguiamo attraversando il confine sloveno e passando da Kraniska Gora rinomata cittadina ricca d’impianti sciistici e sede di numerose strutture per gli sport invernali.
Il nostro prossimo proposito è raggiungere il turistico e noto lago di Bled. Ci arriviamo a metà pomeriggio e veniamo a sapere che la barca per raggiungere il suggestivo monastero, posto in un’isoletta quasi al centro del lago, termina le proprie corse alle ore 17 e, guarda caso, sono proprio le 17 passate da alcuni minuti. Poco male, visto che il prezzo richiesto di 12 euro, andata e ritorno, era decisamente un po’ troppo!
Saliamo con la macchina fino al castello che domina il lago e da cui si gode di una vista stupenda sul grazioso paese di Bled e dintorni; veramente superbo, peccato per alcune costruzioni turistiche un po’ anonime e impersonali. L’esterno del castello è carino, tutto in pietra a vista, l’interno, invece, non l’abbiamo visitato. Per chi volesse mangiare o sorseggiare qualcosa ammirando lo splendido panorama c’è un bel ristorante con una magnifica terrazza… i prezzi, però, non crediamo fossero a buon mercato!
Scattate le numerose foto ricordo di rito abbiamo proseguito alla volta di Lubiana.
Giunti in città ci siamo messi alla ricerca del nostro hotel o meglio ostello allestito all’ultimo piano (il dodicesimo) nello stesso stabile. Dall’esterno l’hotel è un palazzone grigio e anonimo ma all’interno non è male tenuto conto della posizione centralissima.
Dopo aver riposto i pochi bagagli nella camera – pulita ma non grandissima – partiamo alla scoperta serale della città. Appena in strada ci rendiamo subito conto che la capitale slovena è una cittadina universitaria in cui si respira aria giovane e vivace. Attraversiamo una viuzza piena di locali di diverso genere tutti allegramente frequentati. Proseguiamo attraverso il ponte dei Draghi, una bella costruzione sormontata da 4 draghi a ogni angolo. Il drago è, infatti, il simbolo di Lubiana! Da qui si gode una vista stupenda sul castello e sul lungofiume Lubianska, vezzeggiativo che riprende il nome della città.
Individuiamo quasi subito un locale segnalato in uno dei tanti racconti letti online prima di partire e ci fermiamo per cena. Il ristorante è situato all’angolo destro della piazza in cui è ubicata la funicolare che porta al castello. Qui da segnalare una piccola gag verificatasi durante la tanto attesa cena: nonostante le ripetute indicazioni del piatto prescelto (indicato con il dito sul menù!) per ben 3 volte è arrivato un piatto diverso! Nonostante il piccolo inconveniente, per cui abbiamo riso (dopo!), mangiamo molto bene.
Passeggiata digestiva lungo le vie del centro che in realtà sono piazze oblunghe che sembrano appunto vie. Tutto è molto suggestivo grazie all’atmosfera creata sapientemente dai giochi di luce riflessi sulle acque del fiume sormontato dai ponti che uniscono la parte vecchia della città a quella nuova. Giungiamo nella piazza in cui vi è il municipio e una bella fontana di marmo bianco, incantevole di notte.
Ritorno in hotel e scopriamo che tutto il piano dedicato all’ostello è occupato da una scolaresca italiana che non sembra molto intenzionata a cadere fra le braccia di Morfeo. Fortunatamente, complice la stanchezza accumulata, non sentiamo nulla e durante la notte dormiamo profondamente.
Il giorno successivo ci svegliamo e sorpresa… piove! Ma impavidi ci tuffiamo fra le vie bagnate della città. Stella è impaziente perché vuole un ombrello, dice di non volersi bagnare ma secondo noi è solamente affetta da shopping compulsivo, “disturbo” che la affliggerà per tutto il soggiorno. Invero viene attratta da qualsiasi mercatino o “sudicia” bancarella. Lei nega, ai posteri l’ardua sentenza!
Scegliamo un locale dove fare colazione, all’apparenza chic… in realtà piuttosto “Kitsch”. Tende di velluto viola e l’oro pare traboccare ovunque nell’arredamento, tavolini che riprendono il color vinaccia delle pareti. Tutto sommato scenografico e accogliente, la colazione non male e a prezzi onesti. Trascorriamo un bel momento prima di affrontare un giro del centro sotto la pioggia.
Arriviamo alla piazza, dove si erge la chiesa principale (tutta rossa), qui si trovano i caratteristici tre ponti lungo i quali lo sguardo può perdersi risalendo fino al castello che domina imponente il centro storico. Questo ponte fu progettato da un noto architetto sloveno che è anche uno degli “eroi” nazionali. La caratteristica di questo ponte è di essere formato da tre ponti affiancati non perfettamente paralleli. Molto originale.
Facendo scorrere gli occhi sul lungofiume si possono scorgere bellissimi edifici che rendono il centro città una piccola bomboniera. Noi sembriamo dei novelli giapponesi e scattiamo foto a raffica. Però la pioggia diventa più insistente quindi ci ripariamo sotto gli ombrelloni di un locale.
Per la cronaca Stella aveva sì comprato un ombrello, ma rotto. Ma Stella non si dà per vinta. Così entriamo nell’ufficio informazione (di là dei 3 ponti) per continuare a ripararci dalle intemperie, e qui Stella vede un bell’ombrello giallo con il logo di Lubiana: è suo! Usciamo dall’ufficio con il nuovo acquisto, ma giusto il tempo di attraversare la strada e smette di piovere. E non pioverà più per il resto della vacanza!
Lungo il fiume sotto un bell’edificio bianco è possibile ammirare delle interessanti bancarelle con oggetti di vetro colorati, di legno, souvenir, miele naturale, piante aromatiche secche ecc… L’edificio continua fino a giungere al ponte del drago. Gran parte di esso è occupato da attività alimentari di vario genere. Qui decidiamo di fare la nostra pausa pranzo e prendiamo un burek a testa. Il burek è una specie di focaccia bella grande farcita in modo diverso (formaggio e verdure, formaggio e carne ecc). Buono, ma che mattone!
Nella via che fiancheggia l’altra imponente chiesa della città (sovrastata da due grandi cupole) si tiene un mercato dei fiori molto carino. In fondo a questa via il mercato della frutta (variopinto e ricco).
È già l’una, alle due c’è la visita guidata gratuita di un ostello ricavato in un ex-carcere militare. Facciamo tappa all’ostello e perdiamo un po’ di tempo, quindi giungiamo a destinazione in ritardo. La visita è già iniziata! Per fortuna la gentile signorina che fa da guida ci accoglie, e sebbene la visita fosse già finita, la ricomincia per noi! È stato interessante vedere come degli artisti locali (ognuno con lo stesso budget) abbiano arredato ciascuno in modo originale e a volte sorprendente queste piccole e anguste celle.
Terminato il tour, torniamo in centro a sbirciare in un negozio di dischi usati. Il nostro cammino continua un po’ fuori dal centro, la meta è il museo d’arte moderna. L’edificio che lo ospita è effettivamente moderno (tutto vetri) ben fatto, ma all’interno non abbiamo visto quadri o opere artistiche particolarmente moderne come ci aspettavamo. Al primo piano c’è una sezione dedicata agli artisti (per lo più pittori) sloveni, al secondo piano ce n’è una più ampia dedicata agli artisti (pittori) europei in genere.
Dopo aver ammirato tutte quelle opere, decidiamo di visitare la chiesa ortodossa, quasi di fronte al museo. Esternamente non è che sia straordinaria, l’interno invece è superbo, piena di icone colorate e riccamente decorata, con predominanza di blu e oro. Proseguendo oltre la chiesa (utilizzando un sottopasso per evitare una trafficata strada a scorrimento veloce) è possibile passeggiare nel bel parco Tivoli, il polmone verde della città.
Ci dirigiamo quindi verso piazza della repubblica dove dovrebbe esserci un bel monastero. Piazza della repubblica a nostro parere è un vero orrore! L’influenza dello stile teutonico e squadrato sovietico si fa sentire pesantemente. Le principali “attrazioni” sono due palazzoni grigi sormontati da tetto color verde-rame, e la sede del parlamento la cui facciata è decorata da interessanti sculture. Ma l’edificio più interessante – color ocra sormontato da un bel campanile – è un monastero dietro un grigissimo centro commerciale.
Dall’altra parte del monastero, attraversando una trafficata strada, c’è la bella piazza denominata “a stella”. Qui è possibile ammirare due begli edifici, quello dell’accademia filarmonica e in particolare dell’università che ricorda vagamente il college che frequentava Candy Candy (Royal St. Paul School) nell’omonimo famosissimo cartone-animato.
Il nostro cammino continua lungo il fiume fino a giungere al famoso ponte dei calzolai, riconoscibile dalle caratteristiche colonne che si susseguono sopra le balaustre. Questa zona è molto carina e dall’atmosfera gioviale e oserei dire intima. Qui molti locali carini si affacciano sul fiume che scorre languido e in cui paiono volersi tuffare alcuni salici piangenti.
Vogliamo vedere meglio la parte più vecchia della città prima che sia troppo buio. Così ci infiliamo in una lunga stradina che ci porta direttamente nel cuore della città vecchia. Veramente un bel luogo con vecchi edifici, bei locali e tanti negozietti “artistici” tipo atelier, a prezzi inavvicinabili.
Soddisfatti della nostra visita ma stanchi, prima di cena ci concediamo un meritato riposo nel nostro ostello. Il riposino però si dilunga troppo e usciamo dopo le 21.30 buttandoci all’estenuante ricerca di un ristorante prima che chiudano tutte le cucine, cioè intorno alle 22! Giriamo in lungo e in largo il centro senza successo. Quando siamo ormai rassegnati ad andare a mangiare in un triste take-away greco, entriamo in un ristorantino lungofiume che appare un po’ chic. Si rivelerà il ristorante più buono (anche se con prezzi più elevati rispetto a quello della sera prima).
Non contenti di finire la serata così presto andiamo in un localino piuttosto trendy sul lungofiume dal nome che è tutto un programma “Fetish” dove ci sediamo su divanetti neri con tocchi di viola-fucsia e brillantini, lampadario di cristallo (forse), arredo glamour-kitsch. Finalmente appagati, ma sfiancati, andiamo a nanna.
Terzo e ultimo giorno. Dopo aver liberato la camera ci dirigiamo verso il centro, in programma c’è il castello che domina la città dall’alto.
Facciamo una breve passeggiata nel famoso mercato che si tiene tutti i giorni nella piazza centrale, quindi prendiamo la funicolare che ci porta al castello; giunti in cima, però il panorama è piuttosto deludente in quanto si vede bene solo la parte nuova della città e anche il castello in sé non è niente di eccezionale. Decidiamo di salire sulla torre da cui finalmente riusciamo a godere di uno splendido panorama sul centro storico, sul fiume e su tutte le colline circostanti. Sempre all’interno della torre è possibile vedere una proiezione in visione tridimensionale che narra della storia di Lubiana dal passato fino ai giorni nostri.
Una volta ridiscesi a piedi dalla collina del castello ci avviamo verso l’auto per la partenza. Sulla strada del ritorno ci fermiamo in un piccolo paesino medievale a una ventina di chilometri da Lubiana: Skofja Loka.
La cittadina è molto piccola ma al tempo stesso veramente graziosa, sembra di finire in un’altra epoca, facciamo un giro in tutte le vie principali del centro e finalmente anche il sole sembra essere dalla nostra parte e fa capolino per illuminare le bellissime facciate barocche delle case del centro storico.
A malincuore riprendiamo la via del ritorno e dopo aver vagato per stradine di montagna, ricche di bellissimi scorci panoramici arriviamo al confine italiano e da qui verso casa.
È stata una brevissima vacanza ma è comunque bastata per farci rendere conto di quanto possa essere seducente e piacevole una gita in Slovenia e nella piccola cittadina di Lubiana, una terra sconosciuta a molti e poco pubblicizzata ma che può riservare delle piacevolissime sorprese.
A presto con un altro viaggio.
Alan, Antonio e Stella.
Si ringrazia per l’editing Alessandro Canassa Vigliani
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Grazie Ivan!
Ma per farti perdonare dell’errore, ti chiedo di pagare pegno…cioè di venirci a trovare qua su LM almeno una volta alla settimana!
Ovviamente con il pollice alzato!
ciao ragazzi,
ho sbagliato a votare 🙂
per me é decisamente pollice su…
Ciao ciao
Cara Annagrazia ti ringrazio per il commento.
Effettivamente Lubiana è una bella città e un viaggio (seppur breve) in Slovenia merita…certamente meglio che perdere tempo a vedere alcuni programmi in televisione!
Io non sono uno di quelli che pensa che la TV sia tutta da buttare, purtroppo molto spesso però alcuni programmi che potrebbero magari essere belli o interessanti esperimenti – tra cui ci metto anche il GF – vengono trasformati in pura spazzatura.
Ma evidentemente in Italia amiamo la spazzatura sia quella vera…che in molti altri ambiti!
Quindi a sto punto meglio un viaggio…anzi secondo me meglio un viaggio in ogni caso!
Ho apprezzato molto la descrizione del tuo viaggio, che mi ha piacevolmente rinfrescato la memoria, anch’io qualche anno fa feci una vacanza lampo in Slovenia. Per quello che riguarda il triste incedere dei programmi autunnali
in TV, io ho un primato: non ho mai visto “il Grande Fratello” e nessuno dei vari talk schow, se non di sfuggita, alla nostalgica ricerca di qualche bella commedia, di un buon varietà, insomma, alla fine mi metto a leggere.