Casa di Cla’
Una sera, spaparanzati sui divani, in procinto di rivedere Ai no Kusabi per l’ennesima volta…
Ramon – Io e il mio socio abbiamo preso una decisione e suggellato un patto.
Piumetta
(curiosa) – Ah sì? Ma dde che?
Cla’- Una cosa inter nos…
– Inter vos?
E quindi?
Ramon
– Ci chiedevamo se anche tu volevi aderire…
(lei) – Dipende. Di che si tratta?
Se è un patto di “sangue” certo che no…
Cla’ – Sangue?
Nooo, figurati!
– Beh, se non c’è sangue… È già qualcosa…
(pausa)
In pratica… in che consiste?
Ramon e Clarence si lanciano un’occhiata interlocutoria.
Ramon (minimizzando) – Ma niente…
Nessuno dei due sa cosa dire di preciso, e allora Ramon si mette a ridere. Poi scuote la testa.
Anche Cla’ si mette a ridere.
Lei li osserva perplessa.
Ramon
– È che noi vorremmo… cioè “lui” vorrebbe…
Cla’ – Hey non cominciamo, l’idea è partita da te…
– Sì, è partita da me.
Ma tu l’hai abbracciata subito…
Cla’ gli fa una smorfia da diavoletto e poi lancia a lei un sorriso angelico.
(incerta, sorridendo) – Volete dirmi di che cazzo state parlando?
Ramon prende coraggio e parte a razzo
– Semplice. Cla’ vorrebbe introdurre qualche novità nelle nostre… nei nostri… come si dice?
Cla’ (a lui) – Amplessi?
Ramon – Eh??
(pausa)
Eh!
Sì insomma. Quelli.
(lei) – Cioè?
Ramon – Introdurre delle variazioni…
Lei aggrotta la fronte.
Cla’ – Non fraintendere. È solo un’aggiunta, una novità… Volendo…
(lei, intimorita) – C’è per caso una… new entry?
Cla’ – No!
(pensandoci, allusivo) – Cioè sì, in un certo senso…
(lei) – Non capisco.
Cioè?
Ramon – Cioè, cioè! Quante storie!
Siamo NOI gli uomini. In quanto donna tu devi solo fare silenzio e…
(minacciosa) – …E che?
Cla’ (suadente) – Godere!
Ramon – Mi ha tolto la parola di bocca!
Ed entrambi soffocano una risata.
Paoletta li osserva sconcertata.
– Mi state prendendo per il culo?
Ramon – Non ancora…
E lui e Clarence continuano a ridere.
Lei continua a fissarli perplessa
– E Tommy?
C’entra pure Tommy?
Cla’ (semiserio)
– Oddio, lui c’entrerebbe sicuro, se glielo dicessimo.
Ma preferiamo di no. Lo sai, lui se ne approfitta sempre… E poi senti a me, fidati, ti conviene…
– Ancora non ho capito di che si tratta.
Ramon – Meglio!
Meglio la sorpresa mi sa…
Cla’ – Tu… basta che dici sì.
(lei) – A scatola chiusa?
I ragazzi annuiscono.
– Mi mettete con le spalle al muro.
Ramon – Volendo anche altrimenti…
(a Ramon)
Cla’ (interdetto) – Non era una domanda la sua…
– Ah, nel qual caso…
(Piumetta) – Se non ci si fa male…
Ramon – Male?
(minimizzando) Nooooooooo… Vero Cla’?
Figurati…
——-
Dopo la visione della VHS
– Tu che ne pensi di 50 sfumature?
(Piumetta) – Il libro?
Non l’ho letto.
(Clarence) – No. Del fatto… in generale voglio dire… che si usi il Gigio in altri modi…
– Non vedo perché no…
(un attimo perplessa)
Certo dipende…
Ramon – Da cosa?
(lei) – Da cosa si fa, come lo si usa… con chi…
Con un cane, voglio dire, certo che no.
Ramon
– Cane nel senso di ‘dog’, o cane che-non-lo-sa-usare?
– Dog, ovvio.
Ma perché tutte queste domande?
Cla’ – Così… pura curiosità…
Ramon – Purissima…
(Piumetta) – Certe domande me le aspetterei da Tommy…
(Cla’) – Tommy passerebbe all’azione, semmai.
– Cioè?
– Per esempio…
e Cla’ si alza dal divano facendole segno di mettersi in piedi.
L’abbraccia ponendosi alle sue spalle e le bacia il collo.
Lei resta lì, tranquilla. Sicura fra le braccia del suo amato.
Una scena vista e rivista innumerevoli volte.
Ramon – Sai chi mi ricordate così?
Iason e Riki.
(lei) – Sì… ma loro…
Clarence prende di colpo a baciarla e mordicchiarla più intensamente.
Quando lui fa scivolare le sue mani lungo il corpo di lei, Piumetta chiude gli occhi e si lascia manipolare, incredibilmente docile.
Le mani di Cla’ si insinuano sotto il top, all’altezza del seno, e lì indugiano morbidamente sulle rotondità appena accennate. Le dita si spingono sotto il reggiseno, ad accarezzarle i capezzoli.
Cla’ le porta una mano dietro, guidandosela all’inguine; lei prende a palpeggiarlo, poi con cautela gli abbassa la cerniera, spingendo le dita all’interno. Avvinghiati uno all’altra lui comincia a sussurrarle qualcosa all’orecchio che la fa sorridere ripetutamente.
Pur presa da questo scatto passionale lei lancia un’occhiata a Ramon che sembra seguire l’azione con molto interesse.
Cla’ mette mano alla cerniera dei pantaloni di lei, abbassandola delicatamente; lei non mostra alcun cenno di resistenza, al contrario sembra quasi invogliarlo.
Ramon intanto si libera della camicia e fa saltare via le scarpe prima di sfilarsi velocemente i jeans.
Quando Ramon fa per cingerle la vita
(lei) – Non è meglio se andiamo sul letto?
Ramon lancia un’occhiata interlocutoria a Clarence, cercando di afferrare le sue intenzioni. Intenzioni che solo qualche minuto dopo, sul lettone, appaiono più chiare…
Completamente adagiato su di lei, lui le sussurra qualcosa in un orecchio, alle spalle.
– No Cla’, quello no ti prego…
– Avevi detto di là che avresti fatto qualsiasi cosa, per me…
(balbettando) – Sì, ma era così per dire… Non pensavo volessi…
(sollevandosi col busto e irrigidendosi) – Dunque è no?
Lei deglutisce. Volge lo sguardo all’indietro, incredula, pensando ad uno scherzo, uno dei soliti, dei ragazzi…
Ruotando col busto incrocia lo sguardo di Cla’, che appare stranamente serio, poi cerca quello di Ramon, steso accanto a lei, anzi mollemente adagiato sul cuscino alla sua destra. Questi le appare serio al pari del suo socio. O stranamente impenetrabile.
– Allora?
Lei non risponde, ma risulta chiaro che non è dell’avviso.
Cla’ si alza, si infila gli slip e i jeans, sotto lo sguardo sconcertato di Paoletta. Lei segue l’azione con disappunto, poi si accoccola accanto a Ramon cingendogli la vita con un braccio. Ramon l’attira a sé, la tiene stretta, sperando che… sai mai…
(a Ramon)
Cla’- Che fai lì, muoviti!
Preso in contropiede, Ramon la scioglie dall’abbraccio.
– Scusa pupa, il ‘dovere’ mi chiama…
Ramon pure si riveste, anche se visibilmente a malincuore.
(lei) – Ma che c’entra lui scusa?
– C’entra che lui, come me d’ora in poi, è in sciopero!
– Sciopero? Ma che significa?
(Clarence)
– Significa che fino a che tu non…
Allora niente!
Di niente!
Anzi, ci dovrai pregare quando deciderai di…
(sbigottita) – Pure!
Lui dondola il capo annuendo come Ollio, seguito a ruota da Ramon come Stanlio.
Escono quindi dalla stanza lasciandola senza parole.
Piumetta si riveste con incredibile rapidità – per essere un bradipo risvegliato di colpo da una doccia fredda – poi passando davanti a loro, indignata, varca la soglia di casa senza profferire alcunché.
Non appena soli
– Non sarai stato troppo duro?
Cla’ – Ma non sei tu a dire che è donna e deve soffrire?
– Sì, vabbè… Ma è così per dire…
– Sentilo! Così per dire…
(pausa)
Andiamo a mangiare va!
(pensando, Ramon)
“Peccato però!
Proprio oggi che rimediavo facile…”
——-
Il giorno seguente Piumetta risulta sempre irrintracciabile sul cellulare, e anche sul fisso di casa non risponde.
Cla’ e Ramon decidono però di fare i ‘veri uomini’, mantenendo la linea dura.
Il secondo giorno, di pomeriggio, al cellulare di Piumetta risponde una voce maschile, che avvisa Ramon che Paoletta è alle prese coi suoi esercizi in palestra e non vuole essere disturbata.
La voce maschile si scopre essere quella del ‘bocconcino’ di colore che tanto aveva fatto incazzare sua maestà nel giorno del suo compleanno.
Quella stessa sera qualcuno comincia ad andare in fregola, timoroso d’aver tirato troppo la corda.
A poco valgono i Dobbiamo parlare! che cominciano a intasare la casella di posta elettronica e il cellulare di Piumetta. Non sortiscono infatti alcun effetto.
Dall’imperativo all’esortativo perciò il passo è breve.
Ti aspetto a casa alle 9, ti prego vieni
Ed è solo per non ricevere più 50 sms come questo nell’arco di un giorno che Piumetta si decide a bussare alla porta di Cla’.
Con mezz’ora però di ritardo.
In quei 30 minuti i pensieri più bui attraversano la mente di Clarence.
Ramon si ritrova per la prima volta a fronteggiare un attacco di panico del suo compagno, che sembra letteralmente sragionare, pur senza dire una parola. Accasciato sul divano.
Quando lei gli compare dinanzi e prende a fissarlo, muta
Cla’ – Non hai niente da dirmi?
lei resta immobile, sospira, per poi abbassare lo sguardo.
Lui allora si alza di scatto fiondandosi impetuosamente verso di lei.
A un passo l’uno dall’altra
(lei) – Cla’ io…
(supplice) – Dimentica quello che ho detto… Per favore!
E sollevandola di peso la stringe a sé con veemenza.
“Non lo faccio più, lo giuro” giunge intanto caldo e rassicurante all’orecchio di Piumetta.
Ramon resta lì in disparte ad osservarli, fino a che Clarence non la depone per terra pur continuando a tenerla stretta.
——-
Riscaldata l’atmosfera e arroventata Piumetta con ogni sorta di “accettabile” sollecitazione maschile, in tarda serata finalmente Ramon e Clarence parevano tornati al loro solito, e placidamente accoccolati l’uno accanto all’altro si accingevano a incrociare il sonno dei giusti…
La sera stessa, quando anche lei stava per chiudere gli occhi e far calare il sipario su una giornata assai densa di emozioni, ecco che un ultimo guizzo di mascolinità le s’affacciava all’orecchio.
Gli echi delle stoltezze di due lupi insaziabili erano giunti perfino a un micio marinaio, che da perfetto uomo di mondo, saggio e navigato (e qui è proprio il caso di dirlo) si era limitato a sorridere sornione, figurandosi ogni cosa.
Tommy – Ma tu, quando quei due danno di matto, vieni da me…
Ma la cosa più bella fu l’espressione di Clarence quando al rientro di Tommy si riseppe che tutta quella manfrina serviva soltanto a metterla alla prova…
Tommy – Sai che m’ha detto?
Quasi quasi, pur di farti felice…
Cla’ – Non saremmo mai andati oltre, con lei… Giuro!
(pensando, Tommy) “Voi… Io… non saprei…”
——-
Farina: Che ti dicevo Paolè?
Alta la guardia, siempre!
Quadro con cuore di Giovanni Merenda
www.giovannimerenda.it
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