Cala il sipario sull’edizione n. IV del Premio Culturale ArgenPic, che ha riunito nel consueto abbraccio Italia e Argentina, rafforzando il comune obiettivo di un interscambio a più livelli fra le due sponde dell’oceano.
Non è stato facile arrivare fino in fondo, tra imprevisti e condizioni alquanto ostative. E se anche con qualche difficoltà dell’ultim’ora, occorre in ogni caso dare atto a tutti dell’impegno profuso per concludere al meglio questa ennesima avventura.
Avremo il tempo per ripercorrere quanto è stato fatto, e scritto, scorrendo le pagine dell’Antologia o rivedendo le immagini della diretta di quella calda giornata di luglio che ha riservato tante impensabili emozioni. Emozioni tipicamente ArgenPic, che ci fanno passare senza fratture dal riso al pianto, dal serio al faceto, con incredibile rapidità.
Mi sia consentito un elogio personale ai vincitori (Daniele Bartocci, Alessandra Bernocco e Flavia Chiarolanza) della sezione Giornalismo, della cui Giuria mi onoro di aver fatto parte (insieme ad Alessandra Rosati e Cinzia Dal Maso); e a quelli dei Premi Speciali, alla Memoria (Giovanni Merenda) e alla Carriera (Nino Scardina).
A loro, in particolare, ma a tutti in generale, dedico l’istantanea in versi di una giornata che rimarrà per molti aspetti memorabile. Perché per far commuovere chi come me è abituata al riso, ai frizzi e lazzi – quali che siano i contesti e gli scenari sottostanti – occorre aver donato al mondo davvero tanto. Senza peraltro mai usufruire di detrazioni.
Paola Cimmino (Gamy Moore)
Arden Pic
Arde la città eterna di non sol calura
il nove luglio venti-ventidue
invano se combatte sta bruttura
che schianterebbe al suolo pure un bue.
S’incendiano le gomme e le carcasse
di vecchie auto in quel di Centocelle
soffoca il parco e tutte le biomasse
sicché ne vedi e respiri delle belle.
Noi si rimedia altrove, a dare vanto,
e non mi pare affatto sia un segreto,
a chi della scrittura fa il suo canto
in quel magnifico posto che è Corneto.
“Non sai dov’è?” chiedo al navigatore
esperto ausilio di attuali gioventù
clicco Tarquinia al mio accompagnatore
e in men che non si dica siam laggiù.
Stop! indica un palo ad ogni ruota
che macchine qui non sono ammesse
in quieto sudor si sguazza e nuota
come direbbero forse le poetesse.
Vagare è d’uopo poco oltre le mura,
occorre sistemarsi in un parcheggio
trovare un posto all’ombra è mia premura
che dalla gioia infine è mio il gorgheggio.
A San Francesco ti devi richiamare
per arrivare al palco tanto ambito
se tardo, c’è chi dovrà aspettare
finché il cammino mio non sia finito.
Gira e rigira, il posto nun se trova
eppure, siamo nelle vicinanze
speriamo almeno che fra un po’ non piova
e d’arrivare si perdan le speranze.
Il sole picchia tale che me moro
altro che pioggia, te la puoi scordare…
un posto al fresco vale come l’oro
e meno di un passante da fermare.
Dove mi manda sto dannato aggeggio
che l’afa sembra male sopportare
sarà forse sbagliato il mio maneggio
o è la sua incapacità di ragionare?
Siamo nel centro storico sicuro
non tarderà la meta a comparire
ma se non ci arriviamo ve lo giuro
sto coso qui lo mando a digerire.
Pare accostarsi alfine anima pia
intento pure lui al suo cellulare
rido felice che almeno ora ci sia
qualcuno a cui richiesta rigirare.
Questa è la via! urlo all’esperto sommo
che vicoli e strade è in grado di scovare
scorgo da me le torri e quasi sgommo
davanti a chi lo ha fatto ingarbugliare.
Ed ecco qui riuniti in San Pancrazio
i prodi cavalier della Scrittura
mi si perdoni allora questo strazio
che ha tutta l’aria di una fregatura…
Bravi son stati, occorre dire
coloro che al pc si so’ ammogliati
son stati tutti in grado di stupire
chi fogli, tali e tanti, ne ha vergati.
Nata non fui per tesser false lodi
a chi non merita d’essere elogiato
non sono certo questi dei bei modi
ma unicamente e sol fiato sprecato.
Na cosa, ora però, fatemi dire
magari la ripeto a tutto spiano
la rete in certi casi fa impazzire
niente a che fare col rapporto umano!
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