Diario di bordo

a room

 

 Osserva la Woolf che ‘a woman must have money and a room of her own if she is to write fiction’.

Denaro e uno spazio per sé per dedicarsi al meglio alla scrittura, oltre naturalmente alla libertà di poterlo fare.

In effetti si tratta di condizioni necessarie ma non sufficienti, poiché l’unica davvero indispensabile è la volontà di farlo. E tuttavia non basta… Quanti meravigliosi scritti non hanno “visto mai la luce”, sepolti nei cassetti o accatastati sulle scrivanie di indaffarati editori…

La leggenda vuole che J. K. Rowling  scrivesse i primi volumi di Harry Potter in condizioni alquanto disagiate: il personaggio di Harry Potter vide la luce su un treno, il primo romanzo della saga (Harry Potter e la pietra filosofale) fu scritto durante le pause-pranzo, impiegando la Rowling cinque anni per elaborare il quadro globale di tutti i volumi.

Il romanzo fu rifiutato da vari editori, e Joanna si ritrovò ben presto con un divorzio, una bambina da mantenere e un magro sussidio di disoccupazione. Il suo monolocale era privo di riscaldamento, e per scrivere doveva rifugiarsi in un pub.

Un’autrice praticamente sconosciuta, senza alcun appoggio, alla sua prima pubblicazione e con un lungo romanzo dedicato ad adolescenti. Nessuno ci avrebbe scommesso una sterlina.

Invece la Fortuna si accorse di lei, attraverso i lungimiranti tipi della Bloomsbury (che ironia della sorte, la famosa scrittrice-editrice suicida smentita da un nome a lei familiare…).
A quel primo romanzo ne seguirono altri sei.

Se ne deduce che nella vita ci vuole sì talento e determinazione, ma soprattutto Fortuna.

Gamy Moore
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