Interviú

Sorpresa: oggi intervistiamo un autore affermato. Il fortunato è Massimo Tallone!
Chi? Va bene, la verità: ho scommesso con un amico che sarei riuscito a leggere un libro di un autore preso a caso senza lamentarmi. Ovvio: la scommessa non valeva per gente come Moccia, Dan Brown o Manzoni, sia chiaro.

Tra le mani mi trovo questo libro: Piombo a Stupinigi – Ribò e i guai del Cardo, Fratelli Frilli Editore, 2007.

Il libro, lo dico subito, riserva non poche simpatiche sorprese. Almeno quante ne riserva l’autore.



Massimo, visto che dobbiamo parlare di e con uno sconosciuto, facciamo a conoscerci meglio. Poco ci importa dove e quando sei nato. Ci sai invece dire il Perché?

Ovviamente sono nato per dare un contributo di letizia agli umani, oppressi dalla natura tragica dell’esistenza. Leopardianamente, so che la vita è tragica, e allora cerco di lasciare una traccia ilare sul pianeta, sperando che gli déi capiscano e si diano da fare per alleviare l’orrore dell’esistere.

 

Ok, visto che ormai sei nato e cresciuto, spiegaci anche cosa fai per vivere…

Per vivere scrivo.

Per campare, invece, svolgo consulenze che occupano il cinquanta per cento del mio tempo: valutazione testi per autori inediti, recensioni, editing di opere in fase di pubblicazione e anche consulenze in materia di sicurezza sul lavoro.


E quando conti di cominciare a rendere ilare il pianeta? no perché il tempo passa per tutti….

Il lavoro di fornire ilarità al mondo è cominciato con me, alla nascita. Di recente, ho cercato di divertire i miei lettori con i miei gialli paradossali, affidando al Cardo il compito di far sussultare le spalle di chi legge. E dico ‘divertire’ in senso ampio, ridere per la lingua usata dal Cardo, ridere per le situazioni in cui si trova (specie in DOPPIO INGANNO AL VALENTINO), godere, ove possibile, di riflessioni cardesche apparentemente strampalate, ma sotto sotto magari acute… E poi il mio corso di scrittura ha per titolo SCRIVERE PER RIDERE. Se non è un programma…

 

Prima di entrare nel merito dei tuoi gialli paradossali e del tuo corso di scrittura (quello che stai seguendo, mi par di capire), una nuova domanda: perché scrivi? Qui le risposte normalmente variano su tre temi:

• Scrivo per me stesso;

• Scrivo perché ho qualcosa da dire;

• Scrivo perché voglio cambiare il mondo;

Pensi di riuscire a essere originale nella risposta?

Il corso di scrittura lo tengo io, è una mia invenzione che si ripete da otto anni.
Scrivo per necessità: osservo una scena e immagino che prosegua in un modo diverso da come sta andando; da lì nascono scenari successivi, fino a che la storia immaginata mi occupa la testa come uno straccio in bocca, e sono costretto a scrivere per liberare la mente (in pratica si tratta di un bisogno fisiologico, uno dei tanti che il nostro corpo celebra quotidianamente). Poi, però, quando comincio a scrivere, esigo da me stesso di divertirmi, sia con lo sviluppo della storia e sia, soprattutto, con una sintassi indiavolata che impedisce al lettore (spero) di mollare il libro. Se rido io, mi dico, riderà anche il lettore. Se mi godo nel cesellare frasi concatenate e studiate fino alla morte, so per certo che il lettore resterà incatenato al libro.

 

Noto con piacere di non essere l’unico megalomane che pensa che se a lui diverte allora divertirà anche gli altri. E’ un peccato avere un senso dell’umorismo troppo singolare a volte!
Una curiosità da sempre: che leggono gli scrittori? Tu chi leggi? il tuo ultimo libro? Intendo a parte le uscite settimanali di InkKiller…

L’ultimo libro è L’ORIGINALE DI LAURA di Nabokov (Nabokov è fra gli autori che più amo), ma sto leggendo tutta la RECHERCHE di Proust, in contemporanea, poi ho sul comodino ULTIMO CONFINE DEL MONDO di Lucas Bridges e HOMO POETICUS di Danilo Kis. Poi rileggo sempre il Leopardi dello Zibaldone, aprendolo a caso quasi ogni giorno.

Circa il proprio divertimento che diverte il lettore: la formula diventa vera se insieme al divertimento ci hai messo tutta la fatica possibile, e in quel caso l’equazione regge, ovvero il mio divertimento farà divertire il lettore.

 

Letture leggere, stile Harmony. E non mi torna il fatto che non ci sia alcuna menzione a InkKiller.
Piombo a Stupinigi: 300 pagine fitte di lettere. Immagino la fatica di stamparle una di fianco all’altra. E darci un senso, poi.

Come penso tu sappia, su InkKiller non si parla della trama del libro, vietato, verboten, prohibido. È bene che il lettore lo scopra.

Possiamo parlare però della genesi, del come è nato, dell’idea. Tu nel libro descrivi molto bene come si trattano le piante, i trompe l’oeil, certe zone di Torino. Si capisce che scrivi di cose che conosci e apprezzi. Per questo ti chiedo: quanti soldi spendi a puttane? Che il Cardo ci insegna non essere Troie…

Mai avuto rapporti mercenari: per scrivere Piombo a Stupinigi ho a lungo pranzato con un tizio (imbianchino) che viveva in una roulotte abbandonata e che amava solo vino e puttane, odiando tutti i legami con il mondo e odiando su tutto la burocrazia. Quando, all’uscita del libro, gli ho portato una copia, per ringraziarlo delle ‘notizie tecniche’ fornite, mi ha riso in faccia dicendo che non avrebbe mai letto un libro. E me lo ha restituito.

L’idea di Piombo a Stupinigi è nata un giorno, all’ospedale di Rivoli: passando vicino alle sale operatorie ho visto un tizio in barella che entrava, e mi sono detto: “E se invece di operarlo per la sua patologia gli mettono qualcosa nella pancia, qualcosa di segreto da recuperare poi?”. Da quella prima debole traccia è nato tutto…


E buonanotte anche agli scrittori che scrivono delle loro esperienze. E io che stavo per soprannominarti Massimo “Cinaski” Tallone.

Togliamoci il dente e confessiamo: il tuo libro mi è piaciuto. E anche parecchio. Non è ovviamente un giallo alla Glauser, Durrenmatt o Chandler. Distante anni luce anche da giallisti italiani quali Varesi, Carofiglio o Perissinotto. Diciamo che è più genuino. Ti trovi a leggere una situazione assurda ma allo stesso tempo estremamente verosimile, dove i cattivi proprio cattivi non sono e l’eroe è un comicissimo “nessuno”.

Mi è suonata stonata solo una cosa: il Cardo, per definizione e ammissione è illetterato: non legge, disertava la scuola, schifa le conversazioni. Detto questo, mi stona la proprietà di linguaggio che ha: non sbaglia un verbo (nemmeno un congiuntivo), ha un vocabolario illimitato (più vasto sicuramente del mio). È voluto o è successo per caso?

E’ voluto: il Cardo è un essere primordiale con una ‘intelligenza spontanea’ illimitata (persone così esistono, sono rare ma esistono). E poi mi piaceva giocare con il lettore: attirarlo nella rete lessicale che non ti lascia respiro e affidare il tutto a un essere primordiale che, e questa era la scommessa, appare selvatico e ripugnante, ma alla fine genera nel lettore simpatia. Il mio obiettivo è quello di mescolare osceno e sublime (osceno è il Cardo, sublime il suo linguaggio). E se leggerai il Doppio inganno al Valentino troverai un Cardo ancor più divertente (In veleni al Lingotto il Cardo appare in poche scene finali).

 

Il Cardo, Torino, le puttane, il vino. Una sana rilassante lettura. Al prossimo libro Massimo, alla prova del nove. Perché scrivere un bel libro può essere fortuna. Mantenere il livello, è la vera sfida. Chissà perché ho idea che Massimo l’abbia vinta…

Giudizio di Piombo a Stupinigi, Massimo Tallone, Frilli Editore, 2007: Come il barbera: ottimo per palati fini e plebei.

 

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15 Replies to “Interviú”

  1. ciao ammazzasette. Ho visto con piacere che te Pietruzzi e l'Abate Faria avete sospeso la rubrica dei tuoi bang bang dopo aver identificato ipotetici indirizzi IP clonati, cancellandone quindi i commenti. E guarda caso tutti quelli di gente che vi dava contro, mentre quelli che vi davano ragione sono rimasti ben visibili a tutti. Ma perchè non vi fate un bel sito di tresette tutto per voi e poi lo chiudete al pubblico? Tanto chi se ne accorge… mi raccomando censurate anche questa campioni di libertà…
    E comunque se ti interessa il mio indirizzo IP caro ammazzasette, prima mandami quello di casa tua…

    1. Bart, sono molto contento del fatto che mi segui ancora. Certo qualcosa ha colpito!
      Per quelli in attesa come te vorrei ricordare che la rubrica prosegue e nuovi racconti saranno presto "processati".

      Grazie per l'attenzione.

      PS: Sono molto contento di ricevere commenti discordanti dalla mia opinione, permettono di discutere e di crescere. Ovviamente devono essere educati e rispettosi. Questo non è il caso del commento di Bart, che è postato come esempio. Commenti di questo tipo non saranno più pubblicati.
      Censura? io preferisco chiamarlo rispetto.

  2. van letti tutti d'un fiato, al ritmo imposto dall'autore.
    se ti fermi, le parole appena lette ti tamponano e ti spingono comunque avanti, ma danneggiato.

  3. come "…mantenere il livello"???!!! Che vuol dire? Se riferito a Tallone (autore di libri e di una vita piena di fatti) è insignificante… Lui è già un Maestro… non solo di scrittura naturalmente, una persona amabile e amata.
    G

    1. Wonderboy, ci sono esempi di grandi scrittori che nella serialitá non hanno mantenuto il livello iniziale: Montalban con Carvalho, per esempio. O Camilleri con Montalbano. Non vuol dire che i suddetti non siano grandi scrittori, anzi, gli altri racconti di Camilleri sono meravigliosi. Anche gli ultimi Montalbano sono belli, ma non al livello dei primi. Sono convinto pure io che non sia il caso di Massimo, ma perchè svelare tutto? non è meglio che il lettore lo scopra leggendo i suoi libri?

      Sulla questione della persona, non capisco la tua allusione. Non credo di aver mai inteso che Massimo sia una persona men che meno amabile e amata. Se per caso questo in qualche modo traspare dall'intervista, rinnego il tutto categoricamente! Massimo ha (spero) imparato a conoscermi abbastanza per capire quanto lo stimi.

      Una cosa sola: che la pianti di scolarsi buone bottiglie di vino alla faccia dei poveri emigranti!

  4. Ne ha pubblicati altri due in realtà e….Posso confermare che ha TENUTO IL LIVELLO, anzi, a parer mio, quello è il peggiore dei suoi che ho letto.

  5. Confermo l'ottimo giudizio.
    Ho letto il libro e va giù che è un piacere.
    Al di là dell'intreccio sapiente e particolare, una volta cominciato a leggerlo, bisogna andare avanti; ma non tanto perchè vuoi sapere come va a finire, ma perchè l'onda della scrittura ti porta come su un materasino sul pelo dell'acqua di un fiume che corre.
    Confesso che ho letto anche DOPPIO INGANNO AL VALENTINO e lì l'autore ha dimostrato una notevole crescita di livello.
    Consiglio a tutti la lettura.
    P.S : simpatico lo stile dell'intervista.

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