Casa di Cla’ 1 novembre, mattinata
Paola è appena andata via, convinta di sentire presto che le cose fra Cla’ e Ramon si sono ricomposte.
Cla’ intanto sul letto gli ha già sfilato il pullover e sbottonato la camicia.
Alcuni segni rosso-viola sul collo e sul torace di Ramon ancora si intravedono, nonostante l’abbronzatura. Cla’ immagina a cosa possono essere dovuti…
Si stacca leggermente per guardare Ramon negli occhi, sempre tenendolo serrato sotto di sé.
Il tono lievemente minaccioso
– Ora che siamo soli mi dici per filo e per segno cosa hai fatto con Bobby…
Ramon (pensa) “Azz, era meglio che Pa’ restava…” (pausa)
– No Cla’, è meglio di no…
(per nulla impietosito dal tono, quasi di supplica, di Ramon)
– No?
Vuoi proprio far arrabbiare Clarence tuo, eh biscottino?
e subito gli serra il Gigio con una mano.
Ramon – Ahia!
– Ecco, vedi che succede se non parli?
Ramon tenta di blandirlo con un cambiamento di strategia
– Ma non ero io quello geloso?
(sibilando) – Allora tu non hai capito niente…
E di nuovo Cla’ aumenta la stretta.
– Va bene, va beneeeeeeeee!
Cla’ fa per allentare la morsa.
Ramon – Però seduti, che è meglio…
– NO, come stiamo. Le regole le faccio io.
Ramon sospira, sconfortato.
Decide però di botto che deve assolutamente evitare di scendere in dettagli.
(impaziente) – Allora? Sto aspettando.
Ramon per tutta risposta tenta l’avance fisica. Si protende a cercare le sue labbra.
Ma Cla’ si sottrae abilmente.
– Dopo, semmai…
Ramon si sente braccato.
– Non volevo, Cla’, ti giuro… non volevo…
Cla’ appare impassibile
– Volevo cosa?
– Avevamo bevuto un po’…
– Va bene. Però la cioccolata…?
– Ero incazzato, ‘assai’ incazzato …
E si blocca.
(Cla’ deciso) – Ora farai incazzare me, e pure di brutto…
Tira fuori quello che hai da dire e la facciamo finita!
Ramon sospira e chiude gli occhi, come a voler mettere a fuoco l’accaduto.
– …Si vedeva che non aspettava altro… sono mesi ormai, dalla volta del…
Cla’ – Dell’hotel?
– No, dopo. Quando noi 3…
– Tu, Bobby e Didy, vuoi dire?
– Sì, tu non c’eri…
Cla’ – Beh?
– Mi ha baciato Cla’… stava su di giri, non riuscivo a controllarlo…
– A controllarti, vuoi dire…
Ramon richiude gli occhi.
– Poi ha preso la coppetta e mi ha riempito di segni con un dito.
Cla’ lo guarda fisso, in attesa del resto.
– La cioccolata era ancora calda, scottava… gli ho detto di togliermela di dosso.
E lui l’ha fatto.
Poi è arrivato lì… (apre gli occhi) Ti giuro Cla’, non volevo… ma lui è andato avanti e…
– E…
Ramon sente distintamente che il battito cardiaco di Cla’ si è accelerato.
– Mi ha fatto arrivare fino in fondo… con le mani, però…
Clarence ingoia la saliva.
– Poi?
– Poi niente.
Sono andato in bagno e mi sono fatto la doccia, ci siamo messi a letto… a dormire… Alle 4 mi sono svegliato e sono andato via, a Via Galbani. Vengo di lì.
Cla’ lo fissa di nuovo.
– Altro?
– No, tranne che…
Cla’ si solleva e si mette seduto.
– Sono stato malissimo Cla’, se potessi tornare indietro…
Ramon cerca come un bambino di infilarsi tra le braccia del suo amato, poi si mette in ginocchio davanti a lui, affondando il volto nel suo grembo.
Cla’ resta un attimo esitante, poi prende ad accarezzargli i capelli.
——-
2 novembre, al cellulare
Didy – Avevo in mente di fare una cenetta qua da me, Bobby resta fino al 7.
Che fai, vieni?
Pa’ (esitante) – Didy quest’anno forse è meglio evitare…
– Perché?!
Se non passo il compleanno con tutti e tre i miei boys, almeno festeggio con gli amici…
– Bobby non ti ha detto niente?
– Cosa scusa?
Pa’ (pensa) Minchia, è all’oscuro…
– Niente, credo che Ramon abbia già un impegno… (pausa)
(allusiva) Vuol dire che festeggerete voi due soli soletti…
Silenzio.
– Pa’ detto fra noi… non è che le cose vadano alla grande…
– Che vuoi dire?
– Non lo so, ma me lo vedo strano…
– Chi Bobby?
– Secondo me c’ha un’altra, magari su a Torino…
– Naaaa…
– È dalla festa di Halloween… pensa che ancora non mi ha sfiorato con un dito, e ho detto tutto…
– Secondo me ti stanno vedendo le paranoie, magari è solo un po’ stanco…
– Comunque gli ho detto che volevo fare una festa tra noi, con Ramon e Clarence, e lui si è detto favorevole…
(Pa’ pensa) E figurarsi… so io a chi vuole fare la festa…
——-
4 novembre, ore 10
Ramon è a Via Galbani, sta sistemando della roba invernale da portare a casa di Cla’.
Suonano alla porta.
Una bella bionda con in braccio un bambino addormentato sfodera un sorriso smagliante a Ramon.
(incredulo) – Non ci posso credere! Roxy!
Ramon resta impalato sulla porta.
– Mi fai entrare?
Ramon le fa strada in salotto.
– Da quant’è che non ci vediamo?
(lei) – Un bel po’.
– E Jonathan?
– Con lui è finita da un pezzo.
– Mi dispiace, credevo foste ancora insieme.
Lei sembra voler tagliare corto.
– Ramon devi farmi un favore. Tra mezz’ora ho un’audizione a viale Kant, la baby sitter è malata e non posso portarmi il bambino appresso.
– Ma lui è…?
– Mio figlio, sì. Mathias. Ha 3 anni e mezzo.
Mi serve solo un’ora, il tempo di sistemare, poi torno a riprenderlo.
(al solo pensiero colto da strizza)
– Ma veramente io stavo andando via…
Con nonchalance lei si avvicina al divano e appoggia delicatamente il bimbo, che dorme della grossa.
– Hai un plaid? Fa freddino qua.
– Sì, no. Cioè… non ci vivo.
– Non abiti qua?
– No, sto con uno.
– Clarence vero? Me l’ha detto Thomas.
– Infatti… (indagativo) Che altro ti ha detto Thomas?
– Mah, niente di particolare…
Senti fammi correre sono già in ritardo, là non si trova parcheggio.
Coprilo per bene, hai una giacca, qualcosa?
Ramon prende il suo giubbotto e copre il bambino.
– Ora vado a vedere nell’armadio.
Affrettandosi all’uscita
– Se si sveglia dagli un po’ di latte, una merendina, un Kinder…
– Ma qua non c’è un cazzo…
(Ramon si volta per vedere se il bambino non ha per caso sentito)
Scusa, non sono abituato…
– Dorme come un sasso, non ti preoccupare… vedi tu, allora… vado, ciao!
Chiusa la porta, Ramon guarda il bambino e pensa “Cazzo ma tutte a me!…”
Subito dopo “Un’ora passerà velocemente… (pausa) Sì, ma non c’è niente da mangiare… come faccio ad allontanarmi???”
All’istante va in panico.
Il tempo di coprirlo con un plaid e Ramon si fionda al cellulare.
– Cla’ ti prego, vieni da me!
Clarence ridacchia, pensando al solito raptus mattutino.
(suadente) – Amo’ non ce la fai a resistere fino a stasera?
– No, devi venire qua subito…
(nicchiando) – Ma sto finendo un progetto…
(ammiccando) Dai che stasera sono tutto per te…
– Ciccio, non hai capito… è un’emergenza!
(ridendo) – Addirittura?! (pausa)
(preoccupato) Stai bene Ramon?
(serio) – No, per niente. Vieniiii!
(meravigliato) – Okay, vado a prendere la moto e ti raggiungo.
– Portami anche una bottiglia di latte e dei biscotti, oppure delle merendine…
– Ma non avevi già fatto colazione?
– Io sì, io…
Clarence ascolta stranito.
– Vabbè, sto arrivando.
——-
Dopo pochi minuti Mathias si sveglia, e vedendosi solo con uno sconosciuto si mette a piangere.
Ramon si avvicina e cerca goffamente di calmarlo.
– Non fare così, mamma viene subito.
Il bimbo lo guarda con due occhioni interdetti, e resta lì impaurito.
Poi riprende a piangere sommessamente.
Ramon non sa che pesci prendere
– Vuoi vedere i cartoni?
Mathias annuisce.
Ramon accende la TV e cerca un canale dedicato.
Trova un cartone animato con Tom e Gerry e appoggia il telecomando sul divano.
Mathias prende il telecomando e comincia a far scorrere i canali, trova un cartoon del tipo supertecnologico e prende a seguirlo.
Ramon (pensa) “Bambini di oggi… piccoli mostri…”
Quasi che gli avesse letto nel pensiero, Mathias lo guarda fissamente.
Ramon si sente come un verme.
– Hai fame?
Di nuovo Mathias annuisce.
– Fra poco arriva anche la pappa…
——-
Un quarto d’ora dopo squilla il cellulare.
È Roxy.
– Ramon, c’è un problema…
Qua le cose andranno per le lunghe, è saltata la lista e non so quando mi chiamano. Ho il numero 115, temo che finiremo in serata.
– Stai scherzando vero?
(frettolosa) – No, anzi devo chiudere adesso, spengo anche il cellulare.
– Fermaaaaaaa!
Non posso occuparmi di Mathias, avevi detto un’ora… Ho un appuntamento di lavoro dopo pranzo…
(agitata) – Dai, e che sarà mai! Io me ne occupo ventiquattr’ore al giorno, almeno una volta nella vita prenditi un minimo di responsabilità…
(cascando dalle nuvole)
– Che cazzo stai dicendo? Quali responsabilità?
(esasperata) – Sto dicendo che almeno un giorno nella vita potresti passarlo con tuo figlio!
Quelle parole hanno l’effetto di una bomba.
– MIO CHE???????
(pausa)
Tu stai scherzando vero?
– Affatto. Ti sei dimenticato l’estate del 2007?
(pausa)
Figurarsi, per te è stata solo una scopata come un’altra…
Ramon non capisce più niente.
(tremando) – Ma… Jonathan?!
– Devo andare Ramon.
E interrompe la comunicazione.
Ramon diviene di colpo pallido come un cencio.
Prova affannosamente a richiamarla, ma lei risulta irraggiungibile.
Torna in salotto che manco si regge sulle gambe, e prende a fissare ansiosamente il bambino. A guardarlo così sembra davvero la sua fotocopia in miniatura.
(pensa) Non è possibile!
Ditemi che non è vero…
Si accascia sul bordo del divano.
——-
Alle 11 arriva Clarence, Ramon lo avvista dalla finestra e gli va incontro.
Cla’ non fa neanche in tempo a suonare che Ramon ha già aperto la porta.
Come se non lo vedesse da un secolo gli si fionda al collo e lo bacia.
Poi lo prende per mano e lo conduce in salotto.
Alla vista della creatura Cla’ resta stranito.
Appoggia la busta della spesa sul tavolo e si avvicina a Mathias.
– E chi è questo bel bambino?
Per tutta risposta Mathias si libera del plaid e fa per saltargli in braccio.
Cla’ se lo trova fra capo e collo, ma istintivamente lo stringe a sé.
– Sei tu il mio papà? gli fa Mathias
Cla’ (confuso) – Io? Noooo…
Mathias poggia la testa sulla spalla di Cla’, mentre quest’ultimo prende ad accarezzargli i capelli.
Cla’ resta senza parole e guarda interrogativo Ramon, che ha l’aria da funerale.
I loro occhi si stampano gli uni negli altri, sembrano comunicare senza bisogno di parole, fino a che Cla’ mostra di intuire la risposta all’unica domanda possibile.
Ramon annuisce.
Cla’ poggia il bambino per terra, prende una merendina dalla busta, la scarta e la porge a Mathias.
E mentre il bimbo torna placidamente davanti alla TV, Ramon si siede al tavolo e si mette le mani nei capelli…
(continua qui)
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
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Domenica 4 dicembre la II parte.
Vi aspettiamo!