Al cellulare sull’asse Roma-Berlino, fine maggio
Reinhard – Tu il 4 stai qua e non voglio sentire storie!
C’è bisogno di te, lo sai…
(retropensiero: “Io ho bisogno di te…”)
…e poi scusa, sei stato a Roma da Pasqua ad oggi.
(retropensiero: “Accidenti a te, quando cazzo sarà il mio turno…”)
Messo alle strette, Cla’ sospira.
– Ok, prenoto il volo…
Reinhard – Ecco, così mi piaci…
Chiuso con Reinhard, Cla’ avvisa subito Ramon, che sta uscendo dalla doccia.
Questi appare un tantino contrariato.
– Ma non si era detto 2 o 3 volte l’anno?
– Appunto! Siamo stati in tutto un mese e mezzo, finora…
Ramon fa una smorfia
– Pensavo dovessimo tornare più in là…
Il moretto si fa passare l’accappatoio e lo indossa.
– Che vuoi da me, amo’… l’hai visto quanto lavoro s’ha da fare…
Ramon (pensa, asciugandosi) “Non sai quanto ne devo fare io per tenere a freno Reinhard…”
– E quando si parte?
– Dopo il mio compleanno, lunedì.
– Azzo, devo sistemare in fretta…
– Cosa?
– Niente, in realtà…
Però devo avvisare in palestra che ritorno, così riorganizzano i miei corsi.
Cla’ si avvicina con l’aria di chi vuol farsi perdonare.
– Ma tu sei proprio sicuro che non ti scoccia venirtene con me? (e infila le mani sotto l’accappatoio)
Ramon mostra il solito apprezzamento al contatto.
– Mi scoccerebbe più restare solo qua…
(pensa: “Mai sia lasciarti solo con quello…”)
(l’espressione si fa di colpo furbastra) – Per quanto, con Paoletta potremmo fare tante belle cose…
Cla’ lo stringe a sé e ridendo gli dà una tuzzata con la fronte
– Hey tu, ti sembra modo anche solo di pensarlo?
Ramon sorride divertito e lo bacia.
Cla’ – Lo faresti davvero? Senza di me?
(ridendo) – Certo!
(ridendo) – Che stronzo!
(pausa)
(curioso) E di’, cosa vorresti fare in particolare?
Ramon non sa se è il caso di rivelarglielo.
Cla’ – Allora?
Dondolando, tenendolo stretto a sé
– Il sandwich, Cla’…
C’ho una voglia matta di proporglielo…
– Il sandwich??? Ma allora serve la mia presenza…
Ramon annuisce sorridendo.
Cla’ scuote la testa, poi scoppia a ridere e lo bacia.
——-
Quello stesso giorno, nel pomeriggio, al cell.
Didy – Teso’ me lo faresti un piacere?
Ramon – Cioè?
– Hai presente il nostro camerino?
– Come no…
– Devo andare al negozio a prendere qualcosa di nuovo, prima che rimanga del tutto senza slip…
– Non sarebbe un male…
– Scemo!… (pausa)
Siccome Hugo non può accompagnarmi e io vorrei un consiglio…
Poi la tua presenza terrebbe alla larga il direttore… ti ricordi come mi guardava?
– Già, ricordo anche quello…
– Allora che fai, passi da me alle 4?
– Vabbè, anche perché altrimenti se ne parla quando torno…
– Da dove?
– Da Berlino.
– Di nuovo uccel di bosco?
– A quanto pare sì.
– Allora ti prendo al volo.
– Detto così mi suona altro…
– Solito maiale…
E Ramon risponde facendole il verso meglio dell’animale.
——-
Due ore più tardi, sotto casa di Didy
Ramon accosta l’auto in doppia fila.
Scende, le apre la portiera e l’aiuta a caricarsi delle buste con gli acquisti.
Dalle finestre del terzo piano due note sagome, le signorine Augusta e Tilde, riconosciutili, sventolano la mano come ai vecchi tempi, e Tilde si lascia andare a un commento nostalgico “Come siete belli insieme!”
Sentita la sorella, Augusta si fa più audace
– Siete di nuovo fidanzati? Pardon sposati?
Didy e Ramon sorridono, fanno cenno di no e salutano a loro volta con la mano, poi Ramon fa per abbracciarla e baciarla sulle labbra, pur senza malizia.
Non fanno in tempo ad avviarsi lei al portone lui all’auto che un uomo alto e ben piazzato alle loro spalle si avvicina strattonando Ramon con violenza
– Fallo di nuovo e sei un uomo morto!
Ramon si gira e per pochi millimetri riesce a schivare un cazzotto in piena guancia, sotto le urla concitate delle due vecchiette che assistendo alla scena prendono l’omone a male parole.
– Hugo!!! (urla intanto Didy concitatamente)
E mentre le buste le cascano dalle braccia, Hugo non contento si avvicina a un passo da Ramon, che dopo un primo attimo di incertezza non si sottrae e lo fronteggia da vero uomo, l’espressione da lupo selvatico che nulla teme.
– Devi solo provarci, poi vediamo chi è il morto!
A Hugo monta il sangue alla testa.
Fa per piombargli addosso, ma Ramon, che è un esperto di arti marziali, ha facilmente la meglio su di lui. Hugo finisce per terra pesantemente.
Didy fa per aiutarlo a risollevarsi, ma Hugo con un gesto stizzito la respinge, si rialza e fa per allontanarsi non prima di aver appellato Ramon in malo modo in spagnolo.
– Mi dispiace, Ramon, scusalo…
Intanto si fa dappresso anche il portiere avvisato per interfono dalle signorine del terzo piano
– Tutto a posto, signor Ramon?
– Sì.
Ramon fa per aggiustarsi la camicia e recuperare gli occhiali da sole saltati via nella colluttazione.
Portiere – Vuole che le dia una spazzola per gli abiti?
– No, grazie, non occorre.
Didy – Sali su almeno a prenderti un caffè?
– Quello sì, lo prenderei volentieri, ma la macchina è in doppia fila…
Portiere – Lasci a me le chiavi, gliela guardo io.
Una decina di minuti e Ramon è di nuovo in strada.
Il portiere gli riconsegna le chiavi.
– Tutto tranquillo, nessun vigile, poi qua le vigilesse mi conoscono…
Quando vuole sono a sua disposizione, signor Ramon.
– Grazie, è davvero gentile.
Portiere – Comunque, detto fra noi, quel signor…
– Hugo…
– … eh appunto! Se devo dire… proprio non mi piace…
Ramon sorride e scivola via, salutando ancora con la mano anche le signorine appollaiate sul davanzale.
——-
Mezzanotte passata, da Cla’
Figlio di puttana, fuck off!
Ramon legge e cancella immediatamente l’sms anonimo, il quarto in pochi minuti.
– Vedrai, alla fine si stancherà…
– Non conosci la tenacia spagnola, allora…
Ramon si sistema meglio sul divano, la testa appoggiata sulle gambe di Cla’
– Io però al tuo posto non li cancellerei e andrei a denunciarlo.
– Sì, così poi io e Didy passiamo un guaio e tu vai da solo a Berlino…
– In effetti non ci avevo pensato…
Ramon – Piuttosto… non vorrei se la prendesse pure con te.
– A parte che… scusa ma io che c’entro?
E poi, mi hai visto bene, amo’?
– Guarda che quello è un energumeno, ed è alto quanto te, se non di più… e in ogni caso ha gelosie retro… qualcosa.
– Retroattive?
– Eh, quelle.
(facendo mente locale) – Vabbè, ma per un… che vuoi che sia…
– Pure uno sguardo è troppo, secondo lui, me l’ha detto Didy…
– Stiamo frecati allora…
Ramon – Mi sa che abbiamo bisogno di Guglielmo, per un po’…
– Non penserai che pure a Berlino…
– Non penso niente, sono sicuro.
– Scusa, ma Didy non gli ha detto che io e te… cioè più io (Ramon lo fissa interlocutorio) ma insomma noi… abbiamo un’altra donna e che di Didy, con tutto il rispetto, non ce ne può frega’ dde meno?
– E ti pare che uno come lui non vede lo stesso amanti dappertutto?
Se uno è pazzo è pazzo… (pausa)
Poi tu un tantino dovresti capirlo, quanto a gelosia…
– Possessività la mia, non gelosia… (pausa)
Sì insomma, tutt’e due… forse…
Ramon lascia perdere il cellulare e cala giù la zip di Cla’ che continua imperterrito nel suo discorso
– Ma tu esattamente… cosa provi per Didy? Che io ancora non l’ho capito…
– Cos’è, vuoi distrarmi?
(e Ramon si concentra sul contenuto nascosto dai pantaloni)
– Non potrei anche… volendooo…
(continuando a smanettarlo) – Le voglio bene Cla’, ma solo quello… non sono più coinvolto come prima, in ogni caso mai come lo sono con te, specie adesso…
Ma a quel punto la conversazione si interrompe e la serata prende un’altra piega…
——-
Il mattino seguente, davanti a una tazzina di caffè
Ramon sta controllando gli sms sul suo cell.
Cla’ – Altri?
– Solo 5 stanotte.
– Facciamo progressi…
Cla’ (mangiando un cornetto) – Ma tu che faresti se lei…
…se lei?
Cla’ manda giù il boccone
– Venisse da te con certe idee…
– Vuoi sapere se me la scoperei?
Cla’ annuisce.
– Non lo so. Cioè detto così, non lo so…
Cla’ – Ci pensi la faccia di Hugo?
– A pensarci bene… non credo che lo farei.
Il fatto è che Didy non mi sembra tanto neutra nei miei confronti…
(curioso) – Vuol dire che voi due potreste… riprendere?
(poggiando la tazzina)
– Questo no. Tenderei ad escluderlo.
– Peccato!
(interdetto) – In che senso?
(temendo di essersi tradito)
– No, dicevo così… per dire…
——-
Sabato 2 giugno, da Cla’
Fuori fa caldo, ma entrando in casa si avverte una temperatura più bassa.
Pa’ – Come mai hai acceso l’aria condizionata?
Cla’ – Fra un po’ l’ambiente si scalda, mi sa…
Tenendola per mano, Cla’ le fa strada in salotto e appena lei posa la borsa le si mette come al solito alle spalle, stringendola a koala e sbaciucchiandola.
Ma stavolta lo fa con insolita foga, come uno in crisi d’astinenza.
Lei si volta e lo guarda, lui candidamente risponde
– Pre-partenza Paolè, dobbiamo fare il pieno…
Le mani di Cla’ scivolano dappertutto, senza remore.
Lei lo lascia fare, d’altronde non ha nessuna voglia di sottrarsi…
Un secondo e Ramon irrompe nella stanza coi soli boxer elasticizzati indosso.
– Pronto per l’uso? (gli fa lei ridendo)
Lui si avvicina suadente come un gatto, bacia Paoletta sulle labbra e va a sedersi sul divano, ridacchiando.
Ramon – Tu hai capito tutto della vita…
(lei) – Cos’è quella faccia furbetta?
Silenzio.
Paoletta alza lo sguardo verso Cla’ che fa lo gnorri.
(lei, a Ramon) – Idee bellicose?
– Da morire…
– Mon dieu, già questo alle spalle…
Cla’ infatti è già partito per la tangente, con un braccio tiene Paolè bloccata, con l’altra mano cerca di sbottonarsi la camicia.
Ramon – Hey non voglio sentire storie…
Stasera per festeggiarlo facciamo… l’SS!
(lei, sgranando gli occhi) – L’esse-esse? S’era detto niente cose sadiche…
(e intanto si tiene stretta a Cla’, quasi a cercare protezione)
– Sadiche???
Ma io non ci penso neanche, vero Cla’?
(distogliendosi un attimo) – Sicuro.
(baciando Pa’ sul collo) – Poi io non glielo permetterei mai…
– E allora? Di che si tratta?
Ramon – Prova a indovinare…
Pa’ si sforza di trovare un corrispondente per quell’acronimo, ma non le viene in mente niente, a parte ‘sesso selvaggio’.
Ramon si alza, si avvicina con aria ‘assassina’.
Si addossa a Paoletta, sfregandosi contro di lei, sbaciucchiandola e cingendo nell’abbraccio anche Cla’.
Pa’ ha finalmente un’illuminazione
– La sottiletta!
– Ohhhh, ci sei arrivata finalmente…
Accarezzando il braccio di Cla’
Ramon – Bello sto Swatch!
Poi me lo presti, vero Cla’?
– Certo che no, non me lo levo dal polso.
– Neanche per la doccia?
– Resistente all’acqua.
(Paoletta, a Ramon) – Vabbè, ne prendo uno anche per te.
– Brava la mia sottiletta…
E prende a mordecchiarla come Igor di Frankenstein jr, morsi che in pochi secondi si trasformano in baci appassionati.
Anche Cla’ alle spalle si libera dei vestiti; presa fra due fuochi Paoletta comincia a non capire più niente…
Cercando un modo per rallentarli
Pa’ – Ma insomma l’altra S?
Ramon (ormai su di giri) – Ancora non è chiaro?
Cla’ sollevala dai.
Lui la solleva senza sforzo e Ramon la tiene ancorata a sé, in modo che lei risulti pressata da loro due. E soprattutto in grado di ‘sentire’ i loro corpi.
(lei) – Il sandwich!!!
Ramon (biascicando) – …Selvaggio, mia bella Sottiletta…
Sono le ultime parole che si sentono, poi…
PS
Farina: Aveva ragione Cla’, ha preso a fare un caldo in quella stanza…
Più che a sandwich, Sottiletta l’hanno fatta a toast…
Due lupi a digiuno da dieci giorni fanno meno danni.
Meno male che Paoletta è previdente, e ha sempre un cambio.
PS2
Alle due di notte in casa regnava il silenzio assoluto.
I ragazzi, esausti (per non dire altro), avevano trovato il sonno, come sempre addossati uno all’altro.
Al mattino la loro espressione era distesa e compiaciuta, fino a quando non è stato necessario preparare i bagagli.
Suvvia, un mese passa in fretta. Non saprà nessuno che al telefono con lei vi sono venuti gli occhi lucidi.
Quando si dice l’Amore…
Bel compleanno, però.
(Dall’inviato Farina 00)
(SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane)
Giovanni Merenda (tecnica mista)
www.giovannimerenda.it
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