Scoop by SCOP [Novella 2011 – The Day After, ovvero Succhia-story (parte II)]

I primi giorni di marzo Ramon e Clarence li dedicano all’esperimento ‘ciuccio notturno’, in modo da dare almeno una risposta ‘scientifica’ (si fa per dire), comunque pragmatica, a Domiziana.

In realtà se la spassano a più non posso, di giorno e di notte.

 

Ramon sembra resistere bene di notte per molte ore, ma al terzo giorno chiede a Clarence di provare lui a sottoporsi, invertendo i ruoli.
Clarence, che non direbbe mai di no, ci prova.
E va avanti alla grande…

 

Alla fine della settimana…

 

——-

Cara Domiziana

 

Io e il mio compagno abbiamo affrontato con molto coraggio e dedizione l’esperimento rimasto incompiuto, quello legato alla tua abitudine-necessità di avere qualcosa tra le labbra (sotto i denti…) per l’intera durata della notte.

 

Il risultato non lascia dubbi, almeno per quanto ci riguarda.

 

Anche invertendo i ruoli, si è stimato che per almeno 5 ore consecutive è possibile resistere senza particolari conseguenze per entrambi gli apparati (genitale e manducatorio).

 

Si può pertanto ipotizzare che in assenza di particolari controindicazioni legate a soggetti e casi individuali, tale pratica non dovrebbe costituire un problema per una sana vita di coppia, fermo restando che si mantenga entro limiti temporali circoscritti ai quali far seguire regolari intervalli di ‘assoluto’ riposo.

 

Sarà nostra premura effettuare verifiche nel prosieguo e comunicare eventuali variazioni delle condizioni di partenza.

 

In soldoni, di’ pure ad Emilio che non rompesse i marones, e si sottoponesse buono e zitto a questa pratica, da cui potrà certamente trarre giovamento.

In fin dei conti l’unico rischio è di trovarsi accanto non più Emilio, bensì Emilia, nel malaugurato caso in cui le tenaglie si serrino troppo sugli ‘argomenti’ in questione.

 

In bocca al lupo ad Emilio, o meglio alla lupa capitolina!


 

Un succhiottone gigante *

Ramon


 

 

* Forse il succhiotto al collo è meglio evitarlo, non vorrei mi prendessi di nuovo in parola…

 

——-

 

La seconda settimana di marzo è tutta uno sfottò appena si sparge in Redazione la notizia dell’esperimento-ciuccio, che sarà giocoforza argomento principe dello Scoop.

L’eco della notizia fa il giro del mondo, perfino gli amici americani di Ramon gli dedicano un video.

Ridono dapprima anche i guerrieri della luce, che smettono di colpo quando qualcuno fa presente che prima o poi potrebbe essere coinvolta anche Didy in questi esperimenti.

Senza sapere che invece all’orizzonte c’è ben altro…

 

——-

 

Casa di Didy, 8 marzo, tardo pomeriggio, in bagno

 

 

Didy ha in mano una confezione di strisce depilatorie da donna.

Ramon – Mi devi far vedere bene come si fa… le strisce non le ho mai usate.
Non sarebbe meglio la mousse?

 

– Dipende dalla superficie, per il torace è senz’altro meglio la mousse, la stendi come la crema da barba, lasci agire per il tempo indicato e poi sciacqui via sotto la doccia… così almeno non rischi di fargli male… Oh, poi per 24 ore almeno niente profumi o deodoranti sulle parti depilate.

 

Ramon osserva dubbioso la confezione di strisce.

 

Didy – Ma non fai prima a farlo fare ad Antonio? Chi meglio di lui? Almeno così il risultato è garantito…

 

– Lo sai com’è quello, gli mette le mani addosso appena mi giro… e poi scusa mi conviene imparare, così quando serve Cla’ non deve uscire apposta e farsi la doccia fuori casa…

 

– Di’ che ormai sei partito per la tangente e non vuoi che lo guardi nessuno… e meno male che il modello lo fa solo part time…
Un po’ e gli metterai la gabbietta intorno…

 

– Visto che a te non posso metterla…

 

Lei prende a ridere per non piangere.

 

– Quando li lasci? fa Ramon fintamente serio.

 

– Eh, mi mancava la solfa… sei in ritardo di 10 minuti rispetto a ieri, ma il lavaggio del cervello con me non funziona…

 

– Allora me ne vado a casa, sdegnato…

 

Ramon fa per uscire dal bagno.

Lei gli va dietro.

 

– Che fai, raccoglierai qualche campione di pelo prima di tosarlo?

 

– Non c’è bisogno, l’avevo già campionato…

 

(esterrefatta) – Ma quando?

 

– Al principio… mica gli uomini li prendo a scatola chiusa.

 

– E come gliel’hai chiesto, di grazia? Non ti ha mandato a fanculo… o pensato che sei un pazzo?

 

– La seconda opzione l’ha pensata, me l’ha confessato in seguito. Ma siccome non poteva resistermi o deludermi si è fatto spelare senza troppe rimostranze…

 

– E come glieli hai estirpati?

 

Ramon fa un sorriso malizioso.

– Vuoi sapere troppo… (pausa) Va be’, te lo dico… gli ho tirato via qualcosa con i denti, altro a mano…

 

– Che sadico!

 

– Dai che ha goduto come un matto…

 

Didy lo osserva con aria ironica

 

– Non allora, scema… dopo…

 

Ramon si avvia all’ingresso.
– Non mi posso fermare, sennò lo farei vedere pure a te…

 

– Non ci tengo señor, e poi non c’è materia prima al momento…

 

Lui apre la porta.

(lei) – Però me lo porti il catalogo, voglio vedere i nuovi campioni…
Ma ci hai messo anche i tuoi?

 

– No, erano solo di biondi…

 

– E scusa, il catalogo dei moretti, niente?

 

(lo sguardo furbastro) – E poi sono io il sadico…
Perché non mi dai quelli dei guerrieri della luce, che ne inauguriamo uno nuovo?
Tutte le nuances, mi voglio rovinare…

 

——-

 

Via Galbani, in bagno, ore 22

 

– Ahiahahahaha!!!

 

Un urlo belluino squarcia il circondario.
Ramon ha strappato la prima striscia dalla coscia di Clarence.

 

(R. spaventato) – Dio mio fa così male?

 

– Prova tu se ci tieni… Minchia!!!

 

Clarence si tocca la zona dolorante.
– Come cazzo fanno le donne a sopportarlo?

 

– Sarà che loro si abituano da subito…

 

– Meno male che siamo uomini allora… Dai, continuiamo con la mousse.
Questa buttala via.

E Clarence fa per accartocciare la striscia e gettarla nel cestino dei rifiuti.

 

– Nooooooooooooo!!!

Altro urlo belluino squarcia il circondario, stavolta di Ramon.

 

Ramon si fionda come un avvoltoio sul cestino, recupera la striscia e la distende.
– Speriamo che non si sono rovinati…

 

– Sei pazzo o cosa?

 

– Mi servono, lo sai.

 

– Ma che per il catalogo? Non te li ho già dati?

 

Ramon – Questi sono di coscia. Non si sa mai…

 

– Te ti manca una rotella…

– Già, per colpa tua…

 

(ridendo) – Spiacente, davi segni di squilibrio già da prima…
Difettato all’origine…

 

Il giorno seguente la striscia coi reperti e la confezione residua di mousse ritornano a casa di Didy, ovvero nell’armadietto del bagno, insieme al catalogo completo e a quello nuovo, da inaugurare.

 

Ramon – Secondo te il collante li fa rovinare?

 

(Didy, ridacchiando) – Non credo, ma sai non me ne intendo di simili collezioni… Comunque li toglierei per precauzione, mettendoli in una bustina a parte…

 

Lui la guarda timoroso.

 

– Con i dati, sì non mi guardare così, era implicito…

– Puoi farlo tu? Però mi raccomando uno ad uno, evitando la pinzetta se puoi…

– Farò del mio meglio, señor…

 

– Lo farei io ma stasera vado di fretta, accompagno Clarence alle prove della sfilata.

– Com’è venuto fuori? Sopravvissuto?

 

(sguardo luccicante) – Liscio come il culetto di un neonato.

 

——-

10 marzo, ore 23.30

 

Ramon risponde al cellulare.

 

Didy – Meno male che ti trovo!

 

(lui) – Parla più forte, non sento niente.

 

– Avete finito?

 

– Sì, siamo al buffet, perché?

La musica in sottofondo è assordante.

 

(concitata) – Sono arrivate due chiamate sul fisso, mute.
E si sentono rumori strani sotto il terrazzo…

 

Azzo, di nuovo?
Hai chiamato Vania?

 

– Non riesco in nessun modo a rintracciarla.

 

– Va bene, stai tranquilla, chiudi le finestre. Sto arrivando.

 

Ci vuole un’ora prima che Ramon e Clarence arrivino da Didy.

Nel frattempo arriva un’altra chiamata, muta, ma con rumori di fondo.

Didy per precauzione ha sistemato una mazza da baseball sul cassettone all’ingresso.

 

Vedendolo arrivare con Clarence, Didy prepara per loro il divano-letto in salotto.

 

Nel cuore della notte, qualcuno si introduce silenziosamente in casa, e senza accendere la luce si dirige nella stanza di Didy.

 

Un urlo lacerante sveglia di soprassalto Ramon e Clarence.

Si precipitano nella stanza di Didy e intravedono un uomo che le è pericolosamente vicino.

Clarence e Ramon gli si avventano contro, ma per fortuna Ramon si accorge che si tratta di Ralph.

A luce accesa, Ralph a sua volta è sorpreso di trovarsi davanti quei due in mutande.

 

Didy – Ma scusa, non potevi avvisare?

 

Ralph – Ho provato invano, 3 volte.
Io sentivo la tua voce, ma tu non sentivi me.

 

Didy gli spiega cos’era successo, ovvero il qui pro quo, ma intanto si sono presi tutti un bello spavento.

Ramon e Clarence fanno capire che a quel punto possono andarsene a casa, ma Ralph insiste che tornino a letto in salotto.

 

——-

Via Galbani, 11 marzo in tarda mattinata

 

Didy – Devo darti una brutta notizia.

 

Ramon – Ne ho già avuta una oggi, sentiamo.

 

Didy – Dimmi prima la tua.

 

– L’amministratore mi ha detto che i vicini si sono lamentati per gli schiamazzi.
Colpa di quell’Emilio… Tu invece, che altro c’è?

 

(timorosa) – Prometti che non ti arrabbi? (pausa)
Hai presente i peli che mi avevi affidato?

 

– Beh?

 

– Non ci sono più.

 

(angosciato) – Madonna che disgrazia!

 

– Ci stavo lavorando su, un attimo che mi sono allontanata per rispondere al telefono… Léon ci si è seduto sopra e poi se li è leccati dal mantello.

 

(preoccupato) – E mo’ come faccio a procurarmene altri?

 

– Dai, non dovrebbe essere un problema, aspetta che ricrescono a Clarence.

 

– Non me darà di altri, lo sento, neanche se lo prego… toglierli da là fa male…

 

– Se vuoi glielo chiedo io…

 

– Sarebbe il minimo visto quello che hai combinato… ma temo che ci voglia ben altro per convincerlo…

 

 

——-

 

14 marzo 2011

 

Casa di Clarence, ora di pranzo


 

 

Clarence sta lavorando in salotto, sul portatile.
Si sente all’ingresso rientrare Ramon.
Un meraviglioso odore giunge dalla cucina.

 

– Che hai preparato? fa Ramon

 

– Cozze al gratin, e pure il sugo con le vongole.
(Ramon fa un cenno di approvazione)
Ti aspettavo per calare la pasta.

 

Ramon si accosta alla scrivania e vi si appoggia, stando di fronte a Clarence, le mani nascoste nelle tasche del giubbotto.

 

– Che notizie ci sono dal Giappone?

 

– Mi sa che dovrò ritornarci ad aprile, ci sono stati dei danni al parco.

A questa notizia Ramon non appare molto contento.

 

Clarence – Come mai hai fatto così tardi?

 

(Ramon, serio) – Ti ho tradito con una donna.

 

Clarence gli fa uno sguardo che è tutto un programma.

 

– Una donna che ti piace.

 

– Gamy?

 

(ridendo) – Già.

 

Clarence sorride.

 

Ramon – Avevo bisogno di un consiglio.

 

– Per che cosa?

 

Ramon tira fuori la mano sinistra e accarezza Clarence sulla guancia.
Clarence avverte qualcosa al contatto, gli prende la mano per osservarla.

 

– Che bella! fa Clarence, rimirando una veretta d’oro bianco alla francese.

 

– Ti piace?

 

– (toccandola) È bellissima!
(pausa) Me la fai provare?

– Posso fare di meglio.

Ramon estrae lentamente dalla tasca destra un astuccio e lo porge a Clarence.
Clarence lo apre emozionato come un bambino, resta un attimo a osservare il contenuto, quasi timoroso.

 

– Che aspetti?

 

Clarence infila all’anulare sinistro la veretta e si sofferma a osservarla compiaciuto.

 

Ramon – Ti ho già detto quanto ti amo?

 

Clarence scuote la testa.

Silenzio.

 

– Ti amo tanto Ciccio… Tanto!

 

Clarence resta senza parole, non si capacita.
Da uno come Ramon era l’ultima cosa ipotizzabile.
Si alza e resta a guardarlo, sorridendogli con gli occhi.

Ramon lo attira a sé e lo bacia con inconsueto trasporto. Lui che è già normalmente uno tsunami…
Clarence è completamente travolto, e in ogni caso non potrebbe arginarlo.

Appena riesce a prender fiato

– Ramon c’è l’acqua che bolle sul fuoco…

– Falla aspettare… (e riprende a baciarlo).

 

Mangiano un’ora e un quarto più tardi.

 

——-

A tavola Ramon continua a essere assai premuroso. Troppo…

 

Clarence – Siamo sicuri che non devi farti perdonare qualcosa… non so, qualcosa mi dice…

Davanti agli spaghetti con le vongole Ramon decide di partire in quarta.

 

– Senti ma… che ne diresti se ti chiedessi qualche p… e la parola gli muore in bocca.

 

– Qualche p… cosa?  Pomp…?
Non ti bastano quelli che ti ho fatto in questi giorni?

 

– No, no, che hai capito…
Qualche p…

 

– Qualche che?

 

(Ramon si fa piccolo piccolo) – Quelli che ora ti mancano…

 

Clarence fa mente locale e afferra subito.

– I peli vuoi dire?

 

Silenzio.

Ramon ingoia il boccone.

 

– Chissà che mi pensavo…

Clarence butta giù una forchettata a sua volta.

 

– Posso usare le forbici e farlo da me?

– No, è escluso, mi serve anche il bulbo.

 

– E va bene, ma è l’ultima volta.
Stavo pensando di sottopormi a epilazione permanente…

 

(urlando) Ahahahah! Questo mai!!!

 

httpv://www.youtube.com/watch?v=s96-rTCDGy8

 

 

 

 

Chiù pilu per Ramon!

 

 

dall’inviato (supplente) Gamy Moore per SCOP, Società Cooperativa Organizzatori Panzane

 

Qui trovi la parte I

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