Vento di noir

Amore, odio.

Il rosso, il nero.

La luce dell’est.

Ma su tutto il vento – quello salmastro dell’Adriatico – che mentre ti accompagna, d’improvviso si trasforma in buriana, annunciando tempesta.

 

Una città da cui sei fuggito come da una madre indifferente, o cattiva.

Labbra rosso lacca che ti risucchiano in un vortice, un buio che non è avvolgente.

Un flash stampigliato nella memoria, l’immagine di una donna che sembra amoreggiare con gli elementi.

Il vento, che spazza via le immagini che in ogni modo vuoi preservare.

 

Un’emozione intensa pervade la visione di Natalia alle prese col suo modo elementare (elementale) di cogliere le sfumature dell’esistenza. Percepisci i colori, i suoni, gli odori che la avvolgono, sembra perfino tastabile nella sua corporeità morbida e sensuale di trentenne, capisci perfino che gusto può aver avuto quel bacio che è l’inizio della fine, una storia che non può essere per mancanza di tempo, perché quella vita è un meccanismo ad orologeria.

Tutti noi siamo orologi a tempo, ma per alcuni è più vero che per altri.
Un’emozione può far fibrillare il cuore a tutti, ma a Natalia può provocare il non ritorno.

Solo un sogno può renderla immortale, buttar giù la storia di una donna che vive la vita a costo di morirne, che ha trovato in un’equazione semplice e sottile la sua alchimia e il suo destino.

Un destino che si tinge di rosso e di noir.

Questo e altro è La doppia vita di Natalia Blum, adattamento televisivo per la serie Crimini 2 dell’omonimo racconto di Gianrico Carofiglio.

 

Apparentemente diversi, ma in fondo non dissimili, Marco Spinelli e Gloria, ovvero Natalia.

L’uno editor, colui che dispensa agli altri consigli sullo scrivere, ma un romanzo non l’ha mai scritto a sua volta; sempre alla ricerca del ‘caso letterario’ dell’anno, perché ciò ti proietta nell’olimpo della categoria e ingrossa il portafoglio.

Lei, aspirante scrittrice che cerca di dipanare e sistemare una matassa e dare corpo al sogno di diventare in qualche modo immortale.

Lui moderno emigrante di lusso, nella capitale; lei alla ricerca di un luogo dell’anima, alla periferia della provincia.

 

Roma contro Bari, uno scontro impari sulla carta, eppure la piccola città non viene fuori ‘sconfitta’.

Appare perfino bella attraverso una sapiente tecnica di inquadratura che la fa tanto cartolina, ripagando però l’occhio con le tante suggestioni che comunque animano il paesaggio.

Bari, città di mare, di vento salmastro.
Città in cui si nasce, ma che sei costretto ad abbandonare.

Ma in ogni caso, dovunque vada, ti porti dietro profumi, aromi, e quella luce dell’est che ti rimane negli occhi, che ricordi vivida mentre osservi tramonti in luoghi altrettanto belli e lontani.

 

 

 

 

 

 

Sembrano diversi, eppure sono uguali Marco e Natalia.

Entrambi risucchiati dal vortice della scrittura, dal potere di seduzione di quest’arte antica, comporre parole in un mosaico che regala immagini ed emozioni, che ti dona l’illusione dell’immortalità, perché c’è sempre bisogno di qualcuno che ti legga, altrimenti è come sabbia che si disperde al passaggio del vento.

Entrambi, amando, si danno a tutti e a nessuno, ed ogni volta sarà sempre magica come la prima.
Come con un buon libro, come è con la Scrittura.

 

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Gianrico Carofiglio, La doppia vita di Natalia Blum, in AA.VV. Crimini italiani, Einaudi, 2008.

La doppia vita di Natalia Blum, Italia, 2008, regia di Anna Negri, Crimini 2, Raidue, in onda 2010.

Gamy Moore
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