I soldi non crescono nel campo dei miracoli. Questo poteva pensarlo solo Pinocchio.
Cadono dal cielo però. Di tanto in tanto. Diciamo una volta ogni milione di anni. Non fate quella faccia ora, mica mi chiamo Checco Zalone…
A me non era mai capitato che qualcuno offrisse dei soldi su un piatto d’argento, senza neanche chiedere delle portate. A ripensarci, gridai allora al miracolo, per poi zittirmi pensando di avere avuto una visione… Doveva trattarsi di un inganno della mente: come poteva un finanziatore apparire nel luogo più improbabile di questa terra? La visione infatti era occorsa in palestra. Dopo uno sforzo.
La faccio breve: c’erano davvero i soldi, non tanti, ma un ottimo punto di partenza per mettere su uno spettacolo.
E giù a macinare sogni di gloria! Già sentivo il copione cantare da dentro il cassetto. Felice lui come una Pasqua, anzi come un coro gospel.
Presa dall’entusiasmo anch’io, stesi un elenco sommario delle voci di pre-produzione: il teatro, la sala prove, il regista e ovviamente il cast. Cui andavano aggiunti: scenografia, trucco e parrucco, costumi, fonico e luci, musica, ENPALS, SIAE, organizzazione, ufficio stampa, grafico e pubblicità. E mica finisce qui, ovviamente.
Ha fatto prima Colombo ad arrivare in America che me al fondo della nota-spese.
Non mi restava che annegare fra le cifre. L’entusiasmo svanì in un attimo di fronte alla realpolitik che suggeriva una trasfusione di sangue. Il mio. Il portafogli ne avrebbe risentito, ma dovevo fare i conti con la coscienza: come potevo far finta di ignorare il grido di dolore della creatura appena partorita, che inorridiva all’idea di ripiombare nel fondo di un cassetto per colpa del vile denaro?
Urgeva dunque integrare il budget iniziale, scalfito da miriadi di varie ed eventuali. Fra queste inserirei anche il Maalox, che da quel giorno in poi doveva riparare i miei bruciori di stomaco, oltre a quelli di un personaggio.
Non era meglio starsene sdraiati sull’amaca a sopportare il caldo estivo, piuttosto che pigiare le dita sul computer in preda ai fumi della gloria?
Privi di uno sponsor o di un co-produttore avremmo dovuto stringere la cinghia, che già vedevo sistemata attorno al collo.
Fra mail e appuntamenti di persona, coadiuvata da mistico fervore e necessaria faccia di bronzo, trascorsi alcune settimane a perorare la causa. Inutilmente.
Dopo aver tentato con negozi al dettaglio, supermercati, grande distribuzione, banche, assicurazioni ed enti di ogni genere, la conclusione era una e soltanto una: l’unico logo in locandina sarebbe stato quello del Teatro.
Restava ancora un asso nella manica. Crowdfunding.
Studio matto e disperatissimo delle modalità e delle clausole trasformarono il povero sceneggiatore in un folle stratega. A lui si devono alcune, direte voi, sconsiderate ricompense.
Ma poi mica tanto, giudicate voi:
https://www.produzionidalbasso.com/project/una-seconda-possibilita/
In previsione di un possibile insuccesso, messo comunque in conto onde evitare una cocente delusione, fu predisposto un piano d’emergenza.
Fare di necessità virtù: noi italiani siamo abituati ai tagli. A partire dal copione.
Al cambiamento di sesso del PM seguì la scomparsa di uno Psicologo, per finire con l’annientamento di un prete. Praticamente una strage. E manco a dirlo, gli attori in scena erano ancora tanti.
La spending review dovette abbattersi sulla scenografia: in un sol colpo vennero smontati il letto di degenza, il comodino, strumentazioni e tutto ciò che anima la corsia di un ospedale. Sarà un miracolo se resteranno in scena delle sedie, perché gli esecutori mica possono rischiare di franare l’un sull’altro, sgambettando a destra e a manca.
E io mica ho nulla da eccepire!
L’unica grazia che chiedo è non finirci io in un letto d’ospedale. Vero!
Mi sa infatti che lo Psicologo risorgerà a nuova vita per alleviare lo stress.
Mio, ovviamente.
(continua)
NB
Una buona notizia serve assai più del Maalox: lo Psicologo potrò metterlo in conto spese se dal Crowdfunding usciremo vincitori.
Come direbbe Igor: ADOTTATECI!
No, non vi chiedo tanto.
Ma potete fare di meglio aderendo a questa raccolta fondi, che potrebbe portarci anche a casa vostra:
https://www.produzionidalbasso.com/project/una-seconda-possibilita/
Dite la verità, non vi sta già a cuore la Creatura?
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2 Replies to “I dolori del giovane sceneggiatore (III puntata – O’ miracol!)”